
Come di consueto, anche nel 2025 la Tirreno-Adriatico sarà un condensato di tante cose, intese come volate, salite, tappe miste e cronometro. Un vero e proprio banco di prova a tutto tondo per chi deciderà di venire a Lido di Camaiore, da dove scatterà la 60ª edizione della Corsa Dei Due Mari.
Il primo atto ricalca la tradizione degli ultimi anni e sarà una cronometro individuale sul lungomare di Lido di Camaiore. 9,9 km completamente pianeggianti, con un inversione a U in quel di Viareggio, a metà percorso, dove è posto anche l’intertempo. Una prova da specialisti, che non a caso ha sorriso per due volte a una locomotiva come Filippo Ganna, mentre l’anno scorso, un po’ più a sorpresa, fu vinta da Juan Ayuso.
Anche la seconda tappa, la Camaiore - Follonica di 189 km, è un passaggio tipico della Tirreno: nessuna difficoltà altimetrica rilevante, un vero e proprio festival per i velocisti, che di solito accorrono in massa per questa corsa.
Molto interessante e tutta da interpretare la tappa 3, che porterà il gruppo da Follonica a Colfiorito per ben 239 km complessivi. La lunghezza della frazione si unisce a un inizio nervoso, caratterizzato da diversi saliscendi, e un finale che non ammette distrazioni. I corridori saliranno infatti per il Valico di Cofliorito, 18,4 km di scalata assolutamente pedalabili (pendenze sempre attorno al 3-4%), che però dopo oltre 200 km di gara potrebbero farsi senz’altro sentire sulle gambe dei corridori. L’asperità terminerà a 4 km dall’arrivo e ci sono buone possibilità che qualcuno voglia tentare le resistenze degli avversari.
Non dovrebbe esserci lotta tra i big, ma anche l’epilogo della Tappa 4 non è di facile previsione. Da Norcia a Trasacco per 184 km, i corridori si troveranno a dover affrontare una prima parte di frazione molto insidiosa, con la Forca della Civita subito dopo il via, e poi la Sella di Corno e il Valico La Crocetta (12,4 km al 5,7%). La salita terminerà a 80 km dall’arrivo e a quel punto non ci saranno più trabocchetti fino al traguardo abruzzese sulla piana del Fucino, dove sono previsti due giri del circuito di circa 14 km.
Il giorno seguente il gruppo arriva nelle Marche, il terreno comincia a farsi più frastagliato e le pendenze diventano più cattive. La Ascoli Piceno - Pergola di 196 km è la classica tappa dei muri marchigiani, con ben 9 asperità da affrontare, anche se solo 3 sono catalogate come GPM. Verosimilmente saranno però gli ultimi due muri a decidere l’esito della frazione, inseriti nei 26 km finali; prima c’è il Monte Santa Croce (3,4 km all’8,8%) e poi il Monte della Serra (4,7 km al 6,6%), che verrà superato a poco più di 7 km dall’arrivo. Dopo una giornata senza spazio per poter respirare, nel finale è atteso uno scontro frontale tra i big.
Battaglia che si riproporrà anche nella Tappa 6, tutta marchigiana a sua volta, in quella che possiamo definire la tappa regina della Corsa dei Due Mari versione 2025. Da Cartoceto a Frontignano (Ussita) per 166 km, anche in questo caso i metri di pianura sono veramente pochi. Il finale è molto impegnativo: il Passo delle Arette (7,4 km al 4%) da superare a 26 km dall’arrivo scalderà le gambe agli atleti in vista dell’arrivo in salita, inedito, di Frontignano, che mette sul piatto 7,6 km all’8% di pendenza media. Sarà per tutti una sorta di ultima chiamata, visto che da qui passa la conquista della Maglia Azzurra e del mitico Tridente.
La festa finale sarà come consuetudine a San Benedetto del Tronto, con una tappa di 147 km che scatterà da Porto Potenza Picena. La salita di Ripatransone a 90 km dall’arrivo non dovrebbe spaventare i velocisti, che avranno 5 giri di circuito per preparare la volata e studiare il gran finale della Tirreno-Adriatico 2025.