Il Giornale di Vicenza. Mauro Facci e un ritiro non voluto

| 17/01/2011 | 08:57
Lo sapeva bene, Mauro Facci, che la bici non gli avrebbe dato il pane in eterno. Sperava solo in una separazione consensuale, in un addio al ciclismo programmato, con tanto di cena finale fra i tifosi e foto di rito con la bicicletta che penzola dal chiodo. Invece no, il ciclismo gli ha messo le valigie alla porta, così, senza neanche una pacca sulla spalla come benservito.
La Quick Step, con cui ha corso negli ultimi quattro anni, non gli ha rinnovato il contratto. Un po’ se lo aspettava, ma dopo otto anni di onesto professionismo non avrebbe mai pensato di restare a piedi.
“Già l’estate scorsa ho avuto dei brutti presentimenti – confessa il ciclista di Santorso -. Telefonavo al team manager Lefevere per capire le sue intenzioni e lui non rispondeva. Poi, a metà ottobre, mi è stata inviata la lettera che formalizzava la fine del mio rapporto con la squadra. Ho provato a procurarmi altri contatti, a propormi ad altre squadre, ma niente, zero, come se otto anni di professionismo improvvisamente fossero svaniti nel nulla, cancellati con un colpo di spugna”.
Mauro Facci è il volto della delusione. Il ciclismo, il suo ambiente, che certamente gli ha dato molto, ora gli volta le spalle senza offrirgli neppure una sistemazione di ripiego. E il domani è un enorme punto di domanda.
“Mi trovo del tutto spiazzato, non avrei mai immaginato di dovere smettere a 28 anni. Ho corso in bicicletta tutta la mia vita, so fare solo questo e non mi ero preparato ad un cambiamento radicale come quello che dovrò affrontare. Negli ultimi mesi ho continuato a sperare, poi ho preso una decisione: se entro al fine del 2010 non avessi trovato una squadra avrei chiuso con il ciclismo. A questo punto non mi resta altra scelta”.
In attesa di vedere un po’ più chiaro nel suo futuro, Facci potrebbe continuare a pedalare nel fuori strada, ma per ora non c’è nulla di concreto: “Mi dedicherò alla mountain bike solo per divertimento – racconta -. Mi sono proposto ad una squadra per fare dell’agonismo e mi hanno risposto che mi avrebbero accolto se avessi portato con me uno sponsor. Se avessi avuto questa possibilità, evidentemente l’avrei sfruttata per continuare a correre su strada”.
Dopo essere stato un ottimo dilettante, nella serie maggiore Mauro Facci non è mai stato un corridore di punta, ma nei suoi otto anni di professionismo ha sempre viaggiato in prima classe. Ha debuttato nel 2003 con la blasonata Fassa Bortolo, nel 2006 è passato alla Barloworld e l’anno dopo si è accasato alla Quick Step. Ha svolto il suo ruolo di uomo di fatica per corridori come Michele Bartoli, Ivan Basso, Paolo Bettini e Alessandro Petacchi. Per sette anni è stato compagno di squadra di Matteo Tosatto, anch’egli liquidato dalla Quick Step e “ripescato” ad autunno inoltrato dalla Saxo Bank.
Facci ha iniziato con il ciclismo all’età di undici anni, con G.C. Santorso, dopo che aveva vinto una gara aperta ai non tesserati. Prima faceva il calciatore e per un certo periodo ha coltivato entrambi gli sport. Fra le giovanili ha corso anche con la Sandrigosport al fianco di Filippo Pozzato, più grande di un anno. Da professionista ha ottenuto un secondo posto in una tappa del Giro del Trentino del 2005, la vittoria  della cronosquadre con la Fassa Bortolo alla Coppi & Bartali lo stesso anno, un terzo alla Classic Haribo del 2006, un secondo in una tappa del Giro di Vallonia 2007 e finalmente una vittoria tutta sua, nel 2008, al G.P. Schotte in Belgio. Il momento di massima popolarità nella sua carriera, tuttavia, è arrivato durante il Giro d’Italia del 2009: dopo avere vestito per un giorno la maglia verde di leader della classifica Gpm, si è aggiudicato il Trofeo Fuga Cérvelo riservato al corridore con il maggior numero di chilometri percorsi all’attacco.

