DOPING | 25/11/2024 | 08:11
di Massimiliano Paluzzi
E’ stata una grande sorpresa per Ivano Fanini l’arrivo di una troupe della televisione tedesca ARD, ovvero la Rai teutonica, per intervistarlo sul tema del doping nel ciclismo professionistico.
Sullo slancio anche dell’interesse sollevato nel mondo del ciclismo per la proposta del velodromo, dalla Germania la giornalista Bettina Malter, specializzata nel giornalismo investigativo, si è diretta alla sede di Amore e Vita a Lunata con l’obiettivo preciso di raccogliere dalla viva voce di Ivano Fanini, una istituzione in questo campo, una testimonianza diretta.
ARD non è certo nuova a grandi scoop legati alla lotta al doping. A questa tv si deve, infatti, la scoperta, avvenuta nello scorso aprile, che tanti nuotatori cinesi che hanno vinto le medaglie a Tokyo erano risultati dopati nel 2021 ma non erano stati condannati.
Una emittente accreditata che ora vuole scavare nel mondo del ciclismo professionistico e giovanile e per farlo ha intervistato per tre giorni Ivano Fanini, che a sua volta è uno dei dirigenti sportivi più autorevoli nel campo della lotta al doping. Su Fanini la giornalista sapeva tutto, sia per la sua battaglia per un ciclismo pulito, ma anche per la sua incessante ricerca di salvaguardare la salute dei ciclisti introducendo per primo, fino dal lontano 1989, l’uso obbligatorio per i suoi ciclisti del caschetto protettivo, che ha salvato molte vite.
Il film-documentario dovrebbe svilupparsi in quattro puntate da mezz’ora l’una e poi, c’è da starne certi, sarà venduto un po' in tutto il mondo dopo essere andato in onda presumibilmente nel prossimo autunno, ma è destinato a fare discutere nel mondo dello sport, non solo nel ciclismo.
“Sono rimasto piacevolmente sorpreso da questa visita - commenta Ivano Fanini -. Mi ha colpito molto quando la giornalista mi ha detto che tutti quelli che ha sentito prima di me, alla fine hanno brillato per l’omertà che c’è ancora nel mondo del ciclismo. Vedremo cosa ne verrà fuori, io spero di avere trasmesso a ARD l’amore che ho per il ciclismo e per lo sport pulito”.
Gli operatori tedeschi hanno girato ore di filmati, praticamente “saccheggiando” il museo Fanini, che è ricco di cimeli e ricordi importanti.
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