Matteo TRENTIN. 10 e lode. In trentatré con Trentin entrarono trotterellando in Gap, tutti e trentatré trotterellando, ma a vincere è Trentin. Non è uno scioglilingua, anche perché oggi con il caldo che c’era si scioglie non solo la lingua, ma è Matteo che scioglie con assoluta intelligenza le velleità degli altri trentadue, che sul col de la Sentinelle, ultimo strappo di giornata (200 chilometri fatti a tutta, a quasi 46 di media), lascia tutti lì e se ne va. Matteo fa valere la legge del più forte. Fa valere la legge del tre, che è perfetta e non fa una grinza, come la sua terza vittoria sulle strade del Tour. Lui con il caldo va come una ventola, per rifrescarsi, per diminuire l’agonia, per chiuderla prima. Insomma, va forte il campione d’Europa, e regala all’Italia che pedala la seconda vittoria in questo Tour dopo il sigillo di Elia Viviani, guarda caso a Nancy, esattamente dove Matteo aveva vinto per la seconda volta in carriera. Un due tre Trentin. Non è uno scioglilingua, ma una boccata fresca in una giornata torrida.
Kasper ASGREEN. 9. È uno dei migliori corridori di questo Tour. Un ragazzo di soli 24 anni che si fa ogni giorno in quattro. Un fenomeno della natura, che oggi perde da un grande Trentin. Non è un disonore, ma un punto in più per Matteo.
Greg VAN AVERMAET. 6. Sceglie la tappa giusta, e ci arriva vicinissimo. Perde da uno che è oggi è molto più cecchino di lui.
Bauke MOLLEMA. 7. Date una scorsa agli uomini in fuga e fatevi un’idea di cosa vuol dire correre il Tour. Mollema, che non è una mammoletta, faceva parte di questa allegra combriccola.
Dylan TEUNS. 7. Lui una tappa l’ha già vinta e prova a regalare al proprio team il bis.
Daniel OSS. 7. Nel finale è anche combattivo, tosto, prova ad anticiparli, ma non è facile.
Edvald BOASSON HAGEN. 5,5. Entra nell’azione giusta, ma poi evapora con le sue ambizioni. È un atleta di classe, che prometteva benissimo, ma gli manca sempre qualcosa.
Andrea PASQUALON. 7. Il "falco di Enego" è il classico esempio di corridore che deve aver tempo per maturare, e spesso e volentieri lo devi fare all’estero, anche se il ragazzo dalla Zalf-Euromobil è passato prima in Lampre e poi alla Colnago e Bardiani di Bruno Reverberi. C’è voluto del tempo prima che il ragazzo trovasse la sua dimensione, e alla Wanty-Gobert l’ha trovato. Due Tour de France consecutivi, tante buone prestazioni, molti piazzamenti per questo ragazzo che amava lo sci e Alberto Tomba e sogna di poter correre un giorno anche nel Cross Country. È un serissimo professionista, che non se la tira, ma tira: dritto. E va per la propria strada. Adesso che l’ha trovata, non lo ferma più nessuno. Per la cronaca: il traguardo volante a Vaison-la-Romaine lo vince lui. Poi nel finale paga il conto.
Thomas DE GENDT. 5. È suo il primo Gpm di 4° categoria. Poi, contrariamente a quanto si poteva pensare, sparisce.
ARKEA Samsic. 5. Pronti via e loro – assieme ai Total Direct Energie - restano fuori dalla fuga. Hanno altro a cui pensare. Devono proteggere Barguil: dal sole.
Tony MARTIN. 4. Nel finale, in favore di telecamere, il corridore della Jumbo Visma cerca di buttare per terra con azione reiterata e plateale l’Ineos Luke Rowe. È probabile che il “fallo ” del tedesco sia di reazione. Qualcosa deve aver subito, ma la reazione c’è ed è molto brutta.