Il Resto del Carlino. Di Luca sfrutta un'altra chance
| 20/05/2009 | 09:15 Come tre giorni prima a Bergamo, il Giro abbassa i toni e spegne la musica: stavolta non è il rispetto per un ferito grave, ma per la morte di un amico. A Fabio Saccani, il motociclista che ha perso la vita finendo contro un camion mentre raggiungeva il raduno di partenza, era legatissimo anche Danilo Di Luca: il suo assolo finale nella picchiata verso Pinerolo ha quasi il sapore di un omaggio a chi non c’è più. È anche un bel regalo alla sua maglia rosa, che strada facendo ha reso più solida: distacco e abbuono gli allungano il primato. Cambiandogli le prospettive: se fino a ieri la crono delle Cinque Terre poteva essere il capolinea della sua avventura in cima alla classifica, adesso diventa l’occasione per una coraggiosa resistenza. Giornata da Di Luca, fin qui il migliore della compagnia: specialmente quando ci sono da sfruttare le chance che il percorso offre. Mutilata delle montagne più importanti e anche del suo mito, con una collinetta aspra e corta piazzata nel finale, la Cuneo-Pinerolo ristretta come se fosse uscita da un lavaggio sbagliato perde ogni sospiro di epica e diventa un trampolino per uomini esplosivi: essendo Di Luca quello con più dinamite nelle gambe, il risultato non sorprende. Né stupisce la voracità con cui il biondino d’Abruzzo si getta sul piatto: provarci ogni volta che si può è la tattica migliore per chi non ha a disposizione il jolly di una cronometro extralarge. Gambe e morale: così sta lievitando Di Luca, al momento l’alternativa più credibile da opporre alla legione straniera. Sempre acquattata nell’ombra: vedi alla voce Sastre e soprattutto Menchov. Di ques’uultimo la presenza si rileva soltanto negli ordini d¹arrivo: in corsa, il russo non si vede mai. Correndo da fantasma, ha già vinto una tappa e raccolto per strada qualche secondo di abbuono: c’è da chiedersi cosa succederà quando si deciderà a entrare in scena. La risposta è attesa in tempi brevi: basta aspettar domani, alle Cinque Terre. Verso la crono, il borsino del Giro indica in rialzo Di Luca, stabili Menchov e Sastre e in calo Basso. Al quale non è certo d’aiuto un percorso disegnato apposta per dribblare le salitone: abituato a triturare i rivali nelle maratone in quota, il buon Ivan finisce per ingolfarsi quando si vaga tutto il giorno senza alzare troppo il naso verso l’alto. Ma siccome il Giro è questo e bisogna correrlo, come lui per primo ha detto, occorre che si attrezzi: cercando di non lasciar per strada tempo prezioso e, magari, inventandosi qualcosa. Anche se già adesso potrebbe buttar via il vestito della diplomazia e ammetterlo chiaramente: in questo Centenario tagliato a misura di Armstrong (anche ieri non proprio brillante sulla salita), l’unico al quale vien negato un palco per recitare è lui.
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