AGOSTINI. Cara Uci, io lascio il ciclismo a testa alta

LETTERA APERTA | 09/04/2014 | 14:02
Egregi Signori,
Voglio precisare che la mia accettazione della sanzione va intesa come dichiarazione di resa: mi arrendo a un sistema che ha deciso che a 25 anni io debba smettere di essere un ciclista professionista.
Si tratta di una sanzione che non reputo giusta e che non sento per nulla appartenermi dal momento che non ho mai fatto uso di sostanze dopanti.
Il mio passaporto biologico è impeccabile, le differenti e plurime analisi del sangue sono ineccepibili.
Risulta solo che l’emerito laboratorio di Colonia ha rilevato la presenza di 0,7 miliardesimi di grammo nelle mie urine di una sostanza chiamata Clostebol, principio attivo della pomata Trofodermin  che io stesso avevo dichiarato al momento del controllo e che, tra l’altro, mi era stata regolarmente prescritta dal medico per curare un’eruzione cutanea.
Il laboratorio ha riscontrato, in misura infinitesimale, quello che io avevo dichiarato in perfetta buona fede; resta anche un forte ed irrisolto dubbio che probabilmente se io non l’avessi dichiarata non sarebbe nemmeno stata riscontrata, ed ora non mi troverei in questa situazione paradossale.
Tutto il mondo, addetti ai lavori e non, sa che non ci si dopa con una pomata per di più prescritta dal proprio medico curante, e venduta in qualsiasi farmacia o parafarmacia, addirittura senza ricetta medica in quanto farmaco da banco.
Ebbene dopo 7 lunghi mesi di sospensione, di spiegazioni delle circostanze di fatto della vicenda, di richiesta di informazioni supplementari con scadenze brevi e perentorie, di estenuante attesa di un qualche genere di riscontro da parte Vostra (che giungeva sistematicamente dopo settimane dal mio interpello), di logoramento e stress misto ad apprensione… la spettabile UCI pur avendo ben chiara la situazione, documentata del resto in modo incontestabile, ha deciso di trattarmi oltrechè in modo sensibilmente più severo rispetto ad altri atleti “incappati” nel Trofodermin, addirittura alla stregua di chi fa e ha fatto in passato uso di EPO, cocaina o di chi ha praticato metodi proibiti quali trasfusioni e manipolazioni del proprio sangue, proponendomi 15 mesi di squalifica, cui quasi come una beffa si aggiunge anche il pagamento delle spese da Voi sostenute.
Se la Vostra conclusione è quella di comminare una squalifica senza dubbio eccessiva, quel che più colpisce sono le ragioni di detta scelta. La documentazione da me debitamente prodotta nei Vostri termini ha dimostrato la veridicità della mia versione nonché quindi la mia onestà, e del resto l’UCI stessa ha riconosciuto l’utilizzo del farmaco Trofodermin crema da me dichiarato e lo scopo terapeutico di tale uso, motivato del resto da una prescrizione medica. Prescrizione medica che però non è stata sufficiente come spiegazione e giustificazione, vista l’imputazione di responsabilità.
Questo è stato l’epilogo della procedura di accettazione della sanzione da voi propostami mesi fa, al dichiarato scopo di abbreviare i tempi della decisione ed evitare un processo e spese connesse. Evidentemente niente di tutto ciò è accaduto.
La conclusione ha poi del grottesco.
L’alternativa che mi viene posta è la trasmissione del dossier alla Federazione Ciclistica Italiana con successivo svolgimento del processo, all’esito del quale l’autorità decidente dovrà confermare i 15 mesi di squalifica altrimenti l’UCI stessa, come candidamente già dichiarato con tono velatamente ricattatorio, ricorrerà al TAS di Losanna; per il sottoscritto ciò comporterebbe evidentemente lo svolgimento di controanalisi e perizie, il conferimento del mandato difensivo ad un legale nonchè la nomina degli arbitri per un costo complessivo di circa 30-35.000 Euro che non ho.
Mi permetto di dire, alla luce dell’assurda conclusione di questo caso, che la “rete”  antidoping dell’UCI ha indubbiamente qualche problema di funzionamento dal momento che non fa distinzione con riguardo a chi vi rimane impigliato, nemmeno alla luce delle circostanze di fatto che valgono sicuramente a distinguere un caso come il mio dai casi di “vera” assunzione di sostanze dopanti al fine di alterare la propria prestazione e di falsare i risultati.
Nel ribadire quindi come la fine della mia carriera ciclistica sia dovuta esclusivamente agli 0,7 nanogrammi (0,000000007g) di Clostebol  provenienti, per Vostro stesso riconoscimento, da una pomata utilizzata una sola volta allo scopo di curare, sotto consiglio medico, una patologia dimostrata, aggiungo che quello che mi rimane da questa vicenda è una profonda ed irrisolvibile disillusione nei valori dell’onestà, della giustizia e dell’uguaglianza intesa nel senso di trattare situazioni eguali in modo eguale e situazioni diverse in modo diverso.
Lascio il ciclismo professionistico a testa alta, consapevole di non aver mai barato e di aver ottenuto tutti i miei risultati con dedizione e sacrificio, perfettamente conscio che questa assurda vicenda ha anche provocato notevoli danni alla mia immagine.
Credo infine che questa vicenda, che a me ha rovinato la carriera e distrutto i sogni, andrà anche a minare la stessa credibilità, utilità ed infallibilità del Vostro sistema di controllo antidoping.

