ANDRONI VENEZUELA. Cheula: mi sto facendo le ossa

PROFESSIONISTI | 09/11/2014 | 08:17
Riconfermato per il secondo anno consecutivo sull’ammiraglia dell’Androni Giocattoli per affiancare i direttori sportivi più esperti e per continuare a forgiare le nuove promesse della nazionale venezuelana. Prosegue l’avventura tra Giampaolo Cheula, ex professionista di Crodo, e il team di Gianni Savio che nel weekend si è ritrovato a Cesenatico per il primo raduno stagionale.  

«Sono molto contento, mi sto facendo le ossa - racconta Cheula -. Quando passi dall’altra parte vieni a contatto con problematiche che da corridore non avresti mai considerato. Io mi sono concentrato in questa stagione in particolare sulla seconda attività dell’Androni e sulla nazionale venezuelana, cercando di portare ai corridori esperienza e mordente». Cheula era stato scelto per «correttezza e intelligenza», come aveva affermato Savio, valori che l’ossolano ha trasmesso sin da quando nel 2001 è passato professionista con la Mapei. Ha vestito anche le maglie di Vini Caldirola, Barloworld e Footon Servetto prima di chiudere la carriera su strada con la Geox e di dedicarsi alla mountain bike. Poi l’invenzione di un nuovo marchio di biciclette, la Lepontia By Cheula, e la chiamata per un primo periodo di prova con la nazionale Under 23.  

L’ingresso ufficiale nell’Androni, la scorsa stagione, e il primo Mondiale della sua vita a Ponferrada un mese e mezzo fa. Sull’ammiraglia il giorno della gara Under 23 ha lasciato spazio al ct della nazionale venezuelana, ma ha vissuto in Spagna l’attesa della vigilia e tutta la preparazione degli ultimi tre mesi. «E’ stata una grande soddisfazione aver portato due ragazzi, Roniel Campos e Yonder Godoy, al Mondiale e vederli fino all’ultimo nel primo gruppo - racconta Cheula -, pur sapendo che l’obiettivo non poteva essere la vittoria. È stata un’impresa gratificante perché li ho seguiti per tutto l’anno stilando, curando aspetti come l’alimentazione e il riposo». Indelebile anche il ricordo della vittoria dell’Androni con Kenny Van Hummel alla prima tappa del Tour dell’Azerbaigian: «Ero in ammiraglia con Roberto Miodini, negli ultimi km eravamo in tensione perché naturalmente non potevamo vedere la corsa, quando poi radio tour ha annunciato la vittoria è stato bellissimo». Tra un impegno e l’altro Cheula non dimentica l’Ossola: con il fratello Raffaele e Gino Maranoli ha rifondato il Gs Vco, che nella scorsa stagione ha contato su 6 giovanissimi e ha organizzato la gara di juniores a luglio in valle Antigorio dove si è imposto un tris di corridori francesi.

da La Stampa ed. Verbania a firma di Arianna Tomola
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