Antonelli: «La Convenzione ANAS-FCI-RCS è illegittima»

LETTERA APERTA | 07/08/2013 | 11:26
Torniamo su un argomento molto tecnico, ma estremamente delicato per tutto il movimento:  la Convenzione siglata tra la Federciclismo, l'Anas e la Rcs Sport. Silvano Antonelli, persona capace e preparata, da tutti riconosciuto come punto di riferimento per le questioni legate alla viabilità e alla sicurezza, che era già intervenuto tempestivamente a poche ore dalla firma della Convenzione, torna sull'argomento con una lettera aperta che noi volentieri pubblichiamo.

In una precedente nota ci siamo occupati della convenzione siglata il 1° agosto tra ANAS, FCI e RCS Sport, definendola sbagliata sia politicamente che economicamente.
Essa infatti - e con costi fuori da ogni logica – ha di fatto legittimato quanto invece si sarebbe dovuto respingere, perché l’ANAS, come gli altri Enti proprietari di strade, è tenuta a rilasciare il nulla-osta per l’autorizzazione alle gare ciclistiche, a titolo gratuito, compromettendo anche l’eventuale opposizione che su questo terreno volessero esercitare gli Enti di promozione sportiva.

Oggi però, ritorniamo sull’argomento, per sostenere che questa convenzione, oltreché sbagliata, è soprattutto illegittima.
L’articolo 9 del C.d.S. afferma semplicemente che le autorizzazioni «possono essere concesse previo nulla-osta dell’ente proprietario della strada». E se qualcuno oggi pensa che gli stessi Enti abbiano il diritto di stabilire a quali condizioni, sono completamente fuori strada (è proprio il caso di dirlo), non solo perché il codice della strada non ha mai offerto una simile supposizione, ma anche perché il Ministero dell’Interno, sollecitato su tale questione, ha confermato in modo inequivocabile, con circolare n. 300/A/26784/116/1 del 13.10.1997,  che il rilascio deve avvenire «senza oneri per gli organizzatori».

E se questo non bastasse, l’illecito consumato dall’ANAS è spiegabilissimo ricordando che il nulla-osta dell’Ente proprietario della strada, non viene richiesto dall’organizzatore, ma  dalla Regione o Provincia delegata o Comune a cui è stata rivolta l’istanza di autorizzazione.  

Non  a caso, infatti, queste istanze vengono indirizzate (a seconda delle circostanze) alle Regioni, Province o Comuni e solo per conoscenza agli Enti proprietari, i quali, avvertiti anticipatamente, devono inviare tempestivamente i propri nulla-osta direttamente all’Ente autorizzatore, pena l’applicazione del silenzio-assenso.

Un percorso che, per ironia della sorte, venne proposto dalla FCI e che il Ministero dell’Interno, con la già citata circolare del 13.10.1997, accettò di formalizzare al «fine di snellire le procedure».

Pertanto, dopo dimenticanze varie e singolari errori, coloro i quali non fossero ancora convinti della gaffe di cui stiamo trattando, provino a farsi questa domanda: un Ente proprietario della strada, il cui nulla-osta al transito della corsa gli viene (per obblighi di legge) formalmente richiesto da un Ente amministrativo (Regione, Provincia, Comune), può fatturare gli oneri del rilascio ad un soggetto terzo (l’organizzatore) che non risulta esserne né il richiedente né il destinatario?

Non serve avere una grossa competenza di diritto amministrativo, per capire che la convenzione in oggetto ha fatto carta straccia di ogni logica, compreso il comune buon senso.
E non serve neppure che l’ANAS, nella lettera di accompagnamento di invio della fattura, scriva «con riferimento alla richiesta avanzata dalla Provincia …. per conto della società ciclistica organizzatrice», perché questa ipotesi, oltreché non prevista dal C.d.S., è solo una arbitraria affermazione  strumentalmente tesa a giustificare una richiesta di esborso altrimenti non esigibile.

Che fare adesso?
Noi ci siamo limitati a sollevare il problema, il resto, se lo vogliono, dovranno farlo le varie società ciclistiche e gli Enti di promozione sportiva che non hanno intenzione di sottostare alle pretese dell’ANAS.

Si potrà agire sul piano della urgente praticità: chiedendo a Regioni, Province e Comuni (e per conoscenza ai Prefetti) di applicare per i nulla-osta dell’ANAS la legge n. 241/90, ovvero il silenzio assenso, ritenendo illegittima qualsiasi richiesta economica per il loro rilascio; oppure sul piano legale: inviando formale diffida all’Anas e/o ricorso al Tar del Lazio; oppure ancora, sul piano prettamente politico: promuovendo una interpellanza al Ministro dello Sviluppo Economico o a quello delle Infrastrutture e dei Trasporti, i cui dicasteri risultano essere rispettivamente socio unico e controllore dell’ANAS.

Le possibilità, quindi, non mancano. Resta solo da vedere chi avrà voglia di darsi da fare sul serio.

Silvano Antonelli

(Presidente del G.S. Progetti Scorta)
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COMMENTI
Citazione di Albert Einstein
7 agosto 2013 11:44 Melampo
Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi.

Grande Antonelli
7 agosto 2013 12:00 20100
Grande Antonelli,
devo essere sincero... ti ho sempre visto come un grande "rompiscatole" uno che voleva sempre trovare il pelo nell' uovo; questa volta devo farti un grosso complimento e farmi perdonare tutte le mie prevenzioni nei tuoi confronti.
Se la FCI vuole che non si organizzino più gare lo dica chiaro e tondo; questa convenzione con Anas è quanto di più insensato e orribile si possa concepire.
Io organizzo qualche gara a livello regionale e fortunatamente non vado a toccare strade statali ma di questo passo un domani le provincie si sentiranno autorizzare a "chiedere un pedaggio" per far passare/autorizzare le gare ciclistiche su strade di sua proprietà. Poi meravigliamoci che non si organizzano più gare... invece di aiutare gli organizzatori si introducono tutte le incombenze più strane ......Ma dove andremo a finire?

A chi dovrebbe capire.
7 agosto 2013 13:41 angelofrancini
Silvano, concordo al 100% nella tua ricostruzione dei fatti e nella tua denuncia.
Il richiamo alle circolari emanate dal Ministero nel 1997 nonché le successive modifiche all’art. 9 del Codice della strada, erano frutto del lavoro di quella prima Commissione Direttori di Corsa nominata dopo l’Assemblea nazionale di Trieste 1995, che era da te presieduta e composta da Bertinotti, Pozzani e Rivolta e dal sottoscritto quale referente del Consiglio federale.
Oggi ci troviamo, grazie all’operato di quella inutile miriade di funzionari che compongono il Centro studi (con il solo scopo di aumentare in tal modo il loro punteggio per la partecipazione a concorsi pubblici), a dover pagare una tassa che, come tu ben dici, è illegittima e non dovuta.
Ma questo cosa importa ad nostri dirigenti affaccendati in altre faccende che poco hanno a che spartire con le peculiarità che sono contenute nel mandato elettivo che hanno ricevuto dall’Assemblea nazionale di Levico dello scorso gennaio.
Come sempre chi ne trae vantaggio è sempre e solo la società organizzatrice RCS: non solo in questa vicenda ANAS, ma anche negli accordi che gli permettono di avere il patrocinio gratuito della Polstrada alle proprie manifestazioni, ed il Servizio radio corsa della Lega Prof a tariffe molto diverse da quelle degli altri organizzatori.
Società, questa, che è una società che ha una figura giuridica, diversa da quella fisica degli altri organizzatori. In RCS anche se si dovessero perdere 10 milioni di euro per le organizzazioni, nessuno personalmente ci rimetterebbe un solo cent di euro, al contrario di tutti gli altri organizzatori che ne rispondono sul piano personale. Loro, i dirigenti RCS, anche in questo malaugurato caso a fine mese riceverebbero regolarmente sul proprio conto corrente il loro stipendio.
Concordo sul piano della domanda che ti poni: COSA FARE ORA?
Chiedere, non alle società, ma ai geni che hanno firmato questo accordo di farsi carico delle azioni necessarie sul piano istituzionale per porre rimedio a questa nefandezza: altrimenti non gli resta che dimettersi ed andarsene a casa.
Mi chiedo e chiedo alla Segretaria Generale, alla luce anche di altre allucinanti notizie che si leggono sul web in questi giorni, quale posizione intenda prendere in merito a tutela dell'interesse superiore del movimento ciclistico. Oppure anche qui dobbiamo assistere alla prevalenza di interessi personali che poco interessano il movimento italiano.

informarsi
7 agosto 2013 14:51 lupin3
non so come funziona in altri Paesi, ma sarebbe interessante sapere se anche lì si sono inventati tasse anche sulle corse ciclistiche per mantenere le varie caste burocratiche.

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