ELEZIONI. Rocco Marchegiano ha presentato il suo programma

| 01/12/2012 | 15:47
Rocco Marchegiano ha presentato ufficialmente, oggi a Torino, durante una partecipata conferenza stampa, la propria candidatura alla Presidenza Nazionale della Federazione Ciclistica Italiana.
Rocco Marchegiano, 58 anni, da 8 e per il prossimo mandato, Presidente del Comitato Regionale Piemonte della FCI è riuscito a riportare la sua Regione nel ciclismo che conta, ad un ruolo attivo.
Grazie all’impegno di tutto il movimento, il ciclismo piemontese è considerato uno degli esempi da seguire su scala nazionale.
Marchegiano ha ottenuto questi successi non seduto alla scrivania, limitandosi alla gestione ordinaria del Comitato, ma con una politica d’azione, molto attiva dal punto di vista organizzativo, vicina alle Società e coordinando tutta l’attività, con particolare attenzione agli atleti e alla loro sicurezza. Il risultato è una  gestione economica invidiabile, che ha permesso investimenti mirati e salti di qualità in tutte le discipline e settori.
Oggi,  le eccellenze regionali del Piemonte sono riscontrabili ovunque da tutti: nella strada, con i numerosi titoli giovanili, nella  MTB, nel ciclocross, nella pista e in tutta l’attività femminile …
Nel programma, presentato oggi, Rocco Marchegiano ha, da subito, come nel suo stile, puntualizzato di  non voler screditare in alcun modo il lavoro altrui e nemmeno essere polemico. Ha parlato di indipendenza, coerenza nelle idee, in linea con le proprie capacità, possibilità e volontà: “attento al mondo reale, senza paradossali e improbabili stravolgimenti; impegnato a salvaguardare quanto di buono esiste nel nostro movimento, rispettoso della sua storia, lascito di un passato che, progressivamente e troppo spesso superficialmente, si è voluto alienare in cerca della novità a tutti i costi”.
Sicuramente non è un uomo di “palazzo” e quindi la sua candidatura è da intendersi come reale riprogrammazione del Ciclismo nazionale, non come mera ambizione personale di essere chiamato Presidente, ma con l’intento di mettersi al servizio dell’intero mondo delle due ruote.

Ecco il suo programma:


