Dario CATALDO. 10 e lode. È considerato il Picasso del gruppo, perché sa disegnare e dipingere, schizzare profili e paesaggi. È uno che ha ispirazione e talento, e nella sua testa si prefigura sempre scenari immensi. Lui generalmente tratteggia, abbozza, schizza via: verso traguardi lontani. Generalmente, a richiesta, si placa. Lascia fare e torna ad osservare quella linea lontana che segna l’orizzonte, che è sempre più bella e suggestiva di un traguardo. Ma quando può, come oggi, i suoi disegni sono pennellate di colore intenso, che illuminano i nostri cuori e dipingono il suo volto di felicità pura.
Mattia CATTANEO. 9. Ieri perde per strada la bellezza di 13’52”. Ma oggi in strada si ributta, fin dal mattino, con grande convinzione e generosità verso un traguardo lontano. C’è da onorare una corsa, una maglia, una regione, degli sportivi (un mare, anche sul lago) ma anche la propria storia di corridore talentuoso e capace. Sa che l’impresa è folle, per questo va considerata impresa. Ci prova con il Picasso del ciclismo, che disegna sogni. E Mattia è da inizio Giro che cerca di dargli forma. Non ci riesce, ma questo acquerello non è da buttare via, è da tenere lì, in bella vista.
Vincenzo NIBALI. 9. È un “hidalgo” del pedale, un uomo tutto orgoglio e temperamento. Ha classe e cuore, testa e gambe: se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. È lui che accende la sfida, attacca appena può. C’è del tempo da recuperare, non sarà facile, ma c’è ancora tempo.
Richard CARAPAZ. 9. L’hanno capito tutti: anche Nibali e Roglic. Più Nibali di Roglic: questo ragazzo non è qui per caso, non è qui a fare una gita di piacere, e tantomeno non è qui per portare un tocco di folclore. È qui per vincere il Giro d’Italia: non ci andrà lontano.
Simon YATES. 7. È chiaro che scalpita, ma è altresì evidente che ha più testa che gambe. È in crescendo, forse il peggio è passato, ma non è ancora al top. Da tenere d’occhio.
John Hugh CARTHY. 6,5. Il 25enne della EF prova a restare lì, per recuperare un po’ di posizioni: ce la fa.
Miguel Angel LOPEZ. 6,5. Meno brillante del solito, ma sa che le sue tappe devono ancora arrivare.
Rafal MAJKA. 6. Medica una situazione complicata, con grande temperamento.
Mikel LANDA. 7. C’è Carapaz da proteggere, lui lo fa con grande attenzione, pronto ad entrare in azione.
Davide FORMOLO. 7. Tosto Davide. Ormai lo conosciamo. Pronto a risalire, per entrare nella top ten.
Primoz ROGLIC. 5,5. Gliene succedono di ogni: guasto tecnico e riceve la bici dal compagno Tolhoek. Poi cade, e per rientrare prende qualche rischio, qualche bidon collée e qualche scia (è multato con 200 franchi svizzeri). In ogni caso, al netto della sfortuna, non è brillantissimo: da alcuni giorni.
Pavel SIVAKOV. 5,5. Il ragazzo della Ineos comincia a perdere qualcosina. La fatica si fa sentire per tutti, figurarsi per uno giovane come lui.
Ilnur ZAKARIN. 5,5. Temo che per lui il vero problema sia la discesa: va sempre giù a spazzaneve.
Lucas HAMILTON. 7. È l’uomo simbolo della Mitchelton Scott, la formazione di Yates, che fin qui ha vissuto giornate avare di soddisfazioni, ma assicura spettacolo e battaglia nell’ultima settimana di corsa. Lucas è tra i più brillanti e attivi. Forse il più affidabile. Di sicuro quello che più di ogni altro si è adoperato alla causa del gemello.