BELGIO. Per la sicurezza, meno corridori e meno moto
SOCIETA' | 28/07/2016 | 09:58 La Federazione Belga - il cui ciclismo è stato scosso quest'anno dai tragici incidenti occorsi ad Antoine Demoitié e a Stig Broeckx - scende ufficialmente in campo per garantire la massima sicurezza nelle corse ciclistiche e stabilisce una serie di nuove norme, tra le quali spiccano la riduzione del numero dei corridori e di quello delle moto presenti ad ogni corsa.
Le norme, che non riguardano le corse professionistiche perché queste ricadono sotto l'egida dell'UCI, fissano in 175 anziché in 200 il tetto massimo di partecipanti per una corsa dilettantistica e fissano parametri di partecipazione per tutte le categorie minori. Tetto massimo anche per le moto che addirittura spariranno se la corsa si disputerà su percorsi di lunghezza inferiore ai 25 chilometri.
Un accordo sottoscritto tra la Federazione belga e il Ministero del Lavoro, obbligherà poi le società organizzatrici a migliorare la qualità dei "garibaldi" di ogni corsa, con l'obbligo di segnalare tutti i pericoli e i punti critici che possono essere incontrati lungo il percorso.
In ottemperanza alla legge belga sul lavoro, quindi, squadre con più di venti atleti dovranno fare riferimento ad uno specialista sui rischi del lavoro, che informi prima e aggiorni poi i corridori sui rischi potenziali cui possono andare incontro in corsa e in allenamento.
Sarebbe impossibile applicarla in Italia a causa dell'irresponsabilità degli automobilisti e della necessità di chiamare parecchie decine di ASA per chiudere gli incroci.
Percorrendo 25 km in una qualunque strada italiana si incontrano decine di rotatorie e numerosi incroci....
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