Non compie 50 anni domani, in verità, il Giro di Lombardia del 1969. No, li compie oggi, sul finire del pomeriggio, ma se la giovinezza è un lungo sabato, e mai un venerdì, è giusto questo mezzo secolo salutarcelo prima.
50 anni orsono, 11 ottobre 1969, un ottobre di sole maI visto uguale, si facevano ancora i bagni a Scauri, al Lido Maria, il 'Lombardia' lo vinceva in una volata inattesa l' olandese Gerben Karstens, maglia Peugeot, su un plotoncino di fuggitivi che si era compattato dopo un tentativo di Delisle e Pintens, poco prima di Como. Neanche un chilometro prima dell' ingresso nel velodromo Sinigaglia, come puntualizzavano le cronache, e sfumato un lungo attacco di Motta...
Primo Gerben Karstens, un velocista olandese discontinuo, 'tres fantastique', come scriveva Pierre Chany, che al 'Lombardia' era già arrivato secondo, nel '65, dietro Tom Simpson.
Primo, braccio sinistro levato in foto, raggiante Karstens, e secondo Jean Pierre Monserè, la grande speranza belga, nell'ombra, maglia Flandria. A seguire Van Springel, Bitossi, Van den Bossche…
Di quel 'Lombardia', la vittoria di Karstens è diventata però solo un asterisco in calce, perché il corridore olandese fu poi squalificato perché positivo all'antidoping. E il successo negli almanacchi è restato così per sempre a Jean Pierre Monserè, che l'avrebbe consegnata, lui scomparso tragicamente nel '71, ad una ulteriore fatalità.
Non chiedeteci oltre il perché, questione di emozione, ma quel 'Lombardia' lo ricordiamo come fosse sempre il nostro ieri mancato, il nostro metastasiano prendercela con le stelle per una vittoria meritata nella esistenza svanita.
Come dichiarava il gentile Karstens, che provò a giustificarsi in prima persona, ragazzo di buona cultura, dicendo che lui non aveva frodato affatto nella gara e nel controllo, 'je ne comprends pas...'. Io non capisco... (E neanche noi, caro Gerben, in tutta sincerità, di cosa sia la corsa della vita e del mondo, ancora 50 anni dopo).
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