Dopo un grande Giro d'Italia, nel quale ha conquistato la tappa del Mortirolo e la maglia azzurra di re degli scalatori, Giulio Ciccone cambia ulteriormente dimensione e indossa la maglia simbolo del Tour de France: «Lo confesso, nel finale pensavo solo alla vittoria di tappa, mi sono staccato a 200 metri dal traguardo e subito dopo l'arrivo ero arrabbiato e deluso. Poi mi hanno detto che avevo preso la maglia e non ho capito più niente, sono stato travolto dalla felicità. Faccio fatica a crederci anche adesso che ce l'ho addosso, ho realizzato un sogno che avevo da ragazzino».
E ancora: «Il mio obiettivo, così come quello della squadra, era quello di puntare alla vittoria di tappa, ma devo dire che Teuns è stato più forte di me. Ma quando ho scoperto di aver conquistato la maglia gialla, beh, alla sconfitta non ci ho più pensato. Ora cosa faccio? Me la godo con i miei compagni di squadra della Trek Segafredo e domani correremo per difenderla, ma senza perdere di vista il nostro grande obiettivo, che è quello di lavoarre per Richie Porte».
L'ultima riflessioen: «Quest'anno per me è stato fantastico, il Giro mi ha già dato un grande risultato e ora sono qui, per la prima volta al Tour dopo sei tappe e ho la maglia gialla. È incredibile».
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