Matteo Trentin si conferma come sempre lucidissimo nella sua analisi premondiale: «Domani il gruppo non arriva, vedrete che nel finale sarà una corsa ad eliminazione. Lo abbiamo visto in tutte le gare disputate finora, c'era un ciclista in ogni angolo... Anche tra le donne oggi abbiamo visto una corsa all'ultima che restava in piedi... Ripensate alla Spratt, ha mollato negli ultimissimi metri della salita e la Van der Breggen è andata, questo è davvero un tracciato molto impegnativo, anche perché noi dovremo fare 285 chilometri».
E ancora: «La gara è talmente lunga che dovremo interpretarla sul percorso, servirebbero 15 corridori per condizionarla e farla andare come vorremmo noi. La corsa dove si deciderà? Se lo sapessi, sarei Nostradamus. Finora sono state tutte decise fuori dal circuito, ma nessuno doveva fare sette giri del tracciato come dobbiamo farli noi. Un mio attacco? L'importante sarebbe vedere una maglia azzurra in trionfo al traguardo, anche senza un attacco...».
Matteo Trentin, il capitano designato di questa Nazionale corsara, non indica un avversario da tenere d’occhio: «Impossibile. Nel gruppo ci sono diversi corridori che possono portare a casa la posta e formazioni, come il Belgio, in cui si fa difficoltà ad indentificare chi non può vincere. Inutile pensare di marcare qualcuno. Dovremo stare attenti a non lasciarci sorprendere, o magari sorprendere noi per primi. L’unica cosa certa è che 280 chilometri sono tanti. Immaginatevi una Sanremo, ma molto più dura».
Nell'allegato potete ascoltare l'intervista realizzata a Casa Italia
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