Da Liegi al Giro... EvenePUO'

di Francesca Monzone

I l campione del mondo muove alla conquista dell’Italia, c’è una maglia rosa da portare a casa e indossare sopra quella iridata. Remco Evenepoel è un fenomeno che sta crescendo ed il suo prossimo passo si chiama Giro d’Italia.
Remco è il ragazzo prodigio che agli esordi della sua carriera veniva descritto come un corridore in­stancabile, ma nervoso e facilmente irritabile in gara. Oggi quel giovane impulsivo si è trasformato in uno spietato calcolatore, un atleta che con grande sangue freddo prende in mano una corsa e va a vincerla. Nel 2022 ha inanellato la vittoria alla Liegi-Bastogne-Liegi, poi è arrivata la Vuelta di Spagna a settembre e per finire il titolo mondiale conquistato in Australia.
Evene­poel è il corridore che in gara non si volta e guida la sua bici senza guanti, perché deve avere il massimo controllo e il tatto per lui è un senso fondamentale. La Doyenne lo scorso anno era stata il punto di svolta nella sua carriera e da quel giorno la sua for­za e la fiducia in se stesso sono aumentate a dismisura. 
Quest’anno il giovane fiammingo ha corso poco ed il motivo - come ha spiegato lui stesso - va ricercato nel voler essere sempre al 100 per cento.
«Quest’anno ho corso di meno perché volevo arrivare al massimo per i miei appuntamenti. Vincere la Liegi-Ba­sto­gne-Liegi per la seconda volta è stato diverso dallo scorso anno. Questa volta ho corso con il pettorale numero uno e la maglia di campione del mondo e questo fa molta differenza».
Il numero uno Remco Evenepoel lo in­dosserà di nuovo: al Giro d’Italia il fiammingo sarà al via della corsa proprio con quel numero sulla schiena e la maglia di campione del mondo sulle spalle: tutti in Belgio sperano che quella maglia iridata possa tingersi presto di rosa.
«La Liegi è stata per me un test in vista del Giro. Volevo fare bene ma è il Giro d’Italia il mio obiettivo dell’anno. Que­sta vittoria mi dà ancora maggior fiducia e so di aver fatto tutto quello che do­vevo per arrivare pronto al mio ap­puntamento».
Evenepoel ha le idee chiare sul proprio futuro e vuole diventare quel corridore da grandi giri che per tanti anni è mancato al suo Paese.
Remco è un’ex speranza del calcio belga che ha deciso di smettere di giocare a pallone dopo aver indossato la maglia della sua nazionale. Il ciclismo era ciò che voleva Remco e pochi mesi dopo l’addio al calcio, ad appena 17 anni ha iniziato a vincere con camorosa puntualità. Oggi è il re di un Paese che vive di ciclismo, è stato capace di unire fiamminghi e valloni e ha capito qual è la strada migliore per arrivare alla vittoria: all’inizio dell’anno aveva detto che avrebbe privilegiato l’allenamento in quota piuttosto che le corse prima del Giro d’Italia. E ai molti che pensavano che gli sarebbe mancato il giusto ritmo per affrontare la Liegi, ha risposto in maniera clamorosa, conquistando la Doyenne alla maniera forte. 
«So come raggiungere il massimo della forma e sono arrivato all’inizio della mia seconda Liegi-Bastogne-Liegi con molta calma e un piano ben preciso. Ho anche acquisito esperienza. Ad esempio, sapevo esattamente come arrivare ai piedi della Roche-aux-Faucons, ovvero da solo. Forse posso sembrare più calmo, ma in termini di gioia e orgoglio questa vittoria è ancora più importante dell’anno scorso».
Il Giro d’Italia è alle porte e il fiammingo è uno dei grandi favoriti per la vittoria finale, ma dovrà fare i conti con Primoz Roglic, lo sloveno con il quale in passato ha già duellato.
«Ho già avuto la possibilità di misurarmi con Roglic e sono riuscito anche a batterlo. Ci siamo af­frontati anche re­centemente alla Volta a Catalunya, è stato un bel duello, ma al Giro d’Italia le cose saranno molto diverse».
Il giovane belga ha scelto la Spagna come luogo dove allenarsi. Era sul Tei­de prima della Liegi-Bastogne-Liegi e dopo la vittoria è andato a Denia, nell’hotel Syn­cro­sfera dell’ex corridore Kolo­sbnev, dove è possibile dormire in camere che simulano l’altitudine, per appena 200 euro a notte. Questa scelta è stata fatta dalla Soudal Quick-Step perché tra la Liegi e il Giro d’Italia il tempo era poco e non c’erano giorni a sufficienza per fare un nuovo ritiro in altura.
Le camere all’hotel Syn­crosfera rescno si­mulare l’altitudine a diversi li­velli. Ogni stanza è ben isolata per evitare dispersioni che vanno ad alterare l’ossigeno e la pressione. L’altitudine favorisce la produzione di globuli rossi, ma comporta anche dei rischi, perché sottopone l’organismo a forti sollecitazioni e l’eccesso può portare a un effetto negativo. Per Remco tutto è calcolato in ogni minimo dettaglio, perché per vincere il Giro, non si possono commettere errori e la preparazione è fondamentale.
«Quando esci da Syncrosfera, sei quasi al livello del mare. No­nostante la minore capacità di re­cupero, perché la notte si dor­me “in quota”, ci si può allenare in­tensamente. Ci riscaldiamo per mezz’ora e poi si fanno una serie di blocchi di allenamento più intenso. Penso che ve­ni­re qui sia per me il modo migliore per ultimare la mia preparazione».
Anche Primoz Roglic ha scelto la Spa­gna per ultimare la propria preparazione, ma ha preferito andare sul Teide a Tenerife, presso il Parador de las Ca­ñades, lo stesso albergo dove il campione del mondo ha soggiornato dal 31 marzo al 20 aprile.
«Qualche volta io e Roglic ci siamo in­crociati a colazione o a cena e ci siamo sa­lutati in modo cordiale. Una volta ab­biamo parlato per un po’ come fanno solitamente i ciclisti, mentre du­rante il giorno ci siamo incontrati raramente perché i nostri allenamenti sono molto diversi».
L’allenamento di Remco in questi ultimi giorni di vigilia cambierà e si darà la precedenza alla bici da crono, che fino ad ora ha avuto un ruolo secondario. Il fiammingo il primo giorno di gara af­fronterà una cronometro individuale e po­trebbe già conquistare la maglia ro­sa, anche se la vittoria non sarà scontata perché ci sono Filippo Ganna, che a cronometro ha conquistato due Mondiali, ma anche Stefan Küng e il campione del mondo Tobias Foss.
«Il percorso mi piace e una corsa a tap­pe con tre prove a cronometro si addice ad un corridore come me. Natu­ral­mente vogliamo fare del nostro meglio e abbiamo lavorato tutti tantissimo per ottenere il risultato più importante al Giro d’Italia e ogni giorno mi impegnerò per ottenere il massimo».
Il Belgio sogna di vincere la corsa rosa e spera di poter vedere Remco a Roma mentre tiene tra le mani il Trofeo senza fine. Eddy Merckx nel 1968 è stato il primo belga a vincere il Giro d’Italia e 10 anni più tardi, nel 1978 Johan De Muynck, è stato l’ultimo corridore bel­ga a conquistare la corsa italiana e an­che a salire sul podio finale della corsa.
Sono passati 45 anni dalla vittoria di De Muynck e Remco non vuole de­lu­dere il suo popolo.
Nel 2021 Evenepoel per la prima volta ha partecipato al Giro, ma è stato co­stretto a ritirarsi alla diciottesima tap­pa. Il fiammingo l’anno prima era ca­duto al Giro di Lombardia in agosto, fratturandosi il bacino. Rimase diversi mesi lontano dalle corse e il suo ritorno alle competizioni avvenne proprio con il Giro.
«Quando hai un incidente come il mio, impari a vedere la vita in modo diverso e capisci anche cosa è veramente im­portante. Sono stato criticato dopo il mio ritorno alle gare e tanta gente pensava che non sarei più tornato al mio livello migliore. Ho dimostrato a tutti che si sbagliavano e l’ho fatto vincendo. Adesso so cosa fare e ho trovato la stra­da per raggiungere i miei obiet­tivi».
Evenepoel? Evenepuò.

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