Domenica 10 febbraio 2019, giorno di vigilia del suo compleanno essendo nato l’11 febbraio 1939 a Legnaro (Padova), è stata una domenica speciale per un personaggio di particolare e peculiare rilievo come Alcide Cerato. Il direttore Pier Augusto Stagi, “in diretta”, ha illustrato su tuttobiciweb.it i motivi e i momenti che hanno caratterizzato il raduno conviviale a sorpresa voluto dalla sua famiglia con quasi tutti i portacolori di un’altra sua famiglia, la S.C. La Nuova Baggio San Siro Milano, società di primo piano per una decina d’anni, a cavallo fra gli anni 1970-1980, sia su strada, sia su pista, che hanno presenziato alla riuscita iniziativa. E’ stata una grande sorpresa, graditissima, per il “patron” che, come suo costume, dissimula l’emozione mettendo in campo una disincantata ironia ma gli occhi erano lucidi, e molto.
Alcide Cerato ha finora attraversato sessantacinque anni di ciclismo, uno più, uno meno, interpretando il ruolo di corridore e poi quello del dirigente sportivo con il suo determinato carattere e spirito, in modo diretto, esplicito e combattivo, molto combattivo invero è quello del “cumenda”. Interpretava, seguendo la sua sensibilità, ruoli di lotta e di governo, come si suole dire, in egual misura, senza condizionamenti, perseguendo nel suo intento soprattutto il miglioramento delle condizioni di lavoro e di considerazione accrescitiva costante dello “status” di corridore, nelle differenti categorie, visto quale elemento primario, centrale, imprescindibile dello sport ciclistico. E in tema si è sempre impegnato e esposto in prima persona, con la sua caratteriale e – se lo riteneva necessario (sovente….) - veemente personalità. E questo nei ruoli associativi e federali dirigenziali ricoperti, praticamente tutti, elettivi e/o non, sia in tema di politica sportiva, sia in visione d’indirizzo tecnico con responsabilità a livello nazionale e internazionale. Ha sempre giocato a tutto campo incontrando, magari scontrandosi, nel suo lungo percorso, con molti se non con tutti, o quasi, anche in modalità dirompente. Sempre e comunque però nell’ambito della Federazione Ciclistica Italiana che, ama ripetere, è la casa del ciclismo. Ha comunque “minacciato”, vis-à-vis, il presidente F.C.I. Renato Di Rocco di proporre la candidatura alla massima carica federale, l’unica casella vuota della carriera di Alcide Cerato.
La popolarità propria del personaggio in ambito sportivo si è accompagnata poi a quella dell’attività professionale dove è emerso anche lì, nel settore specifico delle onoranze funebri, il suo spirito d’intraprendenza innovativa e capacità anticipatrice nella gestione di un passaggio ineluttabile, per tutti, dalla vita a un’altra condizione, offrendo un elevato supporto specifico alle famiglie dolenti colpite dal lutto. E anche nel settore “aldilà” con credenze e soventi facili, abusati luoghi comuni, è stato un riferimento, a suo modo, trainante e innovativo.
Il traguardo – traguardo intermedio beninteso – degli 80 anni, raggiunto in ottima forma, ha determinato Alcide Cerato a una svolta di vita anche nel suo settore imprenditoriale poiché, come ha recentemente ufficialmente annunciato su vari organi d’informazione “…. lascio un gioiello di azienda in buone mani e a me non resta che ringraziare tutti i miei collaboratori e i tanti amici incontrati”. Così ha detto e ha scritto e ribadisce parlando e progettando di viaggi e vacanze a largo e lungo raggio, anche transcontinentali, di durata indefinita.
La concatenazione di date e fatti ha indotto la famiglia a organizzare, a sua insaputa, il pranzo a sorpresa di domenica affidando la regia organizzativa e operativa a Domenico De Lillo e Fausto Ferrario, da sempre accanto, quali d.s. e amici (l’ordine di definizione potrebbe comunque variare, senza cambiare la sostanza) di Alcide Cerato con l’altro d.s., il veterano Sergio Zini – anni 88 –.
Per l’elenco dei presenti, ha scritto il direttore Stagi, “Praticamente impossibile stilarlo senza rischiare di scordare qualcuno…..”. Ci proviamo, proponendo nomi e cognomi, un po’ alla rinfusa, di coloro che hanno risposto alla “convocazione”, la quasi totalità degli invitati, con qualche defezione – pochissime – per imprescindibili impegni e fra questi il C.T. della pista Marco Villa o motivi contingenti di malanni di stagione . Lasciamo alla consultazione degli annuari ciclistici, i vari “palmarès” personali, molti ricchi di medaglie e maglie titolate, strada e pista, altri più sintetici, l’appagamento di possibili curiosità e identificazione dei ricordi relativi. Un ricordo è stato anche per Simone Tomi, corridore di Saronno del 1970, scomparso nel settembre 1994 in un incidente stradale.
Aprono la lista i corridori e inizia Moreno ARGENTIN, poi Pino AUDI GRIVETTA, Roberto BRESSAN, Pierangelo BINCOLETTO, Raniero GRADI, Sante FOSSATO, Dario MARIUZZO, Silvestro MILANI, Nedo PINORI, Carlo RIVA, Pierluigi SALA, Orfeo PIZZOFERRATO, Stefano ALLOCCHIO, Roberto AMADIO, Aster BRUNATI, Claudio COZZI, Cordiano DAGNONI, Fabio PEREGO, Loris TOFFANELLO e Walter ZINI. Diversi di questi nomi sono ora ritrovabili in varie funzioni di responsabilità.
Con il presidente Renato Di Rocco erano presenti pure il re delle ore Francesco Moser, Marino Vigna, Riccardo Magrini, Pier Augusto Stagi (anche lui considerato quale ex-corridore nonostante l’iconoclastica definizione in argomento con la quale Cerato lo “celebra” sempre a suo modo), Rino Baron, il generale Angelo Giacomino che hanno salutato e consegnato un riconoscimento a Cerato e altri ancora, in varie funzioni.
E’ stato uno scoppiettante florilegio di fatti, anedotti e battute, rivalità anche interne rinfocolate al microfono dallo stesso Cerato, come quella fra Argentin e Bincoletto, stemperata, ma non troppo, dai due corregionali veneti che hanno ricordato anche i frequenti viaggi con i carri, allora tutti neri, con il logo San Siro circondato dalla corona d’alloro con i segni della simbologia religiosa propri della loro destinazione d’uso rimossi al momento dell’utilizzo per i viaggi di andata e ritorno dal ritiro di Seguro, località di Settimo Milanese, ai paesi veneti d’origine.
La famiglia, con la fresca bellezza della nipote Caroline, ha regalato al festeggiato una fiammante, rossa, bici elettrica Colnago con il destinatario che ha colto nel genere di dono una sorta di messaggio subliminale alle sue attuali qualità di pedalatore espressione della scuola dei puristi delle due ruote.
E tutti gli intervenuti hanno ricevuto un simbolo di vittoria quale lo spumante Astoria con il quale si festeggiano vincitori su un gran numero di podi ciclistici e in altri sport. Tanti, anzi tutti, sono stati vincitori domenica 10 febbraio 2019, nel segno dell’amicizia e della passione per le due ruote.
E’ stata una riuscita, festosa, piacevolissima “carrambata” alla Raffaella Carrà anche per molti ex della Nuova Baggio San Siro che, per vari motivi, non si vedevano da diverso tempo, un momento di condivisione di ricordi e esperienze formative della gioventù in una scuola di ciclismo, ma anche di vita, quale è stata la S.C. La Nuova Baggio San Siro di Alcide Cerato.
a cura della redazione di tuttobiciweb.it
foto di Giovanni Pirajno
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