Sono Rocco Marchegiano, attuale Presidente del Comitato Regionale Piemonte e candidato alla carica di Presidente Nazionale della Federazione Ciclistica Italiana.
Con queste righe voglio condividere con voi, amici del ciclismo, il mio programma. Programma che, puntualizzo da subito, non vuole screditare il lavoro altrui e nemmeno essere polemico, ma indipendente e coerente nelle idee, in linea con le mie capacità, possibilità e volontà: attento al mondo reale, senza paradossali e improbabili stravolgimenti; impegnato a salvaguardare quanto di buono esiste nel nostro movimento, rispettoso della sua storia, lascito di un passato che, progressivamente e troppo spesso superficialmente, si è voluto alienare in cerca della novità a tutti i costi.
Viviamo un clima mediatico, in cui l'imperativo sembra volere rottamare il vecchio, attraverso demagogie espresse quotidianamente su molti siti internet, su giornali e riviste di settore, nei social network che hanno dalla loro l'indubbio merito di aver rinnovato e diffuso in modo capillare il modo di fare comunicazione nel ciclismo, ma altrettanto negativamente, non contribuiscono a veicolare sempre messaggi seri, coerenti, propositivi, ma soprattutto umili.
Volutamente, ho scelto un approccio misurato, sia nell'annunciare  la mia candidatura, sia nell'esposizione del programma, evitando dispersivi convegni e riunioni porta a porta, con l’unico e inequivocabile scopo di procacciarmi favori, credendo invece nella professionalità e capacità delle persone, che saranno chiamate a collaborare, liberamente con il sottoscritto. Favori, che non ho alcuna intenzione di proporre in cambio di preferenze. Mi avvarrò di un gruppo  di coadiutori a tutto campo,  realmente amanti del ciclismo, con spiccate attitudini a convivere e risolvere le problematiche esistenti, sempre attenti ai quei valori, che troppo spesso dimentichiamo.
 I miei collaboratori saranno persone al di sopra di logiche prevalenti di settore ed interessi locali.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una progressiva mancanza di democrazia. Alle Società, spesso,  sono state imposte dall'alto, decisioni e  norme delle quali non si sentiva la necessità  (ad esempio le norme sulla categoria Giovanissimi).
Per evitare un ulteriore decadimento dell'aspetto democratico e una sempre più accentuata burocratizzazione, sarà importante modificare lo Statuto e limitare a due mandati consecutivi, la carica del Presidente FCI (come prassi in molte istituzioni democratiche). Sarà altresì importante, che tutti i componenti il Consiglio Federale,  che in precedenza avevano aderito al  programma di un candidato Presidente, una volta eletti,  ne confermino formalmente il loro appoggio, per concretizzare il programma. Questo renderebbe esplicito un  cambio di “casacca” in corsa. Non è più ammissibile che rappresentanti del Consiglio Federale passino nell’arco di due o tre mandati da una maggioranza ad altre, da una opposizione ad altre. Basta individualismi e trasformismi che creano esclusivamente sconcerto in tutto il nostro movimento
Oggi, stilare un programma al solo scopo di ottenere il consenso politico-sportivo, sarebbe forse semplice, ma come ho premesso, il mio intento  è apportare modifiche sostanziali, coerenti e finalizzate al miglioramento dell’intero sistema, garantendo scelte certe, per un'operazione di svolta proiettata nel futuro.
L'attuale regolamento tecnico è datato e, nel corso degli  anni,  tutti  hanno ritenuto di apportare cambiamenti, molte volte con interventi poco comprensibili, incoerenti e/o addirittura difficilmente applicabili: da qui successive deroghe, limitazioni, cancellazioni...
È mia intenzione riscrivere totalmente le attuali normative, in modo chiaro e inequivocabile, partendo da un foglio bianco, con la volontà di deregolamentare l’attività, con la Federazione nazionale garante del rispetto di nuove regole generali, mirate alla salvaguardia, alla tutela degli atleti e alla loro sicurezza, riconoscendo ai Comitati Regionali un ruolo di maggior autonomia di gestione all’interno  del proprio territorio.  

