Pietro Solavaggione è nato il 23 marzo del 2008 e vive a Rossana, piccolissimo borgo che non arriva ai 1000 abitanti (833 per la precisione a fine 2024) che si trova all’inizio della Valle Varaita in provincia di Cuneo. La famiglia Solavaggione è composta da papà Fabrizio, 43 anni imbianchino e grande appassionato di mountain bike, la quarantatreenne mamma Silvia è maestra, oltre a Pietro c’è il fratello minore Dennis di tredici anni, anche lui biker nella mountain bike con la Vigor Cycling Team di Piasco sodalizio cuneese.
Solavaggione ha sempre praticato la mountain bike sin da piccolo e si è avvicinato veramente alla strada solo la scorsa stagione (quando era Allievo del 2° anno) indossando la casacca della Vigor Cycling Team. Subito protagonista è stato capace di cogliere due successi, entrambi nel Torinese: Rocca Canavese e Osasco. E ha firmato anche alcuni importanti piazzamenti come il 3° posto al Ghisallo, il 4° nella Lugo-San Marino e il 13° alla Coppa d’Oro a Borgo Valsugana importante vetrina internazionale per la categoria Allievi. Con le ruote grasse Solavaggione è riuscito a salire sul podio tricolore nel 2002 quando occupò il terzo gradino al Campionato Italiano Esordienti.
Dalla prossima stagione difenderà i colori del Team F.lli Giorgi, l’autentica corazzata orobica della categoria Juniores, dell’accoppiata stravincente composta da patron Carlo Giorgi e dal direttore sportivo Leone Malaga.Per il cuneese Pietro, al terzo anno di ragioneria all’Istituto Tecnico Commerciale “Carlo Denina” di Saluzzo, è un onore, ma allo stesso tempo anche un grandissimo onere difendere quei colori.
Ti definisci un passista scalatore o uno scalatore puro?
“Mi sento più uno scalatore, quando la pendenza sale io mi sento sempre meglio: dal 7/8% in su mi sento al top”.
Dalla mountain bike alla strada, perché questa scelta?
“Ho fatto anche dei piazzamenti molto buoni a livello nazionale nella mtb, però ho deciso di gareggiare su strada guardando al futuro visto che mi interessa di più questa disciplina. Nella mia prima stagione su strada ho fatto molti piazzamenti importanti, ma secondo me potevo fare molto meglio: ho pagato in alcune circostanze la mancanza di esperienza in questo tipo di corse. Essendo solo al primo anno su strada molte volte ho sbagliato la tattica di gara perdendo posizioni importanti, come ad esempio alla Coppa d’Oro dove secondo me potevo facilmente entrare tra i primi 7 al traguardo se avessi corso meglio. Penso, e spero, di fare un notevole salto di qualità qui al Team Giorgi, con l’aiuto anche dei compagni di squadra che sono di altissimo livello.”
E’ comune corrente di pensiero che chi proviene dal fuoristrada riesca poi, una volta capito le dinamiche di corsa, a guidare meglio la bici anche su strada…
“Concordo. Sicuramente aiuta, e anche nello stare in gruppo ti senti più sicuro, sai come evitare eventuali improvvisi ostacoli e di sicuro hai più riflessi. Indubbiamente mi ha aiutato su strada l’esperienza fatta in mountain bike”.
Come mai hai iniziato con la bici da mtb?
“Mi ha trasmesso la passione papà Fabrizio, ho iniziato ad andare in bici con lui, poi da piccolo ho disputato qualche garetta e sono andato avanti”.
Sei approdato allo squadrone Team F.lli Giorgi e ti appresti all’esordio nella categoria Juniores che ogni anno diventa sempre più impegnativa. Pensi ad un anno di puro apprendistato oppure ci sarà il modo di diventare protagonista?
“Vediamo. I primi mesi saranno sicuramente difficili per ambientarmi ad un livello superiore, molto più alto rispetto alla categoria Allievi. Poi una volta preso un po’ di confidenza con tutto il nuovo mondo, penso che potrò provare a puntare a qualche risultato interessante per la squadra e anche per me stesso”.
Guardano il fitto calendario degli Juniores c’è una corsa che ti piace, che è una sorta di sogno nel cassetto?
“Come gara sicuramente mi piace tantissimo la Piasco-Lemma che è praticamente la salita di casa mia. E’ ad un solo chilometro dalla mia abitazione e quello strappo lo conosco a memoria in quanto lo faccio praticamente tutti i giorni. Dal 2025 diventa una corsa nazionale, quindi ancora più importante, e ci tengo molto a fare bella figura”.
C’è qualche corridore professionista che ti piace particolarmente e a cui ti ispiri?
“Ce ne sono molti. E’ scontato fare il nome di Pogacar, ma io stimo indistintamente tutti quelli che arrivano al professionismo. Mi ispiro a tutti loro per arrivare un domani anch’io tra i prof. Anche quelli che non sono tra i più forti meritano tanto rispetto perché sono arrivati fino al professionismo, ed è già quello un grande traguardo”.
A Rossana sono talmente in pochi che si conoscono tutti e gli sportivi agonistici si contano sulle dita di una mano. Pietro Solavaggione dentro di sé culla il sogno di diventare il primo grimpeur del suo paese ad arrivare lassù tra I professionisti. Categoria nella quale i piemontesi vantano nomi illustri, ne bastano solo due: Fausto Coppi e Costante Girardengo…
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