La svolta rosa di Samuele Battistella è iniziata. Rosa come il fiocco che ha salutato la nascita di Mia, come la maglia della EF Education Easy Post, come il Giro d'Italia su cui s'incardina la sua sesta stagione da pro.
Per il 26enne di Rossano Veneto l'ingaggio con gli americani ha il sapore di una ripartenza, con tutte le annesse aspettative per un ciclista al culmine della parabola atletica. I quattro anni con l'Astana sono stati un turbinio di emozioni assortite, con tutte le sfumature fra entusiasmi e delusioni cocenti. È approdato nel team kazako forte di un titolo di campione del mondo degli Under 23 (Harrogate nel 2019) e si è subito fatto rispettare. Nel 2021, dopo un bel quarto alla Bernocchi, ha vinto la sua prima e per ora unica corsa, la Veneto Classic: attacco nel finale e arrivo trionfale a Bassano del Grappa, là dove è per tutti "Samu".
L'anno dopo, nonostante una brutta caduta all'Amstel, ha continuato a crescere: secondo in una tappa all'Algarve, terzo al campionato italiano di Zana, secondo anche in due tappe alla Vuelta (rifacesse quell'improvvida volata di Cistierna la vincerebbe otto volte su dieci...). Poi, nella seconda parte della lunga permanenza in Astana qualcosa è cambiato, le apparizioni negli ordini d'arrivo si sono diradate, la buona stella s'è improvvisamente eclissata.
«È successo che all'interno del team è stata messa da una parte la persona che era il mio riferimento e con cui mi trovavo molto bene, il direttore sportivo Giuseppe Martinelli, e non sono stato messo nelle condizioni di dare il meglio di me - spiega il rossanese -, con Beppe mi trovavo benissimo. Io ho le idee chiare sulle corse adatte a me e sugli obiettivi a cui posso puntare, nei primi due anni venivo ascoltato e i risultati si sono visti. Poi hanno iniziato a farmi fare le corse sbagliate, con squadre sbagliate. Nel 2024 ho capito che avevo bisogno di un nuovo ambiente e di nuovi stimoli, quindi non ho esitato a firmare con la EF. È la mia occasione per dimostrare che so vincere ancora, ma che so fare anche l'uomo squadra».
Al Giro d'Italia non gli mancheranno le opportunità di dimostrarlo. L'ecuadoriano Richard Carapaz sarà il suo nuovo capitano. Nel frattempo la fase di inserimento nel nuovo team è andata liscia come l'olio: «Nel primo ritiro mi sono trovato subito bene, c'è stata molta identità di vedute sui metodi di lavoro e sugli obiettivi. Con la lingua nessun problema perché parlo bene l'inglese. Inizierò la stagione con gare minori, cercando di mettere a segno qualche buon risultato prima del Giro d'Italia. Debutterò a fine gennaio con le corse di Mallorca, farò la Strade Bianche, Francoforte, sarò riserva alla Tirreno-Adriatico, non sarò alla Milano-Sanremo. Un sassolino che mi vorrei togliere è il campionato italiano; dopo il terzo posto del 2022 e la fuga ripresa a poco dalla fine nel 2023 mi piacerebbe riprovarci. In realtà cercherò la vittoria in ogni corsa adatta a me, vivendo un po' alla giornata».
È un Samuele Battistella motivato a mille e con gli occhi a cuore: poco più di due mesi fa è diventato papà di Mia. «È una delle cose che ti cambiano la vita, non c'è vittoria che possa dare una gioia così grande - afferma -. Adesso è Mia a dettare gli orari, si va a letto presto, addio aperitivi, vita da atleta al cento per cento. Se in bici arriveranno le gioie che spero, sarà anche grazie a lei».
da Il Giornale di Vicenza
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