L’attività su strada. Sono consapevole che a stagione iniziata non saranno possibili interventi radicali per le categorie Under 23 ed Élite, mentre per tutte le altre, il nuovo anno dovrà iniziare con l'abolizione di tutte le restrizioni previste nei secondi fine settimana di ogni mese.
Nella categoria Giovanissimi sarà possibile partecipare, sempre nell’arco del mese, a solo tre corse su strada e dedicare a scelta, l’altro fine settimana, ad attività ciclistiche alternative (MTB, pista, sprint…). L’inibizione sarà gestita e visibile sulle pagine del “fattore K”. Questo  contribuirà a rendere effettive le iscrizioni dei ragazzi alle corse. . Saranno anche regolarmente ripristinate  tutte  le premiazioni.
E’ in questa categoria che mi interrogo sull’uso eccessivo del termine “gioco”. L’aspetto ludico non va certo sottovalutato, ma considero altrettanto importante l’aspetto educativo: un bambino va a scuola per imparare e non per giocare. Fermo restando l’importanza della non esasperazione dell’attività agonistica, nella mezz’ora di allenamento o di abilità, occorre  che il bambino si impegni nell’apprendimento, con passione e concentrazione.
Le nozioni e le abitudini apprese saranno utile bagaglio nella crescita del ragazzo. Quindi, è bene giocare, senza stress e senza imposizioni, mantenendo però, la serietà ed un giusto rigore.
Ritengo inoltre che debbano essere rivisti i vincoli per i trasferimenti degli atleti delle categorie non UCI.
Un intervento che ritengo importante, sarà rappresentato dall’'introduzione di un tesseramento speciale per Juniores, Under 23 ed Élite intenzionati a gareggiare, ma senza una Società che li tesseri. Si tratta di un salto nel “passato” per tornare alla forma del tesseramento individuale: un modo efficace per concedere  la possibilità di continuare a correre a tanti ragazzi impossibilitati per lavoro, studio  o quant'altro. Atleti, altrimenti costretti a correre a livello amatoriale in Enti promozionali o, addirittura, ad abbandonare il ciclismo e/o l’attività sportiva in genere: una sconfitta che non possiamo permetterci, una dispersione di patrimonio umano, utile anche al rinnovamento in seno alle Società e ai Comitati Federali in veste di Manager, di Giudici di gara, Direttori sportivi, Direttori di corsa. Queste tematiche dovranno essere proposte agli organismi internazionali per eventuali modifiche al Regolamento.
Abbiamo pensato un apposito meccanismo, mediante il quale, questi atleti potranno gareggiare indipendenti nelle gare regionali e nazionali, ad esclusione di quelle internazionali. Non è utopia, è una esigenza realmente sentita, anche per evitare l’esercizio di alcune e purtroppo, evidenti speculazioni.
Ritornando all’attività Under23/Elite, sarebbe importante realizzare per loro un movimento globale, più europeo e non ancorato a un modello, ormai chiaramente superato.
Occorrerà, allo scopo, creare un compromesso fra squadre di categoria Continental e squadre di categoria Under23/Elite, ma solo dopo un costruttivo confronto con tutti i rappresentanti e  tutte le  Società interessate.
Saranno prioritarie, per le categorie non UCI, normative certe sulle biciclette  ed i loro componenti, finalizzate al contenimento dei costi di tutto il materiale tecnico.
Una norma da riscrivere e reintrodurre, con effetto immediato, sarà quella relativa all'utilizzo delle radio ricetrasmittenti in corsa: libero per i Professionisti e in numero di due per squadra nelle categorie Élite, Under 23 e Juniores; questo, per evitare discriminazioni economiche fra i team.
Nel costante impegno per favorire l'attività, alleggerendo i costi a carico delle Società, fra i primi interventi da attuare,  ci sarà lo  scaricare l’impegno dei Medici Sociali dalla gestione  delle cartelle cliniche nelle categorie Juniores Strada, come già previsto per il settore Fuoristrada.
Con lo stesso intento, le Società non saranno più gravate dalle tasse Federali (versamenti alla FCI Nazionale) per l'organizzazione delle gare per Esordienti, Allievi e Juniores M/F. I Comitati Regionali potranno, a loro discrezione, richiedere alle Società organizzatrici un contributo, non superiore all'importo di 100 euro, in modo da riequilibrare i propri bilanci.
Altro regolamento che andrà riscritto  è quello relativo all’attività femminile: un settore in rapida e qualificata ascesa, ma vittima di improvvisazione, superficialità, e che, nonostante qualche nuova manifestazione a fine stagione, ha presentato, purtroppo, un bilancio organizzativo in netto passivo. Sarà convocato immediatamente un tavolo con le Società e le atlete per  ascoltare, discutere e  accogliere suggerimenti.
Altro aspetto da esaminare consiste nell’individuazione di  una figura in grado di “trattare” con la parte politica e istituzionale del Paese, relativamente a  tutte le norme che regolano le concessioni dei permessi dell’ANAS, delle Regioni e delle Provincie;  non è concepibile che ci siano Dirigenti che applicano le stesse  regole in modo  difforme, da territorio a territorio.  Le Società hanno bisogno di certezze e pertanto questo argomento assume un aspetto fondamentale e vitale. La Federazione si impegnerà nel creare uguaglianza nell'applicazione delle norme, possibilmente abbassando i tributi o addirittura eliminandoli, anche alla luce del pessimo stato di manutenzione delle strade, che mette quotidianamente a rischio l'incolumità dei ciclisti.
In un contesto più ampio di sicurezza stradale, unitamente ai Direttori di organizzazione e ai Direttori di corsa, andrà rivisto l’intero tema della sicurezza in corsa dei nostri atleti e tutta la sicurezza delle manifestazioni ciclistiche, riconsiderando  gli aspetti tecnico-organizzativi, favorendo le corse in circuito e/o in luoghi che garantiscano il binomio sicurezza-riduzione dei costi organizzativi, per moto-staffette, scorte tecniche e personale ASA.

