PROFESSIONISTI | 05/09/2015 | 23:41 Ci prova sempre, Carlos Julian Quintero. Nei quattro anni che lo hanno visto protagonista con la maglia del Team Colombia-Coldeportes,
il 29enne di Villa Maria ha passato migliaia di chilometri al vento,
tirando per un compagno o andando a caccia del risultato da lontano.
Tuttavia, mai come nella 14a tappa della Vuelta a Espana, 215 km da Vitoria all’arrivo in salita di Alto Campoo, Carlos è arrivato a sfiorare uno di quei successi che ti cambiano una stagione, se non una carriera.
A
giocarsi il successo nell’attesissima tappa di montagna, la più lunga
di questa Vuelta a Espana, sono stati cinque corridori, i cinque atleti
che dopo 50 km a ritmo indiavolato sono riusciti – di forza – a rompere
la resistenza del gruppo su uno strappo. Oltre a Quintero, Salvatore
Puccio (Team Sky), Mikael Cherel (Ag2r-La Mondiale), Josè Joaquim Rojas
(Movistar) e Alessandro De Marchi (BMC) sono stati gli
assoluti protagonisti di giornata, e alla fine è stato proprio
quest’ultimo a distanziare i compagni di fuga nei chilometri conclusivi,
sbucando a braccia alzate dalla fitta nebbia scesa sul traguardo.
Dietro a lui Puccio e Rojas, mentre per Quintero arriva un quinto posto
dal gusto agrodolce, e il premio di atleta più combattivo al termine di
160 km all’arrembaggio.
“Oggi abbiamo disputato una grande
tappa, ma davvero questo finale mi lascia un gusto amaro in bocca.
Volevo vincere, non mi nascondo,” ha commentato Carlos nel dopo tappa, con occhi lucidi che non lasciavano dubbi sul suo stato d’animo. “Negli
ultimi chilometri ho curato Cherel, che mi sembrava ancora piuttosto
brillante e aveva tentato un paio di scatti, ma a 2 km dal termine, nel
tratto più duro della salita, De Marchi ha attaccato a fondo e nessuno è
riuscito a seguirlo.”
“In questi giorni – prosegue Quintero – non
c’è stata tappa nella quale non abbiamo provato ad andare all’attacco, a
renderci protagonisti. Purtroppo non sempre va bene, entrare in fuga è
sempre difficile, e portarla a compimento lo è ancora di più. Oggi è
stata una battaglia, ma siamo stati bravi e ci siamo guadagnati
quest’opportunità fino in fondo. Proprio per questo, fa male non essere
riuscito a terminare la fuga a braccia alzate. Ma non ci daremo per
vinti fino alla fine.”
Dopo aver toccato un massimo
vantaggio di quasi dieci minuti, ed aver iniziato con nove primi di
margine i 19 km finali verso Alto Campoo, i battistrada hanno gestito
vantaggio e forze nella prima parte della salita, con pendenze regolari,
prima che Cherel aprisse le ostilità a 3 km dal termine. Alle loro
spalle, il leader Fabio Aru (Astana) provava ad
attaccare i rivali di classifica, ma il primo dei favoriti sul traguardo
è stato Nairo Quintana (Movistar), che ha recuperato sette secondi
sull’italiano, che si conferma in vetta alla graduatoria.
Rodolfo Torres del Team Colombia-Coldeportes si è piazzato ventesimo a 4.23, seguito da Alex Cano, 23° a 4.38, e Fabio Duarte, 25° a 4.42.
Domani
ad attendere il gruppo c’è la seconda prova di un trittico terribile:
la quindicesima tappa, Comillas-Sotres. Cabrales, prevede 175 km e un
altro arrivo in salita, con i dodici chilometri a naso in su sull’Alto
de Sotres.
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