Gatti & Misfatti

PRIMA O POI POSSONO FARCELA

di Cristiano Gatti

Visto che non sembrano servire a niente appelli, convegni, suppliche, di­rei di inviare ai piani altissimi del potere questo semplice re­port (come piace parlare a loro) prelevato direttamente dall’ultimo Tour de France. La madre di tutte le tempeste, questa mi­tologica riforma che fa la guerra alle piccole squadre, si sta addensando sempre più vicina, sempre più sopra le nostre te­ste: vediamo se almeno dei semplici fatti, esaurite tutte le chiacchiere, possono servire ad accendere qualche lampadina sul cruscotto della logica.

Proprio le chiacchiere in questo caso non servono. È tutto lì da vedere, come un freddo risultato di un’esperienza condotta in laboratorio, empirica eppure molto scientifica. Basta il nome di Ber­nal. La sua bella storia or­mai è patrimonio comune e diffuso. E come si arriva al lieto fine della grande favola, un ra­gazzino prelevato nei territori sperduti di Colombia e scaraventato piuttosto velocemente sul tetto dello sport mondiale? Con passi semplici, lineari, pon­derati. Prima lo sbarco in Europa per un necessario am­bientamento, quindi il passaggio decisivo in una squadra piccola, sottolineo piccola e non sgangherata, perché questo è il vero snodo: ci sono certe squadre piccole che effettivamente so­no dei suk improponibili, am­bientini buoni solo per ma­gheggi e furbate, ma non è ov­viamente queste che si vogliono difendere. Parlo delle Androni, che ogni anno si prendono la briga di scandagliare le periferie e di portare a galla i nomi più strani e sconosciuti. Così Bernal: Savio lo pesa per bene, lo mette sotto contratto, poi parte la fase dello svezzamento. O se vogliamo del liceo. Come nella vita, fare un buon liceo è la base per viaggiare spediti all’università. E guarda caso Bernal fa proprio questa strada. Dice, mica sono tutti Bernal. Di­co: senza arrivare a Bernal, proviamo una volta a fare l’inventario dei corridori veri spadellati da queste botteghe di al­to artigianato. Poi vediamo se lo sterminio programmato dalla nuova riforma non è un vero e proprio crimine della storia.

Nessun problema, se non vogliamo parlare solo del caso stratosferico di Bernal. Scendiamo pure di un gradino. Dico Ciccone. Anche Ciccone. Le sue belle stagioni nella Bardiani, con la pazienza e le amorevoli cure della Re­ver­beri Factory, ed eccolo adesso lì in una grande team a fare le sue brave figure ad altissimo livello.

Non stiamo troppo a fare i sottili: lo so che per un Bernal e un Ciccone ci sono anche tanti bei bidoni riavviati alla pastorizia senza alcun rimpianto, ma questa è parte essenziale del lavoro: si se­mina tanto per raccogliere il meglio. Per cinque che restano a terra, uno decolla verso altri pianeti. È un lavoro, una funzione, un ruolo importantissimo. Di vitale importanza. Un lavoro che le mega-squadre d’alto bordo non si possono per­mettere di mandare avanti. Su, lo capisce anche uno scemo: quelli hanno altri problemi e altre grane per la testa, altro che mettersi a impiantare asili per crescere i bambini della bicicletta.

