Il presidente dell’Uci David Lappartient ha postato un’intervista (CLICCA QUI) nella quale chiarisce i tempi e i modi della sentenza Froome, sottolinea una volta di più la distanza fra Uci e Aso, ribadisce l’impegno per un ciclismo sempre più pulito e lancia un appello ai tifosi. Ecco i passaggi più importanti del suo intervento.
TEMPISTICA. «La Wada ha scritto il 28 giugno all’Uci per informarci che il dossier Froome e tutte le relazioni legate al caso non costituiscono violazione del Regolamento Mondiale Antidoping. La procedura è stata particolarmente lunga perché il caso è complesso, è stato rispettato il diritto alla difesa del corridore: il 4 giugno sono state depositati i documenti da parte della difesa, la decisione finale è stata annunciata il 2 luglio quindi da parte nostra abbiamo cercato di contenere al massimo i tempi».
ASO. «Capisco che lasci perplessi il fatto che la decisione si arrivata pochi giorni prima del Tour de France e subito dopo l’annuncio della lettera di Aso a Sky per respingere l’iscrizione di Froome alla Grande Boucle. Ma i tempi ce li ha dettati la Wada con la sua decisione comunicata giovedì 28 giugno. A quel punto l’Uci ha solo redatto la sua decisione e poi l’ha comunicata nel più breve tempo possibile, vale a dire lunedì 2 luglio. Ribadisco che non c’è alcun legame tra la nostra decisione e la scelta di Aso di dichiarare non gradito il corridore. Quando abbiamo ricevuto la risposta della Wada, noi ci siamo limitati ad informare Aso che una risposta sarebbe arrivata prima del Tour de France. Prima di allora in diverse interviste anch’io avevo ipotizzato che si potesse arrivare al Tour senza una decisione definitiva perché non conoscevo i tempi dettati dalla Wada».
REAZIONI & SCELTE. «Le reazioni? Ci sono state reazioni esagerate ed eccessive all’annuncio della sentenza. Io ricordo e riaffermo che l’Uci ha scelto una linea di giustizia indipendente e a quella si è attenuta. Noi stiamo davvero lavorando per un ciclismo pulito, che è quello che vuole la gente, e mi piacerebbe che questo fosse riconosciuto. Abbiamo annunciato una decisione fondamentale sul divieto di utilizzo di farmaci come il Tramadol e i corticoidi, che molti hanno sottovalutato perché distratti dal caso Froome. È una decisione concreta, che va aldilà della Wada e che ci pone una vota di più all’avanguardia nella lotta per uno sport pulito. Abbiamo chiesto alla Wada di operare cambiamenti significativi sulla lista dei prodotti vietati e la possibilità di sospensioni preventive per evitare il ripetersi di casi simili a quello di Froome».
MESSAGGIO. «Alla vigilia del Tour de France, ai tifosi dico che la decisione sul caso Froome è stata presa in modo serio sulla base dei rapporti di esperti, è una decisione che va rispettata così come vanno rispettati tutti i corridori sulla strada, Chris Froome compreso. Chiedo ai tifosi: rispettate e proteggete tutti i corridori in tutte le corse, a maggior ragione al Tour de France».