
Sara Fiorin ha fatto della multidisciplina l’essenza stessa della sua avventura in bici. Fin dalle categorie giovanili si è divisa tra i velodromi e le corse su strada, crescendo, dimostrando a tutti di avere le carte in regola, ma quest’anno c’è da affrontare la grande prova nel panorama World Tour. La ventunenne brianzola ha iniziato il 2025 con una grinta speciale, nella quarta tappa dell’Uae Tour si è presa un secondo posto in volata alle spalle di Lorena Wiebes che equivale ad una specie di vittoria, ma soprattutto le dà una spinta incredibile. Il primo esame con il ciclismo delle grandi sembra superato a pieni voti, ma come ci dice Sara, ora inizia la parte dura, ha rotto il ghiaccio alla grande e non vede l’ora di affrontare le prossime sfide.
Per parlare di Sara e delle sue prime gare occorre però fare un saltino indietro, al suo inverno stravolto e modificato dalla nuova avventura con il team Ceratizit che ha affrontato di petto, ma soprattutto con tanta voglia di fare. «Ho cambiato tutto, anzi ho rivoluzionato ogni cosa. Il preparatore è diverso, così come il nutrizionista, subito ho affrontato un allenamento intenso in cui è aumentato di gran lunga il chilometraggio, ma per il momento mi trovo bene. Negli ultimi due anni nel team devo dell’Uae mi sono confrontata con una realtà grande che in qualche modo mi ha preparato, ma ora sono in una formazione di vero world tour. Tutte le mie compagne sono straniere, ad eccezione di Fariba Hashimi, non parlano l’Italiano, per fortuna lo staff viene è mio connazionale e mi fa sentire un po’ a casa. E’ un cambiamento grande, per esempio ad inizio stagione ho fatto delle lunghe trasferte, ho affrontato delle temperature diverse dalle nostre, ma è stato bellissimo» ci dice Sara che ha fatto però tesoro degli ultimi due anni passati in un devo team di una grande squadra. Un’esperienza importante che l’ha messa a confronto con l’aspetto più internazionale del ciclismo e l’ha portata a confrontarsi sui primi palcoscenici di livello da cui ha portato a casa anche una serie di vittorie che hanno attirato l’attenzione di molti del settore.
Il cambiamento più grande è stato sicuramente il chilometraggio, l’aumento delle distanze in gara è qualcosa su cui Sara sta lavorando molto anche se deve un attimo ancora prendere le misure. Proprio per questo è stato fondamentale l’esordio in Australia dove ha rotto il ghiaccio e si è adattata al caldo, ma soprattutto ha messo nelle gambe il giusto ritmo gara per poter competere anche con le migliori. L’ottavo posto nella prima giornata in terra emiratina l’ha fatta credere nei suoi mezzi e da lì ha continuato a crescere fino ad una seconda piazza nella frazione finale dietro solo alla campionessa europea in carica e che ad oggi è la miglior velocista in circolazione. «Dopo il traguardo ero incredula, è stato tutto stupendo, inaspettato – prosegue Sara – di solito ho una volata abbastanza corta, ma quel giorno ho fatto esattamente il contrario di quello di quello che dovrei fare: ho lanciato lo sprint prima dei 200 m, una cosa che per me è fuori dal normale, è stato un azzardo, ma mi sentivo che dovevo fare così. Inizialmente non ho pensato dove fosse la Wiebes, ho cercato solo di spingere il più possibile, poi ad un certo punto me la sono trovata accanto, mi ha guardato, è stato un momento particolare. Sono arrivata seconda, ma è stato bellissimo»
Ma quanto cambia in Sara dopo la quasi vittoria contro la Wiebes? È una domanda diretta che ci viene in automatico e a cui la ventunenne di Desio risponde con il sorriso,. «Appena tagliato il traguardo ho capito che posso fare veramente qualcosa e non devo avere paura. Dopo il risultato tantissima gente mi ha scritto, mio padre addirittura si è emozionato davanti alla tv, è qualcosa di speciale sentire tutto questo affetto e rendere qualcuno orgoglioso. Molti mi hanno detto che è come se avessi vinto perché la Wiebes fa un’altra gara e in effetti batterla su strada è diventata una chimera, è praticamente impossibile. Martina Fidanza ci è riuscita su pista, è qualcosa che dà ancora più valore al suo titolo europeo e che mi ha fatto pensare; con impegno e con tanto lavoro è possibile darle del filo da torcere, ma bisogna crederci.»
Dopo alcune settimane a casa, Sara è pronta a ripartire e oggi correrà il Trofeo Oro in Euro, un piccolo antipasto di quello che l’aspetterà poi al nord. L’obiettivo è fare bene alla Brugge de Panne e soprattutto confrontarsi con grande atlete e grandi chilometraggi affrontando un vero e proprio calendario world tour. Il sogno è quello di essere un giorno al via della Roubaix, una gara che l’affascina e che definisce oltre ogni categoria, quest’anno non sarà nei suoi piani che la porteranno poi ad El Salvador, ancora una volta dall’altro parte del mondo. In questa nuova sfida di Sarà tra tante prime volte mille appuntamenti non mancherà l’attenzione alla pista che nell’estata scorsa l’ha portata fino ai giochi olimpici confermandola come una delle eccellenze italiane. Bilanciare tutto non è facile anche se è sempre più evidente che una disciplina sorregge l’altra e dà sicuramente una marcia in più. C’è il pensiero al ritorno nei velodromi, ma anche nuove sfide in cui migliorarsi; intanto Sara Fiorin cresce e prosegue il suo nuovo viaggio nel world tour cercando di godersi ogni singolo chilometro.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.