GATTI&MISFATTI. QUESTO È IL PROSECCO ALLA TAPPA

GATTI&MISFATTI | 14/05/2016 | 17:51
di Cristiano Gatti      

E lo chiamano sempre «Processo». Continuano ineffabili, ogni anno, cocciutamente. Si ostinano a tenere in vita artificialmente il glorioso marchio, attaccato al tubo dell’ossigeno. Si accontentano di questa vita puramente vegetativa, come se bastasse averlo ancora lì, alla fine della tappa, per assaporare gli stessi piaceri e le stesse emozioni di un’altra epoca.

La Zia in piedi con le sue nuove capigliature, al fianco un Davide Cassani che prova a snocciolare qualche opinione, dall’altra parte don Garzelli, che parla bene, si presenta bene, si comporta bene, si pettina bene, anche se alla fine ci si chiede sempre quando riuscirà a dire qualcosa sul serio.

Quando la telecamera allarga, la desolazione: sedie il più delle volte vuote (giocano col morto), qualche tifoso sullo sfondo che alza il cartello lecchino (“De Stefano quanto sei bella”), scenografia da spending review cattiva, neanche l’avesse disegnata con tanta cura Mario Monti in persona.

Ogni tanto, sbuca un ospite e va a sedersi: qualche chiacchiera, clima da circolo dell’uncinetto, quant’è bravo questo, quant’è simpatico l’altro. Per fortuna, a un certo punto, c’è sempre l’angolo comico: l’«Indiscreto» di Beppe Conti, paleontologo del ciclismo di altre ere, qui riciclato come esperto di mercato, presumibilmente del pesce, viste le risate generali che sbocciano quando le spara. Tutti in carovana vorrebbero tramutare il titolo della rubrica in un «Indiscreto» – diciamo così - più piccolo.

Unici momenti realmente interessanti, che valgono il prezzo del biglietto, le interviste a caldo dai pullman e dal palco premiazioni, decorosamente condotte dai De Luca e dai Severini.

Tutto, si inventano di tutto, purchè nessuno si azzardi a innescare un vero «Processo». Con qualche imputato, con qualche reato, con un’accusa e una difesa, così che alla fine ciascuno possa stilare il proprio giudizio. Niente, non se ne parla proprio.
Esempio sublime in occasione della tappa più bella del Giro (finora). Salta Dumoulin, Valverde infiamma il pubblico degli sterrati, Nibali tiene botta benissimo, tre italiani ai primi tre posti, tappa e maglia per Brambilla. E loro, i geniali del Processo? Invitati Oss, Tosatto che compie gli anni, Cancellara e Pozzato (con torta). Tanti auguri e un bel cin cin.

Io lo dico da anni: basta, finiamola di usurpare e deturpare la memoria del «Processo» di Zavoli. Fatelo pure così, con tanti baci e tanti brindisi. Ma chiamatelo col suo vero nome: «Prosecco alla tappa». Ogni riferimento alla Zia è puramente casuale.

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COMMENTI
14 maggio 2016 18:23 vecchione
GRANDE GATTI.
SEI TUTTI NOI OPPRESSI SPETTATORI DI TANTO BLATERARE AUTOREFERENZIALE.

E la "zia" dice sempre "STATE CON IL CICLISMO CHE NON SBAGLIATE MAI".

MA QUALE CICLISMO?

Non certamente quello della corte di molti "miracolati" Rai.

Quoto tutto
14 maggio 2016 18:26 bove
Come dicono quelli dei social \"quoto tutto\"
Promossi Pancani Martinello e de Luca. Il resto non funziona e non da oggi.

le tutto da rifare
14 maggio 2016 19:28 toro
condivido tutto quello che avete scritto,.
aggiungerei che la zia parla solo di chi gli è simpatico ......tutto il resto non fa testo

Velo pietoso
14 maggio 2016 19:49 maxmsg
Sono d\'accordo che Garzelli si presenta bene, si comporta bene, si pettina bene, ma è il personaggio meno indicato per un programma dove debba esprimersi verbalmente. Si mangia metà delle parole che dice e quando azzecca un congiuntivo il giorno dopo nevica! E il Garzelli non è l\'unico che dovrebbe tornare alle elementari, intese come scuole.
Passato Cassani ad altro incarico possibile che non si sia trovato un sostituto altrettanto valido in fatto di tecnica e proprietà di linguaggio per le telecronache? Io avrei visto bene la \"Zia\" che, dovendo attenersi alla cronaca, non partirebbe per la tangente retorica di certi suoi servizi (vedi TdF).
Nel complesso è vero che di processo attualmente non se ne vede ombra. Eppure ce ne sarebbe da commentare, gli argomenti non mancano certo, incluso qualche servizio sui materiali che, con la cacciatta del Lelli, sono scomparsi un\'altra volta.
È così difficile organizzare un dopo-tappa degno di essere seguito?

