Ci sono momenti nella vita che fungono da spartiacque: per Roberto Ferrari il “momento” è arrivato a conclusione del Tour of Guangxi - ultima gara di WorldTour della stagione - quando ha deciso di salutare il ciclismo agonistico.
Tredici anni tra i professionisti, undici successi nella massima categoria (più una cronosquadre) tra i quali spiccano una tappa al Giro d’Italia (la Assisi-Montecatini nel 2011, il suo più bel ricordo), il Memorial Pantani e il Giro del Friuli. Per lui le maglie di Tenax, LPR, De Rosa, Androni, Lampre e UAE Emirates.
«Dalla conclusione del Tour of Guangxi sto facendo una vita da pensionato… Ho smesso perché cominciavo ad essere veramente stanco. Dopo tredici anni nella massima categoria avevo voglia di fare altro, anche se devo ammettere che mi sarebbe piaciuto correre anche nel 2020 - spiega a tuttobiciweb il bresciano -: purtroppo però non ho ricevuto proposte interessanti e quindi ho anticipato i tempi».
E ancora: «È arrivato il momento di pensare al futuro, che fino a poco tempo fa sembrava così lontano. Mi piacerebbe molto lavorare sul Lago di Garda con i turisti, non ho ancora definito niente ma è un progetto a cui mi sto dedicando. Il ciclismo mi ha dato tanto durante tutti questi anni, per questo motivo mi piacerebbe rimanere nell’ambiente ma solo per il puro piacere di pedalare. Niente a che vedere con l’agonismo. Un bilancio? Ringrazio questo sport per avermi fatto vivere grandi emozioni. Vi confesso che non lo avrei creduto possibile, ma anche la mia ultima gara è riuscita a regalarmi delle emozioni. Ho sempre avuto un bel rapporto con tutti, dallo staff ai corridori. Penso che nessuno dei miei compagni di squadra ed ex, possa spendere brutte parole nei miei riguardi, almeno spero…».
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