Dal celerifero alla city-bike in 128 pagine. L’impresa sembra impossibile. Troppi anni (227 anni), troppe bici (da corsa, da città, da donna, da montagna…), troppi protagonisti (da Leonardo da Vinci a Chris Froome passando per Fausto Coppi e Eddy Merckx), troppo di tutto. Eppure “Biciclette di ieri e di oggi” (di Stefano Roffo, Emmeklibri, 128 pagine, 4,90 euro) qualche sorpresa riesce comunque a regalarla.
Alfred Hitchcock, il regista, la faccia impenetrabile come una maschera, giacca cravatta e piedi a terra, in un porticciolo, mentre cavalca una bici da passeggio. E i Beatles, caschetto di capelli al vento, tre bici con i freni a bacchetta per John Lennon, George Harrison e Ringo Starr più Paul McCartney a piedi, forse un’altra prova della sua misteriosa morte tenuta segreta.
Costante Girardengo, con una tuta da operaio, mentre si allena su un antico prototipo di rulli collegato al tornio di un meccanico, leggendo – chissà – forse le istruzioni per l’uso o forse un bollettino parrocchiale. E Bruno Monti, Rizzardo Brenilli e Vito Favero, maglione dell’Atala, mentre si allenano per il Giro d’Italia 1959 e - senza riuscire a nascondere il sorriso - inseguono un prete, con tanto di cappello e tonaca, in fuga.
La Masi Special creata da Faliero Masi, artigiano-artista toscano con laboratorio-officina incastonata nel velodromo Vigorelli, per Antonio Maspes, milanese della Certosa di Garegnano e nove volte campione del mondo di velocità. E la mountain bike in acciaio firmata Iride, nata a Teglio Veneto nel 1919 con Umberto Gemmati e definita “la Maserati delle bici”.
Una vignetta satirica del Tour de France 1965 con “Poupou” Poulidor pompato dal suo direttore sportivo Antonin Magne e inseguito dal gruppo forte di Adorni e Gimondi, Van Looy e Bahamontes, Simpson e Janssen. E un particolare del catalogo illustrato della Bianchi, anno 1913, una bicicletta e un corridore alati e futuristi, illustrati da Fortunato Depero.
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