Manola Pantani: ragazzi attenti, la droga non aiuta
| 20/05/2004 | 00:00 C'era grande attesa e, confessiamolo, anche grande timore per la tappa del giro che arrivava a Cesena. La risposta della gente è stata straordinaria, grande affetto per il Giro e la sua gente, grande onore alla memoria di Marco Pantani con applausi, magliette e grande fsta di ciclismo.
Sul palco de «Il processo alla tappa» Manola Pantani, sorella del campione, ha lanciato un messaggio importante: «Marco ha iniziato a morire nel ’99 dopo essere stato cacciato dal Giro, ma vorrei lanciare un messaggio ai giovani: la droga non aiuta, la droga distrugge e quando Marco è entrato nel giro della droga non è riuscito ad uscrine».
Parole pesanti, parole destinate a lasciare una traccia.
Sempre questo pomeriggio, Manuela Ronchi, ex manager di Pantani e oggi responsabile della Fondazione Marco Pantani, ha consegnato alla Fondazione La Nuova Famiglia il primo assegno a favore dei bambini sfortunati, proprio come era desiderio di Marco.
L'inviata della Rai, Alessandra De Stefano, ha realizzato un'intervista a Mamma Tonina, nella sua casa di Cesenatico: «Vorrei, voglio capire il perché. Perché contro Marco, che non è mai stato trovato positivo al doping, c'è stato un accanimento giudiziario come contro nessun'altro. Perché Marco la bicicletta la amava, se la portava in camera fin da bambino e poi si è sentito tradito dal suo mondo». L'accusa più pesante, mamma Tonina la lancia contro Cristina, l'ex fidanzata di Pantani: «È stata lei a spingerlo verso la droga, lo ha scritto anche Marco nei suoi appunti e mi sono sentita in dovere di consegnarli alla magistratura. Perché chiedo una sola cosa: che mio figlio riabbia la sua dignità».
In cocnlusione, Marco Pantani è stato onorato nella sua terra dai corridori e dalla gente del ciclismo con una grande giornata di sport., con qualche lacrima e con la festa che sempre il Giro d'Italia porta con sè. Perché per il ciclismo, Marco Pantani resterà per sempre un mito.
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