Ha lasciato all’improvviso il Tour de France nel corso della tappa numero 12, senza dare spiegazioni. Si è rifugiato ad Andorra, dove vive, e da allora non ha più corso, ma dopo soli quattro giorni di pausa - per capire bene cos’avevo in testa, dice - ha ripreso a pedalare e ora punta dritto vero lo Yorkshire, con l’ambizione di confermarsi campione del mondo della cronometro.
Quello di Rohan Dennis è stato il caso dell’estate: il suo ritiro improvviso con motivazioni mai accertate, il gelo inevitabile con il Team Bahrain Merida che su di lui ha investito molto, la speranza vana di correre la Vuelta e ora i grandi blocchi di lavoro in vista del mondiale.
«Fisicamente sono in condizione come l'anno scorso e i test di potenza che ho fatto due settimane fa hanno dato gli esiti migliori di sempre» ha detto Dennis in una intervista concessa ad Adelaide Now.
«La Vuelta sarebbe stata utile per testare la stessa risposta fisica da un Grand Tour completo in vista dell’appuntamento olimpico di Tokyo il prossimo anno, quando si correrà dopo il Tour de France. Abbiamo cambiato i programmi di allenamento e abbreviato i blocchi per mantenere l'intensità e la qualità del lavoro specifico anche se non è stato molto facile».
Ancora una volta l’australiano non ha voluto spiegare i motivi del suo ritiro al Tour (si è parlato di problemi relativi ai materiali per la crono): «Non era pianificato, non era una trovata, stavo parlando con il mio manager già prima del via e abbiamo deciso di finire la tappa e occuparci di tutto il resto dopo, ma poi ho deciso di fermarmi ed è stata la cosa migliore per meÈ stato riferito che Dennis era arrabbiato con una tuta che il team aveva organizzato per lui da indossare durante il cronometro del giorno seguente e che c'erano controversie in corso riguardanti biciclette e attrezzature».
Nei giorni successivi alla sua scelta, Dennis ha anche abbandonato i social: «Ho letto tutti i post, i tifosi a cui non ho risposto hanno iniziato a inviare messaggi diretti a mia moglie. Nessuna calunnia, ma ho preferito prendermi una pausa. E comunque ricordo che non ho mai parlato male di uno sponsor, della squadra o di un altro corridore in alcun momento della stagione».
Due settimane dopo il ritiro, Dennis è volato a Tokyo per ispezionare il corso della cronometro olimpica 2020 con lo staff di Cycling Australia: «Sono motivato per Tokyo, ma quest'anno sono concentrato sui mondiali: prima ho quell'obiettivo e non voglio guardare troppo lontano».
Intanto c’è la conferma che al mondiale Dennis utilizzerà una bici non contrassegnata, completa di ruote e componenti forniti dalla squadra nazionale australiana: «È quella che i tecnici ritengono la soluzione migliore per la mia performance e la mia posizione per me per provare a vincere».
Anche se finora non più convocato, Dennis resta sotto contratto con la Bahrain-Merida: «Ho ottenuto una vittoria in ogni gara che mi è stato detto di provare a vincere, sono arrivando secondo al Giro di Svizzera, sono arrivato quinto al Tour Down Under e ho solo cercato di migliorare la squadra. Al momento sì, sarò con loro anche la prossima stagione».
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