Pista. Risulta impensabile un ritorno ai fasti che furono. Occorrerà obbligatoriamente ripartire dalle categorie giovanili con una  Scuola permanente e, soprattutto, con costi che non gravino interamente  sulle Società di appartenenza. Gli impianti sono pochi, molte volte distanti e già questo basterebbe a giustificarne il disamoramento. Lo stesso dicasi per l’attività BMX. Dobbiamo essere coscienti del tempo perso, evitando di  insistere su modelli improvvisati, disorganizzati e senza obiettivi. Non è più il tempo di navigare a vista. Per partecipare a manifestazioni internazionali serve preparazione e programmazione, non è più possibile fare solo atto di presenza.
In questo contesto andranno  riviste le strutture e le infrastrutture da mettere a disposizione dei Tecnici e degli atleti. Senza inventarci nulla, bisogna “fare” il massimo con quanto si ha, salvaguardando e favorendo il lavoro dei  Tecnici disponibili e capaci.




Fuoristrada. Movimento in forte ascesa.
Sicuramente è arrivato il momento di completare l’integrazione con tutte le altre discipline, cancellando preconcetti e divisioni e considerando tutte le discipline ciclistiche appartenenti alla stessa grande famiglia del ciclismo..

Comitato Italiano Paralimpico. Altro aspetto importantissimo per immagine e qualità, sarà il portare a termine la completa integrazione delle discipline e degli atleti disabili.  Al riguardo tutti hanno avanzato proposte, parlato e promesso, ma in concreto poco è stato realizzato: assume carattere prioritario portare a termine l’operazione iniziata ormai quattro anni orsono.

Professionisti. Categoria che, sicuramente,  è l’ immagine e il coronamento del sogno di tanti atleti. Sarà quindi necessario risolvere alcune problematiche oggi presenti. Bisogna assolutamente intervenire sulla normativa relativa alla gestione degli addetti ai lavori (meccanici, massaggiatori, osteopati, medici, fisioterapisti, mental-coach ecc), mediante la creazione ed iscrizione ad albi federali. Sono figure di fondamentale importanza all’interno di tutte le Società, non solo professionistiche, che oggi operano senza alcuna certificazione, certezza e coordinamento.  Solo in questo modo, potremmo inserire nel movimento personale preparato, senza dimenticare tutti gli addetti ai lavori che, con esperienza e dedizione, hanno lavorato in silenzio e ci hanno portato molti benefici.
Oggi è inammissibile che un atleta guadagni 1600 euro al mese, quando la Società ne spende 3.500, così come è impensabile che per affiliarsi in Italia, si paghi  5 volte l'importo necessario all'affiliazione in  un altro Stato. Quindi, a breve, occorrerà un confronto fra addetti ai lavori, che unitamente ad una commissione di studio, dovranno portare chiarezza risolutiva, definendo ruoli, mansioni e obblighi, per scoprire,  ridare dinamismo e  aggregare  tutte quelle persone e figure, che istruzione e  ricerca, oggi,  sono  in grado di fornirci.

Giudici di gara. Figure indispensabili per il regolare svolgimento delle nostre manifestazioni. Purtroppo,  è un settore in profonda crisi. La creazione di una struttura in piena autonomia consentirà di riportare i Giudici di gara in un contesto di maggiore chiarezza, evitando che al loro interno possano esistere disparità di trattamento e privilegi.
Sarà poi aspetto fondamentale, che in occasione di corsi di formazione, nella Commissione esaminatrice siano presenti, oltre ai normali componenti, anche il Presidente  o un Consigliere Nazionale e un Presidente di un Comitato regionale estratto a sorte.
Sarà da rivedere il sistema di nomina per la composizione della Commissione Nazionale.
Relativamente ai Giudici di gara Regionali,  ritengo che dovranno essere gestiti economicamente dai Comitati regionali e quando utilizzati dal Settore Nazionale, dovranno essere liquidati da quella sede.

Centro Studi. Per tutto quanto sopra descritto, non va sottovalutato l’operato del Centro Studi, che  proprio per l’importanza degli argomenti, andrà  rivisto e potenziato per renderlo efficace dispensatore di suggerimenti e nozioni che, attualmente, purtroppo latitano.  Questo sarà un ulteriore progetto da condividere, approvare e sottoscrivere  con  tutti gli addetti ai lavori interessati.

