So di andare a smuovere l’odio di tanti odiatori sciovinisti e patriottardi, ma non me ne importa nulla. Quando si cerca faticosamente quel poco di verità e di giustizia alla portata degli uomini, non bisogna esitare. E allora lo voglio dire forte: sono ammirato da Davide Cassani.
Di Viviani e del suo scarto su Moschetti potremo parlare per anni (parere personale: spiace da morire, però la punizione è ineccepibile). Ma è del Ct, qui chiamato a commentare in sede di Processo le fasi del Giro, che voglio parlare con un attimo di calma. Per dirglielo a chiare lettere: bravo, complimenti.
E adesso le ragioni del mio applauso, prendendola un po’ più larga. Lo sappiamo: questo ormai è il Paese in cui non interessa più stabilire che cosa sia giusto o sbagliato, ma da che parte sta l’indiziato. Se sta dalla mia parte è innocente, se sta con gli altri è colpevole. A prescindere. Senza dubbi.
Tornando al nostro caso girino. Mentre l’Italia intera festeggia la grande rivincita del suo campione in tricolore, mentre l’apparato Rai smuove già i superlativi dell’orgoglio nazionale, il Ct commentatore mostra subito con grande serietà l’andamento della volata. E prontamente avverte: Elia è a rischio, Elia ha commesso un’irregolarità.
Gelo in sala. Eppure Cassani va fino in fondo. E’ lì per ragionare, non per parteggiare. E’ lì per chiarire, non per fare il tifoso. Per cercare la verità, non l’applauso. Niente lo induce alla prudenza codarda e ruffiana, che sarebbe istintiva in tanti nostri connazionali. Non c’è niente che lo smuova: Viviani è colpevole.
Dal mio punto di vista, il suo atteggiamento vale doppio: Cassani è il ct azzurro, è un grande ammiratore del “suo” Viviani, avrebbe tutto l’interesse a coprirlo e a proteggerlo. Questo è pur sempre il Paese in cui, per dire, il tecnico della Fiorentina – Pioli – dopo il famoso tuffo di Chiesa contro l’Atalanta, con rigore inventato, non esitò a dire “Chiesa ha compiuto un gesto di grande intelligenza tecnico-tattica”.
Sì, questo è il Paese. Questo il nostro senso dello sport. Ma evidentemente non è quello di Cassani. Per il Ct valgono ancora le ragioni dell’intelligenza, più di quelle del cuore. Conoscendolo, sono sicuro che sarà il primo a consolare il suo amato Viviani. Ma questo non c’entra proprio. I suoi affetti non contano. Ce la fa a tenere la barra dritta.
Basta, mi fermo qui. Abbiamo perso una tappa, ma sono felice lo stesso: abbiamo un grande Ct. Può essere simpatico o antipatico, ma questo è un problema più che altro della sua famiglia. A noi tutti deve interessare che alla guida del movimento ci sia una persona seria, capace di lanciare messaggi autenticamente educativi. Averne.