Pierpaolo Ficara è dotato di un talento fuori dal comune. E’ un atleta con le “stigmate” del leader e una forza di volontà probabilmente anche superiore alla sua classe in bicicletta. Nelle ultime tre stagioni ha dovuto fronteggiare molti momenti difficili ma non ha mai mollato, non ha mai abbassato la testa, non si è mai arreso.
Ficara è un vincente e questa mentalità lo ha sempre accompagnato. Un primo grave incidente lo ha subito quando era ancora under 23: per lui un periodo di stop molto lungo, in un momento decisamente critico e cruciale. Lavorando duramente è tornato in sella e nel 2015 - alla corte di Franco Chioccioli - è stato uno dei dilettanti più in vista del nostro movimento.
L’approdo nel Team Amore&Vita lo ha visto subito cogliere un 4° posto al Giro dell’Appennino e altri ottimi risultati al Coppi e Bartali ed al Giro del Trentino. Tutto sembrava andare per il meglio e si attendeva soltanto una grande vittoria quando, all’inizio di giugno 2016, un auto lo ha investito negli Stati Uniti durante un allenamento di ricognizione sul percorso della gara di Philadelphia. Vertebre rotte, costole rotte, spalla fratturata in più punti, lesioni a fegato e trachea: insomma un calvario e un delicato intervento chirurgico eseguito proprio in America. Anche in questo caso Ficara ha lottato come un leone e dopo mesi di convalescenza è risalito in bicicletta puntando a quella che fino ad oggi è stata la sua migliore stagione, ovvero il 2017.
Un'annata partita in sordina (anche perché i postumi per un simile incidente non erano così semplici da superare) ma che di fatto ha portato a lui e al team Amore & Vita moltissime soddisfazioni.
Tre vittorie (tra cui l’ultima tappa del Tour de Jura in Francia nella quale ha superato allo sprint due corridori del team professional Wanty) e un infinita lista di piazzamenti nei primi quindici.
In sostanza un anno davvero memorabile che faceva presagire ad un 2018 all’insegna della vera consacrazione. Invece la sfortuna non aveva finito di bersagliare Ficara: a gennaio, a pochissimi giorni dal debutto agonistico in Francia, arrivava uno degli incidenti più brutti che un atleta possa avere. Doppia frattura scomposta e esposta di tibia e perone e del gomito. Una nuova sfida da affrontare per PierPaolo, per la sua famiglia e per il team Amore & Vita - Prodir che puntava tutto su di lui.
Ma anche questa volta Ficara non ha mai mollato, nemmeno per un istante. In estate, ddopo sei mesi di convalescenza, è tornato in gruppo e lo ha fatto con gli “occhi della tigre”, con il solo obbiettivo di saldare i conti con la cattiva sorte. Non sono arrivate vittorie ma, con pochissime corse nelle gambe, Ficara è ugualmente riuscito ad ottenere un incredibile, quanto importantissimo, 5° posto alla Coppa Agostoni, poi il 3° posto nella 1° tappa e nella classifica generale del Tour of Almaty ed altre straordinarie performance al Tour of Sibiu, Tour of Portugal, Tre Valli Varesine e Trofeo Matteotti. Performance che gli sono valse la chiamata in Nazionale da parte di Davide Cassani e Marino Amadori per Giro della Toscana e Coppa Sabatini.
Finalmente il peggio è alle spalle ed il 2019 può essere l’anno della svolta con una motivazione in più: la nascita del piccolo Andrea.
Pierpaolo, in passato hai superato momenti davvero difficili ma non hai mai mollato. Che cosa ti ha dato la forza per rialzarti e lottare?
«Troppo facile dire basta, arrendersi cambiare vita. Non voglio voltarmi indietro domani e pensare che avrei potuto fare qualcosa di più. Voglio invece raggiungere i miei obbiettivi: ho delle responsabilità verso la squadra e la mia famiglia hanno affrontato tanti sacrifici in questi anni insieme a me. Gli incidenti capitano fanno parte del mestiere».
Il team Amore & Vita – Prodir crede ciecamente in te. Più volte la famiglia Fanini si è esposta, dicendo quanto tu valga e scommettendo tutto su di te. Quali i tuoi obiettivi?
«Cercherò di ripagarli al meglio. Conosco i sacrifici che fanno per questa squadra e soprattutto l’amore che hanno per questo sport. Sicuramente non li deluderò. Per il 2019 non ho un obbiettivo preciso: tutte le gare che affronterò saranno una buona opportunità per mettermi in mostra. Certo, le gare italiane prevalgono su tutte ma cercherò innanzitutto di partire bene».
Tua moglie Giusy nei mesi scorsi ha dato alla luce Andrea. Che papà sei?
«Di certo sono felicissimo, la nascita di Andrea è stata la ciliegina sulla torta di una stagione partita male per via dell'incidente ma finita in crescendo. Vederlo nascere è stata un’emozione unica, paragonabile a 1000 vittorie. Cerco di essere un papà presente almeno fino a quando la nuova stagione entrerà nel vivo».
Facci una promessa per questa stagione.
«Cercherò come sempre di dare tutto me stesso ad ogni gara e di essere all’altezza delle aspettative che la famiglia Fanini ha sempre avuto nei miei confronti. E sono sicuro che riuscirò a togliermi qualche bella soddisfazione».