cambiare rotta
14 maggio 2016 20:33 maurop
Cristiano Gatti ha ragione da vendere, essenziali e competenti De Luca e Severini, buona nel complesso anche la telecronaca, soprattutto per le bellissime riprese, sarei più clemente con Beppe Conti che comunque di ciclismo e di storia del ciclismo ne mastica e dà sempre un contributo apprezzabile. Per il dopo corsa, dopo un quarto d\'ora dedicato alle interviste e alla\'analisi del tema centrale della tappa, converrebbe rischiare e affidare una mezz\'ora di dignitoso talk show para-ciclistico a qualcuno che è in grado di intrattenere un pubblico anche non di specialisti, parlando di ciclismo ma anche di altro, un po\' come fa Camurri nell\'Italia del Giro d\'Italia. Così com\'è ora, con quella squadra e con quel team leader (?) Ogni giorno è un suicidio confrontarsi on le ombre di Zavoli, Brera, Raschi, eccetera.

A me piace
14 maggio 2016 21:08 fido113
Vorrei vedere voi criticoni all\'opera...a me il processo piace e mi fa scoprire tantissime cose che la corsa nasconde. La De Stefano è perfetta , se poi la paragoniamo alle varie signorine che conducono altri programmi RAI mi prende il panico al pensiero che venga sostituita con una di quelle \"poveracce\". Esperta, gradevole e vera appassionata di questo sport........andate allo stadio criticoni.
Gianni

RAI
14 maggio 2016 21:18 fido113
Cinque ore di diretta al giorno e anche di più e avete il coraggio di lamentarvi? Proprio non vi capisco. GRAZIE RAI e tutti gli inviati al GIRO.

La De Stefano e Beppe Conti
14 maggio 2016 22:05 Pinuccio25
Amano il ciclismo e questo mi basta. Alessandra raccoglie e racconta storie, sentimenti che vanno oltre la classifica di tappa, Beppe tiene viva la memoria di un ciclismo che ha entusiasmato milioni di persone. Perdono qualche debolezza femminile alla De Stefano e comprendo il ruolo che affidano a Conti. Comprendo meno cosa dice Bruseghin al Tg Giro, le sopracciglia di Garzelli e perché hanno fatto fuori Lelli !!!

Processo alla tappa
14 maggio 2016 22:18 Massimoge
Volentieri ho letto l'articolo. Mi stavo convincendo che detesto questo "processo" per il semplice fatto che sono ormai un vecchio brontolone un po' rimbambito legato al passato. Gatti mi tranquillizza. Vecchio si, rimbambito pure, legato al passato sicuramente, ma per quanto riguarda il "processo" evidentemente non sono il solo a pensarla in un certo modo. Il grande inimitabile Sergio Zavali non avrà mai eguali. Come non avrà eguali la squadra che gli stava attorno. I giornalisti, altro che indiscreto, c'erano Neri e Clerici, tanto per citarne solo un paio, e poi i direttori sportivi: l'astuto Geminiani, il saggio Pezzi, il compassato Bartolozzi. Per non parlare dei ciclisti, l'indemoniato Taccone, l'ineccepibile Adorni e poi via via Gimondi, Motta, Dancelli e tanti altri. Infine c'era Bartali con la tuta della Rai. Tutto cambia, ora tutto è estremamente corretto, compassato, chi fumerebbe mai una sigaretta davanti alle telecamere come faceva Zavoli. A ragione Gatti, fate come volete ma non chiamatelo più "Processo".

