Patrick Lefevere è tornato come ogni settimana a parlare di ciclismo sulla sua rubrica Column su HLN e questa volta il numero uno della Soudal Quick Step ha voluto fare il confronto tra ciclismo e Formula 1.
Il belga è stato in Italia per il GP di Formula 1 a Monza e ha imparato tante cose che a suo avviso potrebbero essere applicate al ciclismo per migliorarlo. Lefevere in particolare fa riferimento al tetto massimo di budget delle squadre automobilistiche, che in questo modo non vanno a creare troppa concorrenza tra i vari team.
«Su invito della Heineken ho partecipato al Gran Premio di Monza – a scritto Lefevere sulla sua rubrica -. Come manager di una squadra ciclistica di medie dimensioni, il confronto è stato duro. Quando parli di budget è dieci volte superiore al nostro. Qualcuno mi ha detto che il budget più grande di sempre in Formula 1 è stato quello della Toyota, quando erano in questo sport tra il 2002 e il 2009, prima che la federazione FIA iniziasse a contenere le spese dei costruttori. Il loro budget annuale era di 500 milioni di euro, che attualmente è più di quello di tutte le squadre ciclistiche del World Tour messe insieme».
Naturalmente non è possibile confrontare i soldi necessari ad una squadra automobilistica con quelli di una squadra ciclistica, ma la questione del budget con un tetto massimo è qualcosa che secondo il dirigente fiammingo migliorerebbe il ciclismo. Dopo il viaggio in Italia, Lefevere è tornato a guardare la Vuelta e quello che ha visto della sua squadra non gli è piaciuto. Così le riflessioni tra ciclismo e Formula 1, si sono fatte più forti.
«Un altro fatto che ho appreso lo scorso fine settimana in Italia è che la Formula 1 lavora con un limite di budget dal 2021. La FIA obbliga i team a mantenere i propri investimenti al di sotto di circa 130 milioni di euro. Nel ciclismo questo tetto massimo di spesa è una sorta di mostro di Loch Ness che ogni tanto emerge. Troppi ciclisti forti corrono insieme invece che uno contro l'altro e troppe squadre ricche portano giovani di talento nelle loro squadre di sviluppo. Sta diventando una cosa molto cinica: proviamo a lanciare dieci uova contro il muro e continuiamo con quello che non è rotto. Quindi sì, un tetto salariale o di bilancio potrebbero migliorare il ciclismo».