Sì, è un lavoro particolare. Che merita cura, passione, tanta pazienza. Tempo fa pedalavo in Fran­cia­cor­ta bordesando bordesando, quando su una piazzola laterale vedo ferma un’ammiraglia del­la Nippo Fantini. Guardo dentro e c’è Valerio Tebaldi, in at­tesa dei suoi corridori. Mi fer­mo volentieri, è un gigante buo­no e saggio che sta nel ciclismo da una vita. Prima con Corti, assieme ad Oscar Pel­li­cioli, adesso nel team di Sciotti, dedica la sua vita proprio a questa missione: fare da padre, ba­dante, balia, mamma e altro ancora ai ragazzini che sbarcano in Italia dai cantoni più re­moti del mondo. Mi racconta che le difficoltà più grosse non sono farli pedalare forte (anche quelle, certo), ma riuscire a far­li crescere come uomini in contesti tanto diversi dalle loro origini. “Certe volte - mi racconta - li vedo così in crisi che dico lo­ro di saltare l’allenamento: vado a prenderli e me li porto a mangiare una pizza. Così, per sfogarsi un po’, magari anche per versare qualche lacrima”. Com’è come non è, quattro chiacchiere e saluti veri, poi riprendo il mio giro. Valerio mi stringe la mano e un po’ quasi si schermisce: “Quando incontro Claudio Corti, la mia soddisfazione più bella è dirgli una cosa così: dai Claudio, guarda Froome, qualcosa di buono in fin dei conti abbiamo fatto”.

È questa la vera sostanza della famigerata bega burocratica: siamo sicuri che la nuova riforma non arrivi come un tir fuori controllo nelle vetrine di queste botteghe, dove si lavora sul prodotto grezzo, cercando di tirarne fuori pezzi d’autore? La riposta la lascio ai supertecnici immersi da mesi nei loro brain-storming, sperando che il trionfo di Bernal serva un po’ anche a lo­ro. A ragionare. Prima o poi, magari, possono farcela.

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Quella che sta per iniziare, sarà per Geraint Thomas l’ultima stagione da professionista e ancora una volta lo vedremo correre al Tour de France. Inizialmente per il gallese si era pensato anche alla Parigi-Roubaix, poi la Ineos Grenadiers, attraverso un...


Sono due dei talenti più interessanti del ciclismo italiano: Edoardo Zamperini e Sergio Meris hanno chiuso il 2024 sul palco degli Oscar tuttoBICI, da cui vedono un futuro ancora tutto da scrivere ma che è già roseo. Il primo è...


Ma che cosa buffa! Ma che cosa tragica! Mi urge dentro sempre tanto - e tutto quasi nuovo, nel senso di ritrovato - da scrivere sul mio ciclismo, una sorta di enorme debito che cresce e cresce, e non so...


La bicicletta di Frank Zappa, provata, sperimentata, suonata, primo violino ma anche strumento a fiato e percussioni varie in un concerto trasmesso in tv ed entrato nella storia per quei suoni pizzicati e ticchettati, stridenti e sorridenti, sempre sorprendenti. La...


Torna questa sera alle 20.30 sulle frequenze di Teletutto l'appuntamento con Ciclismo Oggi, lo storico appuntamento dedicato al ciclismo giovanile. La puntata natalizia ci propone tre storie a cavallo fra la stagione appena conclusa e quella che sta per incominciare.Ad aprire la puntata...


Berk-Composites è un’azienda slovena che in questi anni sei è distinta per la realizzazione di selle innovative e leggerissime costruite sempre sfruttando la fibra di carbonio. Lupina Monocoque Open è una sella in cui la fibra di carbonio diventa del tutto protagonista e...


Nel giorno di Natale, a soli 60 anni, Pascal Hervé ha imboccato un'altra strada. Vincitore di tappa al Giro e maglia rosa nel 1996, il corridore transalpino passa professionista con la maglia della Festina nella stagione 1994. Si fece notare...


Per volare vola e pare un gabbiano. Potente ed elegante, financo regale. Eppure Jo­na­than Milan, l’uomo sul quale il ciclismo italiano prova a ricostruire il proprio futuro pensando al proprio passato, si sente un toro. Sarà per quel suo fisico...


Se per tutti noi il periodo delle feste è speciale, lo è ancora di più per un giovane atleta. E allora scopriamo come passava il Natale il giovane Fabio Aru.«Quando correvo, durante il periodo di Natale avevo la possibilità di...


Riuscire a vincere al primo anno tra i pro’ non capita a tutti. Davide Persico però, salito di categoria all’inizio del 2024 con la maglia della Bingoal-WB, ce l’ha fatta portandosi a casa la sesta tappa del Tour of...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024