Si respira aria frizzante ad Almè, alle porte di Bergamo. Presso il quartier generale del Team Colpack c’è un certo andirivieni. I mezzi sono appena rientrati da Laigueglia, dove è avvenuto il debutto stagionale, ed è già ora di ripartire e ci si prepara per un test a cronometro. Sui tetti delle ammiraglie spiccano le bici Cinelli azzurro glitterato che con il sole brillano ancor di più.
Al quartier generale non ci sono corridori, ma il management è tutto lì. Oltre alla triade Antonio Bevilacqua, Rossella Di Leo, Gianluca Valoti. In un secondo momento si aggiunge anche Ivan Quaranta. Aspettano l’arrivo di un nuovo corridore dalla Colombia, il velocista Nicola Gomez. «Quello di Laigueglia (a cui si aggiunge Besseges) è stato un inizio buono e carico di nuove emozioni – esordisce il DS Gianluca Valoti – dopo tanti anni a seguire sempre lo stesso programma, la novità della Continental ha portato una ventata di aria nuova».
Oggi ad Almè c’è tutto lo staff dirigenziale del sodalizio orobico e cogliamo l’occasione per fare alcune valutazioni sulla nuova categoria. Si tratta più che altro di impressioni, ma significative. I conti, quelli veri, e il bilancio sportivo, saranno più completi a fine stagione. «Se parliamo in modo più allargato allora è giusto che parli Bevilacqua», aggiunge Valoti.
Il team manager abruzzese, ma bergamasco d’adozione, non è uno che si tira indietro e subito spiega. «E’ una bella categoria quella Continental anche se ci sono nuove difficoltà. A livello organizzativo eravamo abbastanza preparati perché anche in passato abbiamo svolto un’attività internazionale. Pure a livello di bici che di parco mezzi siamo a posto. Abbiamo fatto un ulteriore investimento per un mezzo officina ma siamo pronti».
Come avete vissuto il debutto con i prof?
«Una bella esperienza. Nei i ragazzi vedo tanto entusiasmo e hanno voluto farsi trovare preparati. Non abbiamo avvertito quel salto tale per cui si torna a casa demotivati».
Il modello attuale con la formula che vi permette di correre sia tra i prof che tra gli Under23 è valido?
«Io al momento trovo solo aspetti positivi. Possiamo confrontarci con i più forti e possiamo farci vedere. E’ uno stimolo extra per lavorare al meglio. Inoltre contiamo su un’accresciuta visibilità perché alcuni eventi a cui parteciperemo saranno trasmessi in diretta televisiva».
A questo punto s’inserisce Rossella Di Leo, che da anni è il motore amministrativo. Sicuramente ci sono state delle spese extra ed è importante sottolinearlo. A novembre abbiamo dovuto affrontare un esborso importante per far fronte a tutte le nuove incombenze assicurative che il nuovo status comporta. Parliamo di diverse decine di migliaia di euro. Insomma, il passo non è stato così semplice, anche perché a livello contabile sono costi sotenuti nel 2018, mentre i nuovi contratti partivano dal 2019».
Da un punto di vista della tutela dei giovani cosa accade? Un ragazzo che fino a ieri era Junior da oggi gareggia con i prof?
«Non proprio. Abbiamo portato a correre nelle 2 gare chi ha già fatto un anno tra gli Under 23. Inoltre alle prove a tappe porteremo quelli che sono più maturi. Comunque ripeto è una bellissima opportunità».
E con gli Under23 avrete un vantaggio competitivo?
«Credo che potrebbe esserci un vantaggio. Tra i professionisti ci confrontiamo a intensità e ritmi più alti».
Questo nuovo modello vi porterà a rinunciare ad alcune vittorie?
«Sicuramente è così, ma il nostro obiettivo è quello di far crescere i ragazzi, non di vincere le corse a tutti i costi. Altrimenti non avremmo fatto la continental».
Ci sarà pure un contro in questa nuova categoria…
«Come già anticipato sono i costi. Vai alle gare e devi pagare l’albergo e tutto e a fine anno tutto pesa».
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