PROFESSIONISTI | 02/09/2015 | 12:18 Si riapre la polemica sulal caduta di Peter Sagan alla Vuelta con una lettera aperta che la società di gestione del team Tinkoff saxo ha inviato al direttore della corsa spagnola Javier Guillen, al presidente dell’Uci Brian Cookson e al presidente del CPA Gianni Bugno.
Tinkoff Sport A / S, in qualità di società di gestione del team di Tinkoff Saxo, si sente in dovere di affrontare l'incidente che ha coinvolto il suo corridore Peter Sagan negli ultimi chilometri della ottava tappa della Vuelta a España, quando una moto del cambio ruote lo ha colpito da dietro ad alta velocità, causandone la caduta ed il conseguente ritiro gara a causa delle gravi lesioni subite.
Crediamo che i fatti siano chiari e fuori discussione: il conducente della moto, con noncuranza e in maniera impropria, ha cercato di superare il gruppo ridotto dei battistrada ad altissima velocità, probabilmente con l’obiettivo di raggiungere i tre corridori che precedevano il gruppo di pochi secondi.
È chiaro che il pilota non avrebbe dovuto sorpassare il gruppo in quel punto senza avere la certezza di farlo in tutta sicurezza.
L'incidente, avvenuto ad alta velocità, avrebbe potuto avere conseguenze più gravi per il corridore che si è trovato completamente indifeso di fronte a tale manovra.
La Tinkoff Saxo e Peter Sagan, uno dei corrirdori più forti in gruppo, al quale la squadra affidava gran parte delle sue possibilità di ottenere successi in questa Vuelta, hanno subito danni diretti ed indiretti a causa dell'incidente, per i quali sarebbe ragionevole chiedere i danni ai responsabili.
La priorità per la nostra squadra, però, è che gli organizzatori della gara e tutte le altre parti interessate possano trarre lezione da questo incidente e attuare misure concrete per promuovere la sicurezza dei corridori, creando un ambiente di corsa migliore. In questa fase, quindi, invece di iniziare uncontenzioso giudiziario, Tinkoff Sport A / S richiede:
1. Unipublic, in qualità di gara Organizzatore della Vuelta, deve presentare pubbliche scuse per l'accaduto, cosa che non fatto fino ad oggi;
2. Pur non pensando a questa misura come ad una compensazione per il dannoc he abbiamo subito, proponiamo che Unipublic offra una donazione a un'organizzazione di beneficenza - che sarà indicata da Tinkoff Sport A / S in accordo con Peter Sagan - pari al valore del premio per la conquista della maglia verde, o suggerisca un'alternativa che riconosca come l’organizzatore della gara abbia la responsabilità della sicurezza durante il suo evento;
3. Unipublic deve adottare misure appropriate e concrete per prevenire incidenti simili nelle tappe che restano e nei suoi eventi futuri;
4. Tinkoff Sport A / S chiede che l'Unione Ciclistica Internazionale revochi la multa inflitta al nostro corridore per "comportamento che danneggia l'immagine del ciclismo". Il team e Peter Sagan accettano la multa per la reazione che il corridore ha avuto dopo l'incidente, ma è semplicemente inadeguato accusarlo di aver danneggiato l'immagine del ciclismo in queste circostanze;
5. Chiediamo, inoltre, che la Uci avvii - in cooperazione con i rappresentanti della nostra e di altre squadre e tutte le parti interessate - una revisione delle norme che disciplinano l'ammissione di veicoli in corsa, con l'intento di adottare modifiche delle regole entro e non oltre l'inizio della stagione 2016.
Tinkoff Sport A / S si augura che tutte le parti interessate possono imparare dall'incidente e che alcune delle misure proposte possano aiutare a prevenire situazioni simili e offrire una migliore tutela della sicurezza dei corridori, garantendo la reale equità di ogni gara.
La nostra speranza è di ricevere una risposta da Unipublic e Uci entro e non oltre l'ultimo giorno di corsa della Vuelta, vale a dire domenica 13 settembre 2015. In caso contrario, Tinkoff Sport A / S si riserva il diritto di avviare un procedimento.
Qualcosa sta cambiando nel ciclismo. Savio che persgue legalmente ciclisti "delinquenti". Tinkov che vuole adottare una linea dura. In questo caso è sin troppo ovvio che non si cercano di recuperare soldi, come qualcun altro ha commentato su altro articolo. Ma sfido chiunque a negare che il Team non ha subito danni alla sua immagine perdendo se non delle vittorie certe, dei piazzamenti importanti di Sagan sicuri. Poi la maglia era più che alla sua portata. Che danni all'immagine del ciclismo avrebbe fatto lui? Ok, una reazione istintiva. Ma su cara UCI, finiscila di proteggere chi ti porta i soldini per fare gare. Chi ti paga l'obolo per poter organizzare. Proteggi chi questo sport lo fa andare avanti: ciclisti, squadre. Crea un network vero di marketing e anzichè multare i tuoi lavoratori, proteggili! Per me, scusate se lo dico, ma voi dell'UCI siete proprio dei gran incapaci. E' ora di finirla con le vostre regole imposte, non proposte e non volute. Fate eleggere il vostro comitato dai corridori e date loro il diritto di mettere sui cadreghini che sentono davvero dare loro aiuto. Spero che con Savio e Tinkov inizi un cammino nuovo per il bene di tutti.
Franco Persico (IM)
danno all'immagine?
2 settembre 2015 14:42giusette
Il danno all'immagine del ciclismo, da un pò di tempo a questa parte, lo sta procurando proprio l'Uci. Per come si è verificato l'incidente è un miracolo che Sagan se la sia cavata così. Poteva scapparci il morto (tocchi ferro Peter...) e solo allora si sarebbero aperti processi e così via. Invece di appioppare multe, l'Uci prenda seri e severi provvedimenti. Cosa doveva fare Sagan, scendere dalla bici e dire: compiliamo il modulo Cid? chiunque avrebbe reagito in quel modo, io sicuramente peggio. Alla faccia dell'immagine.
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