Perego: Vigorelli, tante belle parole ma nei fatti...

PISTA | 17/11/2013 | 18:17
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo interevento di Fabio Perego che parla di Vigorelli, di ciclismo a Milano, di storia e di pragmatismo nel pensare al futuro. Il dibattito, come sempre, è aperto.

E' vero che a Milano non c'è un velodromo, ma tra impegnare decine di milioni di euro nella ristrutturazione del Vigorelli e ottimizzare il contributo regionale/statale per la costruzione di qualcosa di nuovo come chiede la FCI, non c'è paragone! Oggi - eravamo alla cermonia dio premiazione del Comitato Provinciale di Milano - più che una premiazione ed una festa per il ciclismo dei giovani, mi è sembrato, soprattutto all'inizio, di essere alla commemorazione dei reduci del ciclismo.
La storia non va assolutamente dimenticata, fa parte di noi e deve essere sempre ricordata. Bisogna però saper distinguere le occasioni per fare politica e/o polemica e le occasioni per fare festa. Ci sono società con 100 anni di storia che a parole rivendicano la paternità intellettuale del velodromo Vigorelli, salvo poi scoprire che organizzano solo cicloraduni da decenni e l'ultima gara al Vigorelli l'hanno organizzata nel millenovecento...? Personalità del ciclismo che puntano il dito contro la Federazione dicendo "voi dove eravate", salvo poi dire dopo 1 minuto di orologio "io ricopro il tal incarico all'interno della FCI ma vengo ricordato solo perché ho vinto la tal gara o sono solo il sig. ...".
Ma cerchiamo di essere realisti, personalmente spero che il Vigorelli diventi un museo e che i soldi a disposizione vengano spesi per qualcosa di più funzionale nell'hinterland milanese, altrimentiù vorrò vedere tutti questi signori, comitati promotori, società, rimboccarsi le maniche come il sottoscritto e tanti altri per organizzare una gara di esordienti ed allievi. Non voglio assolutamente essere polemico ma pragmatico come mio solito, a costo di sembrare antipatico. In occasioni come quella di oggi tutti noi dobbiamo festeggiare quei bambini che con gioia e passione riempiono le nostre domeniche. W il ciclismo!

Fabio Perego
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COMMENTI
18 novembre 2013 12:44 fr08
forse non e meglio che perego si dia una calamta ...
nel ciclismo del passato si e vinto anche senza perego ..
con l avvento di perego non ho visto tutti questi risultati...
malago mi sembrache lo ha gia capito ....

Ululati che paiono latrati......
18 novembre 2013 12:58 Dane
Eccoli qua, i soliti lupi che conosciamo tutti, pronti a urinare attorno al proprio orticello per segnare il territorio ululando….eh già, la rinascita del Vigorelli non la si vuole, perché il velodromo è di proprietà del Comune e quindi si preferisce giocare tra le mura della Federazione, non è difficile immaginare il perchè…
Non si capisce in che modo una rinascita della pista del Vigorelli dovrebbe essere ostativa ad un nuovo velodromo di nuova generazione, al netto del fatto che ogni federazione di ogni disciplina di ogni paese del mondo ha e dovrebbe avere come primo obiettivo quello della diffusione della disciplina (evidentemente nel paese della malpolitica per eccellenza anche la politica sportiva è molto politica e poco sportiva…).
Ma non possiamo certo essere così malpensanti da insinuare che qualcuno preferirebbe una nuova struttura federale perché verrebbe affidata ai soliti noti, quelli che hanno via via svilito il progetto di Montichiari, quelli che hanno via via diradato il calendario di gare perché “chi se ne frega degli amatori” (mi raccomando, mai farsi sfiorare il dubbio che gli amatori son quelli che poi trasmettono la passione a figli e nipoti, eh?!), quelli capaci di fare contemporaneamente da direttore di pista ed da allenatore di atleti in gara (quando alle gare ci si presenta, che si sa, la vita dei direttori di pista è piena di impegni…), quelli che hanno tolto il numero di telefono dal sito del velodromo perchè scocciati dalle telefonate di chi chiedeva informazioni sul calendario di apertura (dopo esser stati scottati dall'essersi fatti 100km di macchina per poi trovare il velodromo inspiegabilmente chiuso…).
No, ma non si voleva mica essere polemici, per carità, solo pragmatici. Ed è in nome di questo pragmatismo che, con enorme lungimiranza amministrativa e mirabile fantasia progettuale, si vorrebbe trasformare il velodromo più famoso al mondo in un banale museo, in un paese in cui non c’è un solo museo che riesca a rastrellare i fondi necessari per sostenersi. D’altronde la creatività finanziaria di taluni figuri è nota a tutti coloro conoscano le vicende di cassa delle ultime 6 Giorni di Milano…
Su una cosa possiamo convenire: il ciclismo italiano è composto da troppi reduci. Soprattutto reduci di fallimenti: qualunque sia il destino dei velodromi italiani, la speranza è che non sia a loro che vengano affidati …

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