AiMEC. Montaguti: «Parlate di chi corre pulito, non dei dopati»

ASSOCIAZIONI | 22/11/2015 | 18:02
Francesca Rossi, la direttrice della Fondazione Antidoping del ciclismo Internazionale, l’ha detto a chiare lettere e senza tanti giri di parole. «A noi spetta un compito estremamente delicato, ma una cosa è certa: la musica è cambiata. Il ciclismo, nella sua totalità, ha capito e ha cambiato registro. Oggi il ciclismo è molto più credibile e le nuove generazioni hanno capito che è importante lavorare sulla cultura e la prevenzione. Quello che mi piace è che da parte di tutti, c’è la massima collaborazione per rendere il nostro sport un’eccellenza. Diciamolo chiaramente: il ciclismo è lo sport più controllato, ma proprio per questo più pulito e credibile».

Non meno chiaro Matteo Montaguti, che ieri mattina ha partecipato alla tavola rotonda voluta da Roberto Corsetti, presidente dell’Aimec, l’associazione dei medici del ciclismo, alla quale hanno risposto come relatori eccellenze del ciclismo. Oltre al corridore dell’Ag2r, forlivese di 31 anni, da otto professionista, c’era anche Cristian Salvato, presidente dei corridori: «Noi difendiamo i ciclisti, non certo i bari – ha detto -. Quello però che mi dispiace è che non emerga in maniera chiara e visibile gli sforzi che i corridori fanno per rendere questo sport sempre più credibile. Quello che fanno i corridori non lo fa nessun altro sportivo, da parte nostra c’è la massima collaborazione e disponibilità».

Presente anche Giuseppe Capua, Presidente Commissione di Vigilanza Antidoping ministeriale. «Tra gli amatori vedo cose ancora molto preoccupanti e i risultati in nostro possesso ci dicono che dobbiamo fare ancora molto». Poi però ammette che va definito meglio il perimetro dentro il quale la CV deve operare, soprattutto alla luce anche delle recenti dimissioni di Fabio Pigozzi, membro della Giunta Coni e della Commissione Salute e ricerca della Wada, nonché rettore dell’università di Roma Foro Italico. «Nado Italia controlla gli atleti di vertice, a noi spetta quello degli amatori, ma c’è tutto uno spazio che è scoperto e va tutelato», ha detto.

C’era anche Gabriele Petrolito, vice presidente della Federazione Medici Sportivi, che è intervenuto al posto di Maurizio Casasco, impegnato a Bruxelles. Petrolito è stato molto chiaro sulla scelta della Federciclismo di affidarsi alla figura del medico di base per le squadre juniores e under’23 oltre alle Continental anziché ad un medico sportivo. «È una scelta a dir poco discutibile…».

Presente anche il responsabile delle pagine del ciclismo sulla Gazzetta dello Sport Luca Gialanella, che ha puntato il dito sui corridori che continuano a non capire e meritano non una seconda possibilità ma la radiazione. Ha invitato la CV del Ministero a non divulgare i dati del ciclismo con disinvoltura, ma specificare bene che si tratta di amatori: «il ciclismo agonistico, quello di vertice, è tutt’altra cosa». Ma molto chiaro e deciso nel proprio intervento è risultato come dicevamo in apertura Matteo Montaguti, che ha invitato tutti, mezzi di comunicazione in primis, a dare spazio più al ciclismo pedalato che a chi questo sport lo continua a mortificare con le proprie azioni scellerate.

«Io sono stato compagno di camera del francese Mondory. Da quando gli è stata notificata la positività all’epo è scomparso, e forse non è nemmeno un male. A me del doping non interessa niente. Ma adesso basta, la gente deve sapere che noi siamo cambiati e il movimento è migliorato non poco. Non è possibile che dal macellaio alla casalinga ci prendano tutti per dopati. Io quelli che si dopano e sono stati squalificati non li voglio vedere più da nessuna parte. Io vorrei che si desse valore alle nostre prestazioni come ciclisti, e non alle parole di ex dopati. Non trovo giusto che si dedichino pagine a chi è un baro e poche righe a chi continua a fare con impegno e serietà il proprio lavoro senza ombre e senza macchia. Per non parlare poi di chi torna alle corse dopo mesi di squalifica per doping e viene quasi riaccolto come un eroe».