da Il Giornale di Vicenza a firma di Eros Maccioni
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COMMENTI
facci
17 gennaio 2011 10:01 luke85
evidentemente serviva maggiore impegno in bici e nella vita. quante volte è arrivato sovrappeso alle gare? la vita dell'atleta l'ha sempre fatta? è giusto che anche nel ciclismo,come in qualsiasi lavoro,si possa venire licenziati per scarso rendimento! mi chiedo solo una cosa: perchè invece uno come tosatto ha trovato squadra? evidentemente l'impegno è stato ben diverso!

mah..
17 gennaio 2011 12:10 overend
x fare dell'agonismo in mtb gli hanno chiesto di portare uno sponsoor???? ma a chi ha chiesto??

17 gennaio 2011 12:26 Proff
Concordo pienamente con il commento sopra...Si allenava ogni tanto e non faceva la vita da corridore, cosa voleva ancora un contratto per quest'anno??? Meglio cosi almeno cè uno spazio in piu per qualche giovane anche se adesso molti neo prof passano solamente perchè hanno alle spalle uno sponsor che porta soldi...

storie vecchie...
17 gennaio 2011 17:55 bubu
Era il 1950 è un mio conoscente passò professionista solo perchè aveva uno sponsor, mica è "adesso" che i neo-prof passano perchè hanno uno sponsor. Quindi smettiamola con questa leggenda... Oss è passato perchè aveva uno sponsor? Ponzi o Brambilla o Modolo avevano uno sponsor? No e allora chi va forte non ha bisogno di uno sponsor... chi va piano, si arrangia. Facci è sempre stato un onesto corridore ma senza mai fare il salto di qualità. Potrebbe comunque essere utile per le squadre professional che faranno il Giro, solo che anche lui non può aspettare ottobre per cercare squadra...

Nomi???
17 gennaio 2011 20:29 Proff
Io non ho fatto assolutamente nessun nome..Sono un ex dilettante e so per certo che dei miei compagni di squadra sono passati perchè avevano alle spalle uno sponsor seno avrebbero smesso..Ormai le squadre cercano piu volentieri quello che porta 40.000 Euro che quello che vince 5 corse...Vedi Lampre quest'anno hanno minimo 5 Ucraini in squadra perchè hanno lo sponsor Isd, piu di meta di questi corridori non a mai fatto un risultato..

proprio un bel ciclismo.
17 gennaio 2011 23:49 Dmz
se questo è fare ciclismo ci sbagliamo tutti quanti,mi dite che per passare proff. ci vuole uno sponsor....è vero...ma questo non e ciclismo puro,è peggio che il doping,inseriamo persone che con i sacrifici ciclistici non hanno niente a che vedere,è arrivata l'ora che chi ha orecchi intenda.

18 gennaio 2011 14:56 marco86
A mio parere Mauro Facci è un gran passista, ha sempre lavorato per capitani di tutto rispetto, ha disputato innumerevoli corse ad altissimo livello, 4giri d'Italia consecutivi sempre portati a termine, peraltro pure mettendosi in luce grazie ad azioni da lontano.
Detto ciò possiamo tuttavia giudicare un atleta dal punto di vista sportivo, come giusto sia, tutti noi abbiamo delle preferenze, simpatie ecc..
Ma dal punto di vista personale, nella vita privata, come fate a elargire delle considerazioni così come niente fosse su una persona che non conoscete????
abitate a casa sua???
evitate quindi commenti ignoranti e privi di fondamento!!!!!!

Marco85
3 maggio 2023 22:15 Miguelon
Ti posso assicurare che i concetti espressi non sono privi di fondamento. E la squadra l'ha supportato e aiutato. Avrà poi valutato che non meritava altri aiuti. Il Facci lo conosciamo!

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