N come Nippo Fantini. Nel senso di squadra italo-giapponese, una delle quattro invitate al Giro. Tornata in corsa dopo qualche anno d’assenza, ha avuto un debutto complicato. Come antipasto, la notizia del probabile divorzio da Moreno Moser, l’uomo sul quale aveva puntato di più per la stagione: ne è bastata mezza per vedere andare in fumo la scommessa. A seguire la crono, dove la squadra non solo non ha piazzato un corridore nei primi centoventi, ma è stata l’unica a perderne uno: Hiroki Nishimura, uno dei due giapponesi della formazione, è arrivato fuori tempo massimo. Dopo un calvario che l’ha visto persino salire a zig zag verso il Santuario: essendo capitato anche a Froome un decennio fa, ha un buon motivo per consolarsi. Un’impresa da almanacco, perché è il secondo ciclista di sempre a uscire nella prima tappa di un grande giro: si può entrare nella storia anche dalla porta di servizio. Fuori lui, per la gioia dei telecronisti costretti ai corsi serali del Cepu per impararne la pronuncia, ancora dentro il connazionale Sho Hatsuyama: c’è riuscito in scioltezza, arrivando sestultimo. Meglio per la squadra, che ha tutto un Giro davanti e soprattutto un’etichetta da rispettare: non è bello essere Fantini e non avere cavalli.
S come scoperta. Nel senso di rivelazione di fenomeni sconosciuti. Durante la crono, quando la regìa decide di affiancare il filmato del videogioco del Giro alla visione dei ciclisti in corsa, Andrea De Luca annuncia: ‘Guardate la bruttezza dell’immagine virtuale e la bellezza della realtà’. Pare che abbia avuto la folgorazione in trattoria, assaggiando un piatto di tortellini dopo averne mangiato la fotografia.