Rapporti Regioni, Provincie e Sede centrale. E’ noto a tutti come funzionano oggi questi rapporti, che personalmente giudico insufficienti.
Occorre superare i concetti di interesse locale e logiche di  appartenenza.
Ciclisticamente, una grande Regione avrà necessità ed esigenze diverse da una Regione  minore e quindi occorre maggiore attenzione rispetto al territorio. Per ottimizzare il lavoro dei Comitati occorrerà che, almeno 6 (sei) Presidenti Regionali, unitamente alla componente tecnica delle Commissioni FCI,  in base alle tematiche trattate, siano una presenza costante nelle riunioni del Consiglio Federale, facendo loro pervenire per tempo l’ordine del giorno; non come sembra oggi, in vacanza premio, non per controllare o assistere ai lavori, ma per contribuire e veicolare esperienze e problematiche del proprio territorio; evitando vetrine e dualismi, avendo come unico obiettivo la crescita collettiva: entro quattro anni potremmo avere un  Ciclismo di qualità in tutte le Regioni. Ovviamente, queste rappresentanze non avranno diritto di voto, ma esclusivamente compito propositivo,  mantenendo così l’ autonomia del Consiglio Nazionale nel deliberare  rispetto alle esigenze manifestatesi.
Ho ben chiara una possibile organizzazione, ma ritengo che questa  possa  prendere forma solo dopo una riunione collegiale con i rappresentanti regionali senza alcuna prevaricazione e senza sterili ed inconcludenti  discussioni.

Rapporti con il CONI. La burocrazia impostaci dal massimo organo sportivo è troppa e troppo poco è quello che ci viene restituito. Occorrerà maggiore autonomia nell'esprimere le nostre reali problematiche. Un esempio su tutti: quante Società non potranno avere un'espressione di voto perché la loro Sezione provinciale del Coni ha dimenticato nel cassetto o non ha ricevuto un’ iscrizione al Registro.
Tutto ciò, oggi non è più tollerabile e quindi, nel rispetto delle Istituzioni, servirà riprendere un dialogo costruttivo, finalizzato allo svincolo da pesanti obblighi amministrativi, delegandoli alla struttura preposta del CONI, formata da dipendenti al servizio dello Sport, lautamente retribuiti e non come noi, dove  volontari  e appassionati,  sono la parte dominante.

U.C.I.. Stesso atteggiamento dovremo mantenere nei rapporti con l’UCI, dalla quale subiamo solo imposizioni di  regole, tasse e quant’altro, senza considerazione e alcun potere di discussione.
Penso e credo sia intollerabile, anche solo nell'idea, l’accantonamento della nostra gloriosa storia ciclistica a dispetto di nuove realtà universali, valorizzando solo ed esclusivamente l’aspetto economico.  
Queste problematiche impongono un intervento energico, utile a rivendicare le nostre giuste posizioni, sia storico-culturali, sia sportive.

Frode sportiva. Non mi ritengo un “mago” e quindi non posso pensare di cancellare con un tocco di bacchetta un sistema sorpassato. Credo però che si debba e possa intervenire in modo deciso alla radice.
Si dovrà iniziare con una idonea informativa già dalla categoria Giovanissimi.
La mia proposta è la consegna, allegato al loro tesserino,  di un vademecum che tratti  gli aspetti di una sana attività sportiva: dall’alimentazione, ai danni collaterali di alcune sostanze impiegate nell’industria alimentare e dissuadere tutti i ragazzi, dall’utilizzo di qualsiasi tipo di integratore.
Per le categorie Esordienti e Allievi, proporrò la creazione di  un profilo ematico da aggiornare ogni 6 mesi, realizzando un archivio in assoluta privacy, ma a disposizione dei Medici Federali  e dei Medici di famiglia, nel caso necessiti un approfondimento.
Incremento e monitoraggio dei controlli e sui controlli, per le categorie Juniores, Under 23 ed Elite. Particolare attenzione sarà rivolta a risultati e prestazioni non giustificate e incongruenti con la condotta stagionale. Una volta accertata la possibile frode, si dovrà procedere alla cancellazione da qualsiasi attività, presente e futura, di chiunque si sia reso colpevole e/o complice.
Per il mondo professionistico, l’argomento si presenta non facile. Ho detto di non  ritenermi un mago e con tutta onestà, non credo di essere in grado di risolvere, da subito, l’annoso problema. Oggi è facile parlare, proporre leggi e leggine, ma nei fatti le persone realmente impegnate a voler debellare il fenomeno sono troppo poche.
Penso sia un processo, che debba necessariamente coinvolgere tutti, e a tutti i livelli, i componenti del nostro mondo: dalle Federazioni Nazionali, all’ UCI, alla WADA, nel trovare norme e modalità certe ed inequivocabili.
Provocatoriamente potrei nutrire qualche legittimo dubbio e lanciare una provocazione: riunire intorno ad un tavolo i famosi “medici preparatori”, medici di Società, rappresentanti della categoria Professionisti, procuratori e manager con scienziati e ricercatori esterni al mondo del ciclismo. Potrebbero, dal dialogo di persone con interessi così diversi, emergere conclusioni che, sicuramente, non assomiglieranno ad un vaso di Pandora, ma certamente potrebbero arricchire tutto l’ambiente di esperienze utili a riprogrammare un futuro a tolleranza zero.
Questo passaggio, espresso in forma parzialmente ironica, non è sinonimo di volontà nel trascurare l’argomento, bensì attenta ricerca di una forma alternativa e, lasciatemi dire, più efficace, all’attuale “sistema” nazionale ed internazionale.