Cordialmente
Stefano Agostini



Dear Sirs,
I want to clarify that my acceptance of the sanction is to be understood as a declaration of capitulation: I give up to a system that has decided that at age 25 I should stop being a professional cyclist.
I think the sanction you have decided for me is not right and I do not feel at all belong to me since I have never made ​​use of performance-enhancing drugs.
My biological passport is impeccable, the different and multiple blood tests can not be faulted.
It is just that the emeritus laboratory in Cologne has detected the presence of 0.7 billionths of a gram in my urine of a substance called Clostebol, the active ingredient of the ointment Trofodermin that I myself had declared at the time of the test and that I had been regularly prescribed by a doctor to treat a rash.
The laboratory has reported, in infinitesimal extent, what I had said in perfect good faith.  If I had not declared it probably now I would not be in this paradoxical situation because it would not even been found. This wil reamin a strong and unresolved question in my mind.
Everybody knows that you can’t dope with an ointment, for more prescribed by your doctor, and sold in any pharmacy or drugstore, even without medical prescription.
Well after 7 long months of suspension, explanations of the factual circumstances of the case, requestes of additional information with maturities of short and peremptory time, of grueling waiting for some kind of feedback from you (which came systematically after weeks by my questioning), wear and tear and stress mixed with apprehension... the esteemed UCI, despite having a very clear situation documented beyond any doubt, decided to treat me in such a way besides significantly more severe than other athletes “stumbled” into Trofodermin, even the same way as who does and has done in the past use of EPO, cocaine, blood transfusions or manipulations of his own blood, proposing a 15-month ban, in addition to the payment of the expenses incurred by you, which is almost like a bad joke.
If your conclusion is to impose me a disqualification undoubtedly excessive, what is most striking are the reasons for this choice. The documentation produced by me duly in your terms proved the truthfulness of my version and then my honesty, the UCI itself has recognized the use of Trofodermin cream for a therapeutic purpose, motivated by a medical prescription, but this explanation and justification was not enough, given the imputation of liability.
This is the process culmination of sanction acceptance that you proposed me months ago, with the stated purpose of speeding up the decision and avoid a trial and related expenses. Obviously none of this has happened and the conclusion then is grotesque.
The alternative that I have is the transmission of the dossier to the Italian Cycling Federation with the steering of the process, the outcome of which will have to confirm the authority deciding the 15-month disqualification otherwise the UCI itself, as already stated candidly in a veiled blackmail tone, will recourse to CAS in Lausanne; for myself this would obviously mean conducting counter and expertise, contribution to a legal defense of the mandate as well as the appointment of arbitrators for a total cost of around 30-35,000 Euros that I don’t have.
I dare say, in the light of the absurd conclusion of this case, that the UCI Anti-Doping “network” has undoubtedly some malfunction since it does not make a distinction with regard to who gets stuck there, even in the light of the circumstances that are certainly worth to distinguish one case from another, as mine and the one of a “real” drug-taking in order to alter performance and distort the results.
Reiterating then as the end of my cycling career due exclusively to 0.7 nanograms (0.000000007 g) Clostebol coming, for your same recognition, as an ointment used once in order to cure, under medical advice, a demonstrated disease, I would like to add that from this vicissitude a deep and intractable disillusionment in the values ​​of honesty, justice and equality in the sense of treating equals equally situations and different situations in different ways remain me.
I leave professional cycling with dignity, knowing that I never cheated and I conquered all my results with dedication and sacrifice, well aware that this absurd story has also caused considerable damage to my image.
Finally, I think that this story, which has ruined my career and destroyed my dreams, will also undermine the credibility, usefulness and infallibility of your doping control system.

Sincerely,
Stefano Agostini


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COMMENTI
Be' che dire!
9 aprile 2014 15:58 ciano90
Ha già detto tutto Agostini, evidentemente il sistema va rivisto e non poco!

CHE BRUTTA ROBA
9 aprile 2014 16:04 christianzamagni
Confermo.... ha già detto tutto il povero Agostini che non conosco ma a cui voglio essere vicino con il mio pensiero. Una vicenda inverosimile che lascia il buon senso ben lontano la dove il buon senso dovrebbe regnare. Pensare che ogni ragazzo professionista, seppur in buona fede, possa finire in questo groviglio mi fa rabbrividire.

Sicuro
9 aprile 2014 16:20 Ruggero
Che il sistema vada rivisto mi pare chiaro, sarebbe utile che Agostini spiegasse anche, come da lui dichiarato nell'articolo uscito alcuni mesi fa, il motivo per cui assumeva la cardioaspirina, la storia della pomata e un disco purtroppo già sentito troppe volte, vero o non vero non si può accumunare pomata a EPO.
Ho 50 anni e sono cardiopatico, io prendo la cardioaspirina esco in bici ma non sono un professionista.

Italia
9 aprile 2014 21:28 siluro1946
Come è possibile che in questo Paese, debbano sempre comandare delle persone senza un 0,000000007 g.di buonsenso? Alla gogna i professionisti dell'antidoping.

10 aprile 2014 09:59 enrico
Altro caso assurdo come quello di Reda, siamo alla fine di questo sport.
comunque tu puoi camminare a testa alta, non so se altri dalle parti dello stadio Olimpico possono farlo.
Auguri per il tuo futuro.

PURTROPPO......
10 aprile 2014 12:01 jaguar
Agostini mi sembra sincero....purtroppo nel ciclismo e nello sport in genere ne hanno fatte tante di schifezze per cui non si crede più a nulla e magari chi veramente ha sbagliato in buonafede senza poi avere anche dei vantaggi ne paga le conseguenze come chi è colpevole davvero.
Cmq Agostini sei giovane e 15 mesi passano velocemente

x agostini
10 aprile 2014 13:09 SERMONETAN
Se la tua lettera e' vera come mi auspico,ed io mi sono sempre battuto contro il sistema e te dici cose giuste,con la cera danno 1 anno,senza mezzi termini ti dico PRENDI UN MITRA,

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