Il count down per l'inizio dei Giochi Olimpici di Paris 2024 è ormai agli sgoccioli. I tabelloni sparsi per la capitale francese indicano – 2 giorni e, possiamo solo immaginare, quanto la tensione degli atleti che per anni hanno atteso il loro grande momento si tagli con il coltello.
Per capire come si può tenere a bada l'ansia pre gara abbiamo contattato Elisabetta Borgia, la psicologa della Nazionale Italiana di ciclismo che ieri è arrivata a Parigi con cronomen e biker azzurri. «Il lavoro svolto a ridosso dell'evento è la finalizzazione di un percorso decisamente più lungo svolto con l'intero team performance della FCI, i commissari tecnici, gli atleti e i loro club. Va dalla definizione degli obiettivi al gestire le pressioni, partendo dalla consapevolezza di come si sta e dall'identificazione dei pensieri che rappresentano la "benzina" per le nostre emozioni. Si concentra soprattutto sulla regolazione emotiva nell'ottica di massimizzare la performance quindi si ricerca un equilibrio difficile da trovare e preservare in un contesto come quello olimpico. Come si fa? Cercando di restare nella propria "bolla", tenendosi vicino il proprio staff, mantenendo il focus su quanto si può controllare e accettando ciò che non possiamo gestire, mettendo se serve anche in secondo piano l'aspetto mediatico che per qualcuno è uno stimolo mentre per altri rappresenta un ostacolo» ci spiega la dottoressa, specializzata in psicologia clinica e dello sport, che durante la stagione agonistica lavora per le squadre Lidl-Trek e Trek Factory Racing.
Per tirare fuori il 100% nel giorno X ci vuole un perfetto assetto emotivo, che si ottiene con un quid di attivazione, che non deve essere nè troppo nè troppo poco. «Gli olimpionici idealmente devono stare nella parte centrale della cosidetta U capovolta. In quest'ottica ultimamente sto usando molto uno strumento che si chiama Biofeedback HRV (Heart Rate Variability) che in tempo reale misura la variabilità cardiaca, un parametro neurovegetativo che ci dà informazioni sui livelli di stress e live, con un'interfaccia sul computer, ci suggerisce delle tecniche respiratorie, per lo più diaframmatiche con l'espirazione più lunga dell'inspirazione, per riuscire a rallentare il nostro battito cardiaco. Oltre a concentrarci sui singoli atleti, le discipline di gruppo prevedono tutta una parte di lavoro dedicata alla coesione e creazione della squadra iniziata nei ritiri e nelle precedenti competizioni internazionali. C'è inoltre una gestione strategica dello sforzo, evidente per esempio nelle cronometro, in cui alcune parole chiave ci permetteranno di mantenere il focus sul presente e sui vari blocchi in cui verrà idealmente diviso lo sforzo. Infine è cruciale, soprattutto per un atleta giovane come quello che debutterà nella BMX, studiare la pista per sfruttare i propri punti di forza. Lavorare sulla fiducia in se stessi fa la differenza: al via bisogna presentarsi convinti di essere forti e di aver fatto tutto il possibile per realizzare gli ambiziosi obiettivi prefissati» continua Borgia, che svolge un compito di consulenza anche per i commissari tecnici per comunicare nel modo più efficace possibile con gli azzurri schierati in gara e quelli costretti in panchina.
Ex ciclista fuoristrada lei stessa e moglie del bronzo olimpico di mountain bike coss country di Londra 2012 Marco Aurelio Fontana, la professionista brianzola conosce bene la specificità dell'appuntamento con i cinque cerchi. Anzi si può dire che i Giochi hanno segnato la sua vita, come ha ben scritto ieri in un post social pubblicato con una bella foto di famiglia che la ritrae con il marito (domenica e lunedì prossimi impegnato nel commento tecnico per Eurosport Warner Bros Discovery delle gare XCO e i figli Emiliano e Gregorio, ndr).
«Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano.... Spesso si sente dire che la vita segua dei cicli e, se così fosse, il nostro è senza dubbio quadriennale ed il discrimine è sempre stata lei: l’Olimpiade. Ogni scelta o cambiamento importante veniva rimandato al post evento come se apporre modifiche avesse potuto modificare i labili equilibri e condizionare il risultato finale. Dal 2008 il “dopo Olimpiade” è sempre stato il confine di importanti cambiamenti nella nostra vita privata e professionale (matrimonio, bimbi, cambio squadra e scelte lavorative). Ho avuto la fortuna di esserci a Pechino 2008, Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016 al fianco dell’uomo della mia vita mentre inseguiva l’obiettivo Olimpico, ho ricordi ed emozioni che rimarranno indelebili dentro di me ed ho imparato ad entrare in confidenza con questo evento assolutamente pazzesco ed inimitabile. Ce ne siamo innamorati perdutamente e l’abbiamo odiata con tutte le nostre forze. È questa la sua magia. Come una madre severa ha dato nel tempo consapevolezza, gloria e anche una sonora bacchettata. Di acqua ne è passata sotto i ponti ma il legame con questo evento è sempre stato viscerale. Chi l’avrebbe detto, @fontanaprorider, che, alla fine, la famosa quarta olimpiade che avresti voluto fare per chiudere il cerchio ⭕️ sarebbe arrivata in famiglia, 8 anni dopo?!? In fin dei conti in cuor nostro, romantici quali siamo, sapevamo che non sarebbe potuto finire tutto a Rio, in quel modo… (Fontana forò nelle fasi iniziali di gara, quando era nelle prime posizioni, a ruota di Peter Sagan, ndr