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COMMENTI
22 novembre 2015 18:26 nikko
"....Io quelli che si dopano e sono stati squalificati non li voglio vedere più da nessuna parte......"(Matteo Montaguti)
«...sto studiando, devo imparare molto...»(Ivan Basso)

22 novembre 2015 18:55 limatore
giusto

Ex proff beccati
22 novembre 2015 18:59 pagnonce
Se sono stati colti da proff con prodotti dopanti e squalificati non e' giusto che facciano i direttori sportivi .Basta manipolare nel ciclismo in nessuna categoria .Anche questo vuol dire pulire l'ambiente e prendere una boccata d'aria.I vertici dovrebbero immediatamente attivarsi .Per fare ordine ci vuole un gran disordine.


Grande Matteo condivido in pieno
22 novembre 2015 19:49 mimandapicone
La stampa si proprio loro , li fa eroi poi li condanna come se non sapesse, poi scontata la squalifica diventano i salvatori della patria, chi sbaglia deve sparire, bastaaaa elogiate chi fa lo sport pulito anche se non vince, si vede ad occhio nudo chi si dopa, non fate gli ipocriti.

crediamoci
22 novembre 2015 20:56 relax
sarebbe il caso di farlo presente ai vari ds e team manager che tenere un ciclista che non ha mai avuto problemi con il doping da più credibilità al ciclismo e l'immagine di questo sport sarebbe migliore.

parole
22 novembre 2015 21:06 blardone
Secondo me i ciclisti devono parlare meno e pensare a pedalare. Sono parole molto pesanti quelle del signor Montaguti .non e colpa del maccelaio se questo sport e fatto da persone che parlano\" troppo \" nel bene e nel male . Spero tanto nel cambiamento di mentalità però mi illudo solo . Mi preocupano tanto le categorie inferiorii.meglio non parlare .w il ciclismo

22 novembre 2015 22:35 VociDalGruppo
il Sig. Montaguti non aveva mai visto nulla di stano o sospetto ? a me pare che l'omertà è sempre presente... si parla tanto ma poi quando c'è da dire qualcosa che non va ti trovi con le valigie, oppure non ti fanno correre senza motivo, non trovi più squadra e ti fanno fuori... vedi correre gente che non lo merita (e magari come oramai è assodato paga per correre)... mentre che ha le qualità si trova disoccupato.

geo
23 novembre 2015 07:54 geo
Nelle categorie Esordienti ed allievi basta un certificato medico per giustificare molte sostanze dopanti. Chi frequenta l'ambiente lo sa, sono pochi che lo fanno, ma ci sono, non facciamo finta di non sapere

BRAVO MATTEO
23 novembre 2015 08:04 Marcy
TU PERO SAI CHE SONO QUELLI CHE FANNO NOTIZIA,E QUELLI CHE SCRIVONO I GIORNALISTI,CHE IO LI CHIAMO GIORNALAI,ANNO BISOGNO DI VENDERE

geo
23 novembre 2015 09:34 blardone
Hai ragione su quello che dici delle categorie giovanili ma il brutto che hai genitori gli va bene cosi! Questo fa paura .dov e il futuro basta scrivere che ci sono stati cambiamenti non e vero. I giornalisti fanno bene a scrivere fanno vivere questo sport . Lo sponsor che paga gli stipendi gli serve la pubblicità se no finisce tutto

Condivisione
23 novembre 2015 11:49 cesco381
Condivido le parole di Matteo Montaguti, molte cose hanno fatto i ciclisti; molto però resta ancora da fare fintanto che ci saranno direttori General manager e soprattutto corridori che si fanno assistere nella preparazione da ex corridori dopati con condanne in giudicato.
Credo di essere stato molto chiaro.

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