La zia
14 maggio 2016 22:27 Massimoge
La definirei con un solo termine: saccente

se non vi va bene spegnete la tv
14 maggio 2016 22:47 pianezze
sono d'accordo con fido113 la rai fa vedere tutto 5 ore di diretta e le tappe dolomtiche si vedranno tutte dal primo all'ultimo km,interviste,servizi e ci sono ancora critiche,allora sarebbe meglio eurosport o sky a questo punto,o mediaset come il giro di tanti anni fa,quelle si fanno ridere o facevano ridere....mah veramente mai contenti,senza rai non vedremmo niente di ciclismo,sennò aspetta c'è sky a 60-70 euro al mese....

la Zia...........
15 maggio 2016 09:43 alfioboss
Chi ha avuto modo di frequentare "" l'interno del Giro "" per lavoro, sà benissimo che chi critica la "" Zia "" ha pienamente ragione !!! Per quanto rigurada il resto della "" Ciurma "" Cassani Compreso, STENDIAMO UN VOLO PIETOSO !!! La Rai??? lasciamo perdere.............

X piane zie
15 maggio 2016 13:36 bernacca
Qui non stiamo a contestare il servizio che la Rai offre in corsa, si sta solo giustamente chiedendo di cambiare nome a una trasmissione in memoria di chi l'ha istituita!

Non è solo il processo ...
16 maggio 2016 17:18 Giosa
Il Giro d'Italia è "l'Appuntamento" sportivo che, di regola, maggiormente dovrebbe coinvolgere il Paese...per definizione ..o sbaglio? Per farlo deve risultare popolare, coinvolgente, alla portata di tutti, di chi pedala per gioco e di chi lo vede come la Festa italiana, quella che l’evento ha sempre rappresentato con l'arrivo della primavera: immagini di luoghi in festa con gente felice.
Credo che di questo, ora più che mai, abbiamo bisogno tutti in questi periodi in cui troppe volte sentiamo e viviamo cose brutte.
Detto ciò il problema qual'è? La Rai, l'Azienda di stato che quest'anno sta toccando il fondo con scelte suicide, con commentatori inappropriati, molto spesso supponenti...a partire proprio dalla Zia, bravissima ma un tantino in adorazione di se stessa.
De Luca, Pancani e Martinello..bravissimi anche loro ma, diciamolo, decisamente troppo seri, distanti da chi guarda il ciclismo aspettandosi momenti di sport e di relax,troppo tesi come se fossero sempre sotto esame, con la paura di esprimersi che li costringe in una sorta di autocensura.
Giro mattina...inguardabile. Altri tempi quando Paolo Belli faceva ballare e cantare il pubblico; Sgarbozza, tanto criticato ma, era lui, era quello che ci voleva a quell’ora gestito dal geniale Bartoletti.
TGiro invece? Appuntamento imperdibile quando De Luca e Lelli alternavano preziose informazioni tecniche, ora sparite dalla programmazione, con momenti di sarcasmo e rimbalzi di battute esilaranti che ti allietavano sul finire della giornata. Ora il nulla, il povero e bravo De Luca orfano dell’unica voce simpatica silurata, incomprensibilmente, da Romagnoli. PreGiro e Processo: qui davvero dobbiamo stendere un velo pietoso su molti aspetti: il cavalier servente della DeStefano, un Garzelli, impomatato ben vestito, ma decisamente poco empatico col pubblico dei cicloamatori che si mangia le parole e oltre a proporre sopracciglia tatuate bene non ci dice niente di particolarmente interessante. La Zia, parla parla parla e..niente questo articolo che stiamo commentando ha già tessuto il profilo molto condivisibile e poi c’è la minestra scaldata di Cassani che, forse, farebbe meglio a concentrarsi sulla Nazionale. La cronaca della tappa ci propone la new entry Benincasa, povero e spaesato, bravissimo nell’esposizione di cose ovvie che niente tolgono o portano a chi vede la tappa ; dalla moto prova, senza successo e stentando visibilmente come chiunque parla di cose che non conosce, a fornire poche informazioni tecniche fornitegli da chissà quale suggeritore poco informato a sua volta decisamente da rimpiangere i congiuntivi sbagliati di un Lelli che, almeno, ci dava informazioni interessanti e commenti azzeccati esposti in un modo tutto suo che, però, faceva divertire e scaldare il pubblico creando, e facendo percepire,un clima amichevole e di vicinanza al telespettatore. Su Bruseghin, non so neanche cosa dire tanto è anonimo e incomprensibile la sua presenza. Concludendo, non so come siano gli ascolti rispetto all’anno scorso, ma credo che Alessandro Fabretti, Team manager di questa squadra, debba porsi tanti interrogativi e decidere se proseguire o meno su un cammino decisamente rovinoso per RaiSport. Peccato davvero perché il Giro vuole e deve essere amato.

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