di Angelo Costa
Curiosa contaminazione fra il Giro e i luoghi in cui si svolge: alla partenza di Spoleto, in una caserma dell’Esercito, anzichè il cartello ‘raduno’ è stato esposto quello ‘adunata’.
Smentita dall’Astana l’ipotesi che il ritiro di Lutsenko a Avezzano sia stato ispirato dalla presenza dei Dik Dik, gruppo musicale che annovera fra i suoi successi ‘Io mi fermo qui’.
L’organizzazione avvisa che la frase ‘Giro vietato ai toscani’ è riferita all’assenza di corridori nati in quella regione e non al divieto di fumare sigari.
Dopo aver vinto tre tappe in nove giorni, alla vigilia del giorno di riposo la maglia rosa Pogacar lancia un messaggio distensivo ai rivali: ‘Domani mi riposerò’.
Tensione in casa Visma: dopo gli incidenti di Vingegaard e Van Aert e il ritiro di Laporte qui al Giro, la nomina a leader della squadra viene presa come una minaccia.
La Vf Group Bardiani Csf Faizanè ricorda a tutti che Domenico Pozzovivo è lo stesso ciclista che correva vent’anni fa sempre in questo team, non il figlio.
Problemi a Eurosport, dove il meglio della tappa è riassunto nella trasmissione Giro a 360 gradi: per colpa di Pogacar, i gradi possono tranquillamente scendere a zero.
‘Sto osservando la fisicità di Pietrobon, ora ha i muscoli e i polpacci più definiti’ (Giada Borgato, motocronaca Rai, conferma di saper cogliere il lato estetico della corsa).