GIRO. CARAPAZ: «VOGLIO CONTINUARE A ROSICCHIARE SECONDI»

GIRO D'ITALIA | 29/05/2019 | 17:05
di Giorgia Monguzzi

Un compleanno in rosa per Richard Carapaz che festeggia i suoi 26 anni incrementando il suo vantaggio in classifica generale grazie al suo scatto nel finale della tappa con arrivo ad Anterselva.


«Ieri è stato un giorno duro per tutti a causa del freddo e del Mortirolo, oggi si sono viste le conseguenze della fatica che abbiamo fatto - racconta l’ecuadoriano -: l’attacco di Landa era piuttosto programmato, invece io appena ho visto lo scatto di Lopez ho deciso di approfittarne e quando ho capito che potevo guadagnare ho spinto ancora più a fondo la mia azione. Non sono molti secondi, ma sono fondamentali se voglio arrivare a Verona con la maglia rosa. Il Giro è ancora lungo, non posso dire di aver finito fino a quando non alzo quel trofeo, ci sono ancora molte salite ad attenderci, molte possibilità per gli altri per attaccarmi e altrettante per me guadagnare ancora».


Carapaz sta affrontando un periodo di buona forma che sembra non essere del tutto casuale. «Ci sono molti fattori che mi hanno portato fino a questo punto: è il frutto di un intero anno di lavoro con la mia squadra e del grande supporto che mi dà ogni giorno la mia famiglia» e parlando della squadra aggiunge «nel team stiamo vivendo questa maglia rosa in modo straordinario, siamo molto uniti, siamo come una famiglia. Posso dire con sincerità che questa maglia non è solo mia, ma di tuti loro».

L’a ricorrenza del compleanno è anche l’occasione per Carapaz per parlare del suo rapporto magico con il ciclismo e con il suo Ecuador. «Ho ricevuto la mia prima bicicletta quando avevo cinque anni, nemmeno dieci anni dopo avevo quella della squadra. Mi sono sempre piaciuti il ciclismo e la bicicletta, poi poco per volta sono riuscito ad entrare in questo mondo, è merito anche di Pantani se mi sono innamorato così tanto, il suo modo di andare in salita mi emozionava. L’anno scorso per me è stato straordinario: sono venuto al Giro e sono pure riuscito a vincere una tappa, al mio ritorno mi hanno accolto in modo straordinario. Purtroppo però in Ecuador non conoscono molto il ciclismo, spero che quello che sto facendo io al Giro e i successi dei miei conterranei che militano nelle squadre del World Tour facciano appassionare a questo sport e diano l’impulso per creare dei nuovi team giovanili».

Infine Carapaz alla domanda se fosse a conoscenza della sua spiccata somiglianza con Chiappucci, risponde ridendo: «In molti me lo hanno detto, l’altra sera in hotel mi hanno fatto vedere una foto e devo dire che ci assomigliamo davvero molto».


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COMMENTI
tempesta
29 maggio 2019 18:20 tempesta
Che corridore ,non fa niente noi andiamo in …...fuga. Solo da noi tutta questa gente che pratica il ciclismo come se fosse ad andare in chiesa. Ma devono per forza fare i ciclisti?ci sono tanti Sport come l´ippica.

Vai tu in bici
29 maggio 2019 21:41 cocco88
Facci vedere come si vincono le corse da capitano ...

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