La Zalf Euromobil Désirée Fior ha chiuso la sua lunga avventura nel ciclismo come meglio non poteva, circondata e coccolata dalle persone che per 43 anni ne hanno tenuto alto l’onore e la bandiera. Nello storico ristorante Rino Fior di Castelfranco Veneto (TV) la famiglia Lucchetta e la famiglia Fior sono riusciti a radunare circa 150 tra atleti, ex atleti, direttori sportivi, amici e simpatizzanti, per una serata che ha saputo chiudere alla perfezione il magico cerchio della squadra trevigiana. Quando qualcosa finisce c’è sempre un filo di malinconia, eppure sul volto di tutti regnava l’orgoglio e la consapevolezza di aver far fatto parte di una delle realtà più floride del ciclismo italiano.
I numeri spiegano già abbastanza bene cosa è stato questo team: 1.500 successi su strada, più di 140 giovani atleti accompagnati al professionismo, 8 titoli mondiali, 3 titoli europei e 30 titoli tricolori, attraverso tante epoche e generazioni accomunate dal senso di appartenenza verso i colori Zalf. “Una vera e propria famiglia” è stato il commento unanime dei vari corridori passati dalla casetta di Castelfranco, dal 1982 al 2024 non c’è differenza.
C’erano il primo campione del mondo, a Utsunomiya, e primo lombardo della Zalf, Mirco Gualdi, uno dei più grandi ciclocrossisti italiani di sempre, Daniele Pontoni, il due volte campione del mondo nella 100 km a squadre, Cristian Salvato, e Ivan Basso, il più acclamato, oro mondiale a Valkenburg nel 1998. C’erano anche tanti campioni italiani, da Alessandro Bertolini a Stefano Agostini, passando per Tiziano Dall’Antonia, Matteo Busato, Gianluca Milani, Andrea Zordan, Gianni Moscon, freschissimo di luna di miele con la sua Alida, e Marco Frigo.
Tanti gli attuali professionisti che non sono voluti mancare: oltre ai già citati Moscon e Frigo c’erano Gianluca Brambilla, Andrea Pasqualon, Andrea Vendrame, Giovanni Lonardi, Alex Tolio e Davide De Pretto, ma anche chi in gruppo c’era fino a pochissimo tempo fa, come Domenico Pozzovivo e Leonardo Basso, ma anche, tutto sommato, Sacha Modolo e Enrico Battaglin, macchine da vittorie negli anni in bianco-rosso-verde.
Nella serata moderata da Andrea Fin, ex Zalf a sua volta, sono intervenuti anche quelli che lo storico direttore sportivo Luciano Rui ha definito simpaticamente i “più indisciplinati”, vale a dire l’immancabile Lello Ferrara, che ha voluto ricordare il grande Michele Scarponi (in Zalf dal 1998 al 2000), Paolo Lanfranchi, Davide Gomirato e Pierluigi Cerantola. E tanti altri, impossibile nominare tutti, che hanno salutato con affetto le famiglie Lucchetta e Fior, oltre ai loro storici DS, i due Luciano, Camillo e Rui, e Gianni Faresin su tutti.
«Il ciclismo resterà per sempre nei nostri cuori, così come tutti i volti dei ragazzi che in questi 43 anni hanno vestito la maglia bianco-rosso-verde. I loro successi ci hanno fatto emozionare e riempiti d'orgoglio. La riconoscenza che ci hanno dimostrato in questa serata è il regalo più bello che potessero farci» hanno detto i fratelli Antonio, Fiorenzo, Giancarlo e Gaspare Lucchetta.
Un po’ più malinconico è sembrato Egidio Fior: «Speravo che questa giornata non arrivasse mai, è un momento triste. Ho vissuto con molte di queste persone 43 anni della mia vita, per me sono come fratelli. Grazie a tutti quelli che ci sono stati».
(Credits foto: Photors)
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