Julian ALAPHILIPPE. 10 e lode. È il numero uno, in tutto e per tutto. Per come vince e per come si pone in pubblico. Con tutto il rispetto, ora possiamo dirlo: il ciclismo non è più e solo nelle gambe di Peter Sagan, ma anche sulle spalle di questo grandioso corridore. Ha classe, temperamento, personalità e intelligenza. Ha tutto per sfondare. Ha tutto per sovvertire ogni pronostico. È chiaro che non potrà vincere il Tour, come lui stesso dice, ma è bello continuare a pensarlo.
Geraint THOMAS. 7. Fa il suo, e lo fa bene. Non credo abbia mai pensato di poter strappare fin da oggi la maglia a Giuliano, ma che potesse rosicchiargli qualche secondo e nel frattempo vincere la tappa sì. Torna in albergo con le orecchie basse. Almeno oggi.
Thomas DE GENDT. 9. Passista è passista, attaccante è attaccante, ma oggi ricorda a tutti che è anche un grande cronoman (3° alla crono di Verona all’ultimo Giro; 6° nella crono di Milano dopo il successo sullo Stelvio nel 2012). Perde proprio sul finire della prova: da applausi.
Rigoberto URAN. 8. Il vecchio Rigo ringhia ancora. Buonissima la sua prestazione, nulla da dire. Chi vuole questo Tour dovrà fare i conti anche con lui.
Richie PORTE. 8. Finalmente una prova più che convincente, in una specialità che ha sempre avuto nel suo curriculum. Ora si sale, e c’è da stare là.
Steven KRUIJSWIJK. 8. Esperto, rodato, anche oggi si fa trovare all’altezza del ruolo. E in classifica è là in alto.
Thibaut PINOT. 8. Thibaut Tissot è puntualissimo anche contro il tempo. Prova di assoluto livello per un corridore che è un po’ come il vino: più invecchia e più diventa buono. Come il Pinot.
Eric MAS. 8. Non se lo fila nessuno, ma lui fila via sereno: occhio al bimbo spagnolo…
Jakonb FUGLSANG. 8. Dopo un inizio complicato e anche sfortunato, ora ha tutto per poter aprire il gas.
Bauke MOLLEMA. 8. È sempre lì, non molla mai, è il suo modo di essere e pensare: mai arrendersi. E mai si arrenderà.
Egan BERNAL. 6,5. Per lui era una giornata complicata, di quelle nelle quali hai solo da perdere, e lui perde ma in maniera anche ragionevole. Adesso lo aspettiamo sul suo terreno.
Mikel LANDA. 7. Non è un cronoman, e fa quello che può.
Fabio ARU. 6,5. Fa le prove e si mette alla prova: non male. Chiude facendo segnare il tempo di 1'13" da De Gendt.
Nairo QUINTANA. 5,5. Non lo scopriamo certo oggi: a crono fatica sempre. Ma lui non è ghepardo, bensì aquila.
Daniel MARTIN. 5. Anche lui soffre le prove contro il tempo, ma soffre davvero troppo.
Adam YATES. 5. In salita fa fatica, nelle crono fa fatica. Da domani si comincia a far fatica: è il suo momento.
Romain BARDET. 4. Fin qui è un vero disastro. Anche oggi perde un’eternità: 2’26”. Non c’è, e temo che non ci sarà.
Peter SAGAN. 8. La strada s’impenna? Lui fa altrettanto: che gli importa…
Stephan KUNG. S.V. Il campione di Svizzera cade quasi subito all’inizio della sua prova, e a quel punto alza il piede dall’acceleratore e pensa solo a concludere la prova. Il Tour sta entrando nella fase più delicata e calda: il team ha bisogno di lui.
Tony MARTIN. 6. Votato alla causa della squadra, evita di dare l’anima in una prova che gli sorride. C’è da guardare al domani più che all’oggi. Più al calendario che all’orologio.
Vincenzo NIBALI. 6. Digerita la tappa di ieri – corsa con un malloppo sullo stomaco che non va né su né giù -, oggi affronta la crono pensando a quello che verrà. In ogni caso, la querelle Dennis fa gioco anche allo Squalo. Alla luce di quanto accaduto ieri, non c’è più bisogno di dire niente. Non c’è assolutamente bisogno di spiegare il perché a fine stagione il siciliano toglierà il disturbo.
Team BAHRAIN. 5. L’abbiamo capito: Rohan Dennis è un corridore molto particolare. Ha il suo bel caratterino e nell’ambiente si sa da tempo. Chi lo sceglie, sa cosa compra. Lo stesso vale per lui, per Dennis Rohan, australiano di Adelaide, ex primatista dell’ora e tante altre cose: firmi un contratto sontuoso e da professionista ti devi comportare, sempre e comunque. Lui invece fa una bischerata, perché di questo si tratta. E il team, da parte sua, va in totale confusione. Altro che ricerca e algoritmi, gallerie del vento e telemetria, il Bahrain si affida ai processi stocastici: dicasi processi casuali. Insomma, ad minchiam.
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