In bici si va a scuola, al lavoro o al mercato, in gita, in vacanza o in viaggio, su strada, su pista o su sentieri, in salita, in discesa o in piano.
In bici si va da dio, si va che non si sente la catena, o si va succhiando la ruota, ma pur andando certe volte non si va da nessuna parte, non si va neanche a spinta, o non si va perché si ha il vento contro.
In bici si va per pedalare, per pensare o per tornare, per distrarsi, per sfogarsi o per sfinirsi, per risparmiare, per fuggire o per inseguirsi, anche per rimanere sul posto, nel senso della cyclette.
In bici si va con il casco e anche cascando, meglio se cascando con il casco.
Perché la bici, qualsiasi bici, due ruote due pedali una sella un manubrio, è noi stessi, io tu lei lui noi voi, denuncia il carattere, rivela la personalità, libera lo spirito, detta lo stile, ispira il futuro, traccia una traiettoria anche esistenziale.
Paolo Patui si dichiara un ciclista anomalo. Fin da piccolo: “Che l’abbia voluta o che me l’abbiano imposta come prova di iniziazione al mondo degli adulti, non lo so”. Con passione: “Quello che so è che non appena ci sono salito e ho imparato a starci dritto non ne volevo più sapere”. Con complicità: “Sulla bici ho portato ragazze – desiderate e indesiderate – a casa e a scuola”. Con convinzione: “La bici ti insegna a non mollare non solo quando sei sul percorso stradale, ma anche lungo il tuo percorso interiore, personale, esistenziale”.
E’ così che, per spiegarsi, raccontarsi, confidarsi, confessarsi, analizzarsi (è lui l’orso in bicicletta disegnato sulla copertina), Patui ha composto il “Decalogo semiserio di un ciclista anomalo” (Ediciclo, 132 pagine, 13 euro). Più idee che regole, più opinioni che comandamenti, più teorie che pratiche, più racconti che postulati. Se volete sprintare come Viviani, scalare come Nibali e frullare come Froome, questo libro non fa per voi. Ma se volete cercare di capire perché periodicamente sentite il richiamo della salita o perché improvvisamente provate il bisogno di lubrificare o lucidare, allora dateci dentro. Pedalando e leggendo. E continuando tranquillamente a lubrificare o lucidare.
Ecco i capitoli: 1) Hai litigato con la moglie? Prendi la bici e vai. 2) Non c’è asfalto che freni un ciclista. 3) Pensa a cosa mangi e a come ti vesti e saprai che ciclista sei. 4) Abbi pietà di loro perché anche tu sei stato e sarai un automobilista. 5) Non accompagnarti ai compagni sbagliati. 6) Sali e poi scendi (con eventuali cadute). 7) Non sorpassare invano. 8) Stoppa gli intoppi. 9) Non avrai altra bici (con elogio del tradimento). 10) Saluta e pedalerai meglio (con gratitudine finale).
Di ciclisti anomali è pieno il mondo. Patui ha il dono di prendersi con la dovuta leggerezza. Un po’ semiserio, un po’ semiallegro, un po’ semifreddo, un po’ semantico, un po’ semiotico, un po’ seminarista, un po’ seminatore.
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