Una leggenda se ne va per pedalare nei velodromi del cielo. Patrick Sercu si è spento oggi all'età di 74 anni. È stato il pistard più grande della sua generazione, vero signore delle Sei Giorni con 88 vittorie (su 223 Sei Giorni disputate!), ma anche stradista di ottimo livello, capace per esempio di conquistare la maglia verde al Tour de France.
Patrick Sercu era stato lettralmente "messo in pista" da suo padre Albert, anch'egli corridore, «perché temeva che mi sarei abbattuto troppo in fretta nelle corse su strada», raccontava il campione belga.
Così a 19 anni è diventato campione del mondo della velocità tra i dilettanti e un anno più tardi si è laureato campione olimpico a Tokyo nel chilometro.
Passato professionista, tra il 1965 e il 1969 ha conquistato altri due ori e due argenti ai Mondiali della velocità, dando vita ad uno straordinario duello con l'italiano Beghetto.
In coppia con Eddy Merckx ha vinto la sua prima Sei giorni nel 1965 a Gand e ha fine carriera ha collezionato 88 vittorie, divenendo il re della specialità. «È colpa di Merckx se non sono state di più» soleva dire per scherzo Patrick, ricordando la scelta di Eddy che in inverno preferiva ovviamente riposare.
Con il passare degli anni, Sercu ha acquisito dimestichezza e autorevolezza anche su strada: nel 1970 ha disputato il suo primo Giro d'Italia e ha subito vinto una tappa, la prima delle tredici che avrebbe conquistato in carriera.
Alla sua prima partecipazione al Tour ha vinto 3 tappe e la maglia verde della classifica a punti fino ad arrivare a fine carriera ad accumulare sei successi di tappa. In totale su strada Sercu ha ottenuto più di 60 vittorie.
Conclusa la carriera agonistica, Sercu è rimasto nel ciclismo, soprattutto come organizzatore di Sei giorni e la Six Days of Ghent è stata il suo fiore all'occhiello. «Avrebbe dovuto compiere 75 anni a giugno, la sua salute era malferma da diversi anni ma nelle ultime settimane le sue condizioni erano peggiorate sensibilmente» riferisce la famiglia.
«Oggi il ciclismo piange la scomparsa di un autentico fuoriclasse, un vero signore del pedale - dice a tuttobiciweb Silvio Martinello, uno dei più grandi pistard italiano di tutti i tempi -. Con lui ho sempre avuto un feeling particolare e i suoi consigli, molto pochi ma preziosi, per me sono sempre stati un caposaldo della mia carriera. È stato un grandissimo corridore, oggi si direbbe moderno o multidisciplinare. Ha vinto 88 sei giorni, in un epoca in cui è vero che se ne correvano molte più di oggi, ma erano sicuramente molto più combattute e snervanti. Ha vinto su strada e su pista e poi è diventato un direttore di manifestazione e un organizzatore con i fiocchi. Mi rimangono nel cuore tantissime cose, ad incominciare dai suoi ricordi pieni zeppi di aneddoti. Le prime sei giorni vinte in cippia con Merckx, e la fatica di convincere Eddy a non uccidere la corsa subito alla prima sera. Racconti che porterò sempre con me, come il suo garbo e la sua signorilità».