Bilancio. Il Bilancio è un argomento a cui ho sempre prestato particolare attenzione.
Nel mio passato ho gestito per anni, sia Società ciclistiche sia il Comitato Regionale Piemonte e posso affermare senza alcun timore di smentita, di essere stato sempre capace di reperire risorse economiche, adeguate alla gestione ordinaria ed indispensabili per la realizzazione di investimenti importanti per l’attività.
E’ quindi superfluo aggiungere, che raggiungere il pareggio di Bilancio della Federazione Ciclistica Italiana sarà mio preciso e inderogabile obiettivo.

Volutamente non ho inteso approfondire argomenti tecnici e di riorganizzazioni settoriali. Sono argomenti delicati e difficilmente descrivibili. In poche righe rischierei di urtare particolarità ed interessi di tanti appassionati, che potrebbero erroneamente interpretare i miei propositi.
In questo programma, il messaggio da trasmettere a tutti è quello che nulla sarà tralasciato, partendo dal cicloturismo e arrivando al professionismo, dal primo dirigente all’ultimo volontario della nostra organizzazione.

Conclusioni. Vi invito a leggere questo documento in modo sereno, senza l'obbligo di cercarvi dei secondi fini, ma considerando questa candidatura espressione di un gruppo unito, con l’intento di riportare sorrisi e serenità in un ambiente oggi minato da troppe polemiche e molta  disinformazione.
Spero vivamente che tutti acquisiscano la piena coscienza del momento che stiamo vivendo ricordando, in particolare, che le crisi ci sono sempre state e sempre ci saranno, ma siamo noi che con regole e comportamenti diversi, dobbiamo adeguarci ad un sistema che è cambiato profondamente.
Dobbiamo imparare a rispettare gli avversari, evitando l’uso di espressioni lessicali di basso profilo che vanno a ledere la nostra dignità, il sentimento, l’amore e la passione che nutriamo per  tutto l'ambiente.
Ascolterò e saprò valutare tutte le proposte e i suggerimenti di coloro che, come me, hanno a cuore il nostro Sport e, anche se appartenenti a formazioni di altri candidati alla Presidenza Nazionale, saranno in grado di suggerire idee valide e collaborative.

A presto, Rocco Marchegiano

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COMMENTI
Ineleggibile
1 dicembre 2012 21:48 cesco381
Dopo aver letto solo la metà del programma proposto dal sig Marchegiano mi permetto di dire che è demagogico ,vecchio, infarcito di "condizionali". Purtroppo questi sono le "colonne" sul territorio che dovrebbero aiutare dirocco a portare avanti il movimento ciclistico! Poveri noi!

Per cesco381
2 dicembre 2012 10:17 Monti1970
É meglio Di Rocco??????? Leggi tutto invece che metà. Ha me sembrerebbe un programma innovativo, non distruttivo come quello di Di Rocco

Tutto vero
3 dicembre 2012 19:06 senzarotelle
Confermo. Ho letto un programma che finalmente non parla astratto, ma di cose concrete. Leggo molti indicativo futuro semplice e non condizionali. Marchegiano sa di ciclismo, di quello che non funziona, per la politica dell'ipocrisia e del sorriso (falso) ci sono altri candidati. Bisogna ripartire dai ragazzi e chi meglio di lui che lo ha fatto e lo sta facendo da anni in Piemonte? Chiedete lo agli amici piemontesi.... Beati loro.

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