di Paolo Broggi
Jakob über alles. Sui prati di Schio Jakob Dorigoni ha coronato la sua stagione conquistando la maglia tricolore degli Élite, lui che avrrebbe potuto correre ancora tra gli Under 23, ma che ha voluto misurarsi nella categoria superiore e dove ha colto una grande vittoria.
Un successo che ha un sapore davvero speciale perché per Dorigoni si tratta del settimo tricolore consecutivo conquistato nel ciclocross.
«Nel mese di gennaio ho vissuto una fase magnifica, poiché vincere e festeggiare un titolo nazionale elite con un anno d’anticipo è bellissimo. Soprattutto se ripenso ai problemi che ho avuto in autunno, che mi hanno costretto a saltare la prima parte della stagione e a correre di... rincorsa».
Nello scorso mese di settembre, infatti, in un banale incidente di allenamento Dorigoni si era rotto lo scafoide.
«Ho cercato in tutti i modi di rientrare almeno per il campionato europeo di inizio novembre a Silvelle, ma i medici mi hanno consigliato una ripresa più lenta. C’è chi sostiene che non tutto il male arrivi per nuocere e il ritardo d’inizio attività crossistica mi abbia consentito di avere più energie, io però sono convinto che senza lo stop iniziale sarei andato anche meglio. Ora mi aspetta il mondiale e poi le ultime due prove del Superprestige prima di cominciare la stagione su strada. Ma non commetterò lo stesso errore del 2019, quando sono passato dal cross alla strada senza soluzione di continuità. Invece quest’anno mi concederò un periodo di riposo agonistico, prima di ripartire perché quest’anno dovrà andare tutto bene anche su strada».
Se a far festa tra gli Èlite è stato Dorigoni, in campo femminile continua il dominio di Eva Lechner che ha conquistato l’undicesimo titolo italiano tra le Donne Elite (sono 28 in tutto le maglie tricolori dell’altoatesina aggiungendo anche quelle conquistate nella mountain bike). La bolzanina allenata da Luca Bramati ha battuto Alice Maria Arzuffi mentre al terzo posto è piazzata Alessia Bulleri.
«Ero alquanto legnosa al primo giro e anche abbastanza tesa, poi mi sono sentita sempre meglio e alla fine del secondo giro ho allungato staccando la Arzuffi con la quale eravamo già in fuga. Nei tratti del tracciato più tecnici del percorso sono riuscita a fare la differenza: come avevo detto alla vigilia su un percorso del genere bisognava soprattutto fare meno errori possibili. C’era il fango, ma sotto anche il ghiaccio, e bastava un attimo per ritrovarsi per terra. Sono molto contenta, di titoli italiani ne ho vinti tanti ma ognuno è importante e ha il suo valore: è da una vita che corro per conquistare questa maglia! Sono molto contenta anche del titolo conquistato nelle junior da Lucia Bramati con la quale sono stata tutta la vigilia dei tricolori e abbiamo provato il percorso assieme».
Se la figlia d’arte Lucia Bramati ha fatto festa tra le junior, nella categoria Under 23 è andata a segno la toscana Francesca Baroni che ha regalato un altro titolo alla Selle Italia Guerciotti e in particolare ad un Paolo Guerciotti che ha visto una volta di più premiati il suo impegno e la sua passione per il ciclocross, autentico amore - ricambiato - di una vita.