Scripta manent
Giro 1977, ancora Napoli...

di Gian Paolo Porreca

La geografia, si sa, è una scienza esatta. Precisa. Latitudine, longitudine. Eppure offre, talvolta, delle curiose letture trasversali. Anche nel ci­clismo, ad esempio. Abbiamo continuato a scrivere e a titolare che il Giro del 2013 è il secondo Giro nella storia che parte da Napoli. Cinquant’anni dopo quello del 1963, una distanza ben rotonda, di giusta enfasi. Eppure, quella scienza esatta che è la geografia ci informa che in realtà un altro, meno re­moto, Giro d'Italia, è partito “po­co lontano” da Napoli. E in provincia di Napoli. Ad un tiro di schioppo, come si diceva da ro­mantici bracconieri prima che arrivassero i kalashnikov, dal capoluogo. 1977, Monte di Procida. Non giochiamo a chi lo ricorda, tantomeno a chi dimostra memoria ed informazione migliore, ma è giusto, per come lo abbiamo vissuto noi, da innamorati del ciclismo, e non solo, riproporne certe atmosfere al lettore.

Certo, il raduno di partenza a Piazza Plebiscito, e la passerella per i­­l lungomare prevista per il via del Cir­cuito di Napoli, sabato 4 maggio, saranno esaltanti. Sarà uno spot per il ciclismo e per Napoli. Com­pa­tibilmente con una difficoltà logistica e stradale, nella nostra città, pubblicamente nota.
Ma io vi riporterei con tanta gioia a quel quartier tappa del Giro d’Italia 1977, insediato, sembra ieri, come un accampamento di gitani sorridenti, nel Castello di Baia. Vi riporterei, la corsa partiva di venerdì, con una cronometro, il Circuito di Monte di Procida ap­punto, alla sera precedente. Noi, appassionati di ciclismo, e non solo, con la ragazza che ci accompagnava e che ad amare il ciclismo - quello di allora, almeno - sarebbe stata condannata senza venia. Era il tempo, nei pronostici, di un ruggente De Vlaeminck, del primo ve­ro Moser, di quel Baronchelli che aveva spaventato Merckx giusto qualche anno prima, di un De Muynck silenzioso... Ma era, in­nanzitutto, per chi la carezza sentimentale di quei giorni la prova ancora o la ricerca nei suoi giorni delusi, la stagione di Freddy Maertens, il campione del mondo in carica, quel masnadiero belga che vinceva tutto. E che veniva da una Vuelta Espana dominata. “Fosse spuntato un altro Merckx?”, ci si chiedeva.

Noi questo interrogativo non ce lo ponevamo più di tanto, allora. Non eravamo nè tecnici, nè giornalisti. Eravamo solo innamorati di quelle ammiraglie rutilanti, ne­gli spazi che si riempivano del Castello, dello sciamare degli atleti, dei meccanici, degli addetti della Gaz­zetta... Era lo spettacolo di un piccolo grande circo che approntava lo spettacolo dell’indomani, che inondava gli occhi della giovinezza, noi che non lo avevamo mai visto nascere, come una realtà che superava la fantasia.

Ma il ricordo che affidiamo a questa pagina è, prima di ogni altro, qualora abbia ancora valore, la semplicità evangelica di quel ciclismo.
Noi, a fianco di Bruno Raschi e Vincenzo Torriani, amici per una ragione di più ad ogni Giro, e Guillaume Driessens, il direttore sportivo della Flandria, che si avvicina a loro, con cordialità antica, a presentargli il suo “gioiello”: Fred­dy Maertens. Ne ricordiamo il sorriso scanzonato, il ciuffo biondo, la mano stretta a me e alla mia ragazza, “De Vlaeminck però è più carino....”. Quanta linearità, in quei gesti, quanta trasparenza, in quel correre di Maertens, un campione del mondo, verso un saluto napoletano.
Quel Giro sarebbe andato come sarebbe andato. A Monte di Pro­ci­da, su un circuito dal fascino strepitoso, fra il mare e i Campi Fle­grei, Maer­tens si sarebbe imposto, per 5" su Moser, un’inezia, e conquistato la maglia rosa. Avrebbe vinto ancora, allo sprint, altre sei tappe, prima della caduta con Van Linden, al Mugello. E al ritiro conseguente. Lo avrebbero sostituito, negli sprint, il potente Demeyer, e in classifica Pollentier, uno scalatore inatteso e primo a sorpresa di quel Giro.
Questo già non conta più, però. Conta la vigilia e la speranza profumata di quel Giro “napoletano” del ’77. La mano di Maertens e la sua certezza di futuro, nel piazzale del Castello di Baia. E la mano di una ragazza che avrebbe amato, per colpa mia, quella sera di maggio più di ogni altra sera, il ciclismo e la sua infinita primavera.


Gian Paolo Porreca,
napoletano,
docente universitario
di chirurgia cardio-vascolare,
editorialista de “Il Mattino”
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Van Der Poel fa tre su tre e conquista anche la sesta prova della Coppa del Mondo di Ciclocross per elite che si è svolta a Gavere in Belgio. Dopo la prova di Coppa a Zonohoven, e il Superprestige a...


Ha destato scalpore, e non poteva essere altrimenti, l'arrivo di Mathieu Van Der Poel al ritrovo di partenza di Gavere, in Belgio, dove oggi è in programma la sesta manche della Coppa del Mondo di Ciclocross Elite. VDP si è...


L'iridata Fem Van Empel ha vinto la sesta prova della Coppa del Mondo di Ciclocross per donne elite che si è svolta a Gavere in Belgio. La olandese della Visma Lease a Bike, che aveva saltato le manche di Hulst...


«Cane vecchio sa…». E lo sa soprattutto Riccardo Magrini, che ha saputo pedalare fin qui, su strade scosse e mosse, tortuose o dritte, scoscese e ardite come le risalite di battistiana memoria e lui che di Battisti Celentano Mina Baglioni...


Quella che sta per iniziare, sarà per Geraint Thomas l’ultima stagione da professionista e ancora una volta lo vedremo correre al Tour de France. Inizialmente per il gallese si era pensato anche alla Parigi-Roubaix, poi la Ineos Grenadiers, attraverso un...


Sono due dei talenti più interessanti del ciclismo italiano: Edoardo Zamperini e Sergio Meris hanno chiuso il 2024 sul palco degli Oscar tuttoBICI, da cui vedono un futuro ancora tutto da scrivere ma che è già roseo. Il primo è...


Ma che cosa buffa! Ma che cosa tragica! Mi urge dentro sempre tanto - e tutto quasi nuovo, nel senso di ritrovato - da scrivere sul mio ciclismo, una sorta di enorme debito che cresce e cresce, e non so...


La bicicletta di Frank Zappa, provata, sperimentata, suonata, primo violino ma anche strumento a fiato e percussioni varie in un concerto trasmesso in tv ed entrato nella storia per quei suoni pizzicati e ticchettati, stridenti e sorridenti, sempre sorprendenti. La...


Torna questa sera alle 20.30 sulle frequenze di Teletutto l'appuntamento con Ciclismo Oggi, lo storico appuntamento dedicato al ciclismo giovanile. La puntata natalizia ci propone tre storie a cavallo fra la stagione appena conclusa e quella che sta per incominciare.Ad aprire la puntata...


Berk-Composites è un’azienda slovena che in questi anni sei è distinta per la realizzazione di selle innovative e leggerissime costruite sempre sfruttando la fibra di carbonio. Lupina Monocoque Open è una sella in cui la fibra di carbonio diventa del tutto protagonista e...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024