La medaglia è una ma ha sempre due facce. E capita che a quella che racconta vite pubbliche piene di successi sportivi faccia eco quella che meno nota ma sicuramente drammatica fatta di esistenze private affollate dallo spettro della solitudine, della sconfitta umana.
Edito dalla Hever di Helèna Verlucca, arriva in libreria “Il Buio oltre la Gloria": è il nuovo capitolo di un particolarissimo viaggio nella storia dello sport, il racconto delle imprese di quaranta campioni quasi invincibili nelle loro performance agonistiche ma poi sorpresi e battuti dal destino della vita...
Da Gehrig a Pantani, dal Grande Torino a Senna, da Coppi a Vialli, da Meroni a Villeneuve, da Monti ai Caduti di Brema: una carrellata di emozioni e sentimenti tra l’apoteosi del personaggio e la crisi dell’uomo. Con l’impressione che all’improvviso qualcosa possa ancora accadere, ribaltando e sconvolgendo tutto quello che era stato acquisito sul campo.
«Caro rivale di sempre, arrivi ancora una volta secondo e dopo di me. Ho un cancro e sarò io il primo a morire!», così disse Jacques Anquetil a Raymond Poulidor, nel novembre 1987 all’ospedale di Rouen. E per il ciclismo anche le storie di Bottecchia, Fignon, Gaul, Jimenez, Ocaña, Pélissier e Scarponi.
Gli autori Giorgio e Paolo Viberti sono nati a Torino, il 20 maggio del 1956, a distanza di quindici minuti l’uno dall’altro. Attraverso diverse vicissitudini di vita, hanno alfine scelto un’identica carriera, diventando per antonomasia ‘‘I gemelli del giornalismo sportivo italiano’’, il primo per La Stampa e il secondo per Tuttosport.
Come inviati sul campo hanno raccontato per 40 anni le gesta di tanti fuoriclasse in 11 edizioni dei Giochi Olimpici, 52 Giri d’Italia, 28 Tour de France, 54 Mondiali di ciclismo, decine e decine di rassegne iridate o europee di nuoto, basket, sci alpino, sci di fondo, baseball e ippica. Parlando con molti campioni, alcuni dei quali maledetti... Postfazione di Carlo Viberti, il fratellone dei gemelli.
Il Buio oltre la Gloria -
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