La quinta e conclusiva tappa dell’AIR 2019 parte da ancora da Cormòns, la cittadina che sul Monte Quarin ha ospitato l’arrivo della 4^ frazione mentre la conclusione della tappa finale prevede l’arrivo a Trieste. E’ un’occasione per vedere e gustare prodotti e atmosfere di questo piacevolissimo centro che rimandano anche ai tempi asburgici in un riuscito mix di tradizioni friulane, slovene e austriache.
L’itinerario prevede una prima parte che si sviluppa verso nord, una sorta di “ricciolo” in territorio piacevole con particolari caratteristiche geologiche che favoriscono, unitamente al microclima, la crescita della vite, quali la “ponka”, lo speciale terreno proprio del Collio dove sono coltivati i pregiati vitigni.
Si passa per Medea, comune con la maestosa “Ara pacis mundi”, monumento dedicato ai caduti di tutte le guerre, con particolare riguardo al secondo conflitto mondiale, inaugurato nel 1951, segue il passaggio nella provincia di Udine per Chiopris, capoluogo del comune sparso Chiopris-Vescone. Si passa quindi per Medeuzza, popolosa frazione con edifici di rilievo di San Giovanni al Natisone, comune parte integrante del ”Triangolo della Sedia”, polo artigianale e industriale del mobile, con la sedia in evidenza e diversi altri motivi di rilievo. Lungo l’itinerario s’incontra la splendida abbazia di Rosazzo, complesso di fondazione molto antica, nel 1070, in stile romaico, con la chiesa dedicata a S. Pietro Apostolo, complesso che ha vissuto diverse vicende e profondi cambiamenti; oggi è anche frequentato centro culturale attivo in vari settori, ricadente nel comune di Manzano, così come un’altra frazione, Oleis. Segue Ipplis, frazione di Premariacco, quindi Corno di Rosazzo, con il Santuario Madonna d’Aiuto e la chiesa di S. Maria del Rosario e poi giungere a Dolegnano, dove sorge la bella villa dei conti di Trento, frazione di San Giovanni al Natisone e superare la località di Cassina Rinaldi prima di giungere a Corona con la chiesa dei Santi Maria e Zenone, frazione di Mariano del Friuli, in provincia di Gorizia. E’ il comune di nascita di Dino Zoff (1942), portiere e gloria del calcio italiano Sempre su strade leggermente vallonate l’itinerario prevede il passaggio a Gradisca d’Isonzo, sulla riva destra del fiume, che conserva gran parte delle mura, sei torrioni e numerosi edifici medievali risalenti al periodo della dominazione medievale della Repubblica di Venezia cui è seguita quella degli Asburgo. La cittadina è inserita fra i borghi più belli d’Italia. Segue subito Sagrado, con territorio che va dalla sinistra dell’Isonzo al rilievo carsico di Monte San Michele, sanguinoso teatro di numerose battaglie del primo conflitto mondiale, poi Jamiano, frazione in pratica sul confine sloveno del comune sparso di Doberdò del Lago, che richiama nel nome un raro esempio di lago alimentato dagli sbocchi sotterranei di fiumi vicini, in territorio carsico, nella riserva naturale dei laghi di Doberdò e Pietrarossa.
Segue il passaggio nella provincia di Trieste con il transito da San Giovanni di Duino, sotto le pendici del monte Hermada, frazione del comune sparso di Duino-Aurisina con sede municipale nel sobborgo Cave di Aurisina. A San Giovanni di Duino si trovano le risorgive del fiume Timavo che qui riemerge per sfociare nel golfo di Trieste dopo un lungo percorso sotterraneo nel Carso. Si supera Aurisina, con la bella vista dello splendido castello di Duino, edificato alla fine del 1300, a picco sulle rocce dell’Adriatico, con vastissimo parco aperto al pubblico, dove soggiornò, fra tanti, lo scrittore e poeta austriaco d’origine boema Rainer Maria Rilke (1875-1926). Il “sentiero Rilke”, si sviluppa per 2 chilometri e sale in posizione elevata sul costone roccioso tra Duino e la baia di Sistiana offrendo splendidi scorci sulla Riserva Naturale delle Falesie. Si entra nell’ambito comunale di Trieste, dove termina la gara, per Santa Croce, la frazione della città maggiormente distante dal centro per poi affrontare l’agevole salita lunga km. 12 ma con pendenza media limitata al 2%, dove è aggiudicato l’ultimo GPM, 3^ categoria, a un’altitudine di m. 254, di Prosecco, località che ha assegnato il nome all’omonimo vino, fra i più famosi nel mondo intero e che pare significa “bosco tagliato” dalle aree disboscate per fare posto alla coltivazione della vite. E’ un quartiere di Trieste sull’altopiano carsico, a metà strada fra Santa Croce e Opicina, località legata al tram omonimo con percorso panoramico spettacolare e caratteristiche tecniche speciali per superare un tratto di circa m. 800 con forte pendenza che tocca anche il 26%. E “el tram de Opcina” è anche il titolo di una notissima canzone popolare triestina. Il servizio è ora sospeso per ragioni di procedura e manutenzione straordinaria. Segue la discesa dal versante maggiormente pendente per giungere al quartiere di Barcola, con il lungomare e la pineta molto frequentati dai triestini per il classico passeggio. Dal 1969, la seconda domenica d’ottobre, si svolge la Barcolana, la regina delle regate veliche con il maggiore afflusso nell’area mediterranea e con numeri sempre in aumento. Si prosegue percorrendo le vie del Perarolo, di S. Bartolo, del Boveto e la S.S. 14 per proporre, nel cuore cittadino, un TV al traguardo e quindi percorrere sei giri di uno spettacolare circuito di km. 6, nel centro di Trieste, in uno scenario di valenza sportiva con la presenza pure di una ricorrente, breve, salita accompagnata da motivazioni di peculiare suggestione che il capoluogo giuliano offre in profusione, per arrivare al traguardo finale.
L’antica nobiltà di Trieste, sempre presente nei secoli e iniziata con l’antica Tergeste romana, propone una città cosmopolita per eccellenza, aperta, con il suo grande porto, punto nodale dei traffici mitteleuropei dell’Europa centrale, della vasta area danubiana, con Trieste approdo e porta, unica, sul mare.
E’ collocata in uno splendido scenario fra mare e monti, con molti personaggi di varia cultura, di differenti epoche, di grande levatura e spessore, sia italiani, sia stranieri, che ne hanno illustrati la storia e il fascino della sua speciale atmosfera, in tutti i settori della cultura e dell’arte, caratteristica che da sempre permea Trieste e la sua aperta “unicità”, in linea con il carattere dei triestini. Gli edifici storici in primo piano sono il Castello, la cattedrale di San Giusto, il castello di Miramare con il grande parco, il “gioiello” di Piazza dell’Unità d’Italia con gli storici palazzi e i caffè di lunga tradizione che la contornano ai tre lati di fronte al mare e tanti altri motivi, di vario tipo, nel contesto di Trieste, la rendono unica nel genere.
E anche l’Adriatico Ionica Race 2019, alla sua seconda edizione, rende omaggio a Trieste fissando qui la conclusione, come nel 2018.
Da parte sua il ciclismo, con il Giro d’Italia, con ventuno arrivi di tappa, ha onorato – onorato (tautologia voluta e dovuta) – Trieste con l’affermazione anche di campioni di grande valore. Nel 1919, arrivo che celebrava il ritorno di Trieste all’Italia, la vittoria fu di Costante Girardengo, l’ultima nel 2014 con lo sprint vincente dello sloveno Luka Mezgec. Qui terminarono le edizioni della corsa rosa del 1973 e del 2014 con Eddy Merckx e Nairo Quintana a festeggiare la maglia rosa. Nel 1981 il Giro d’Italia è partito da Trieste e in quell’anno, all’arrivo dell’Arena di Verona, Giovanni Battaglin fu il primo corridore veneto a conquistare la corsa rosa. Altre manifestazioni ciclistiche di rilievo hanno avuto svolgimento a Trieste che ricorda, nel settore, Giordano Cottur (1914-2006), professionista per dodici stagioni e vincitore di cinque tappe del Giro con una quindicina di giorni anche in maglia rosa, Primo “per elezione” a Trieste nella tappa del 1946 legata ai fatti di Pieris, poi un’istituzione delle due ruote triestine con una pista ciclabile a lui intitolata e Guido De Santi (1923-1998), vincitore di due tappe al Giro indossando anche la maglia rosa e di una Tre Valli Varesine.
Una “regina” dell’Adriatico, Venezia, segna l’avvio dell’Adriatica Ionica Race 2019, mentre un’altra “regina” dello stesso mare Adriatico, Trieste, festeggia anche quest’anno, la conclusione che s’inquadra in un percorso accelerato di crescita e affermazione nel panorama internazionale delle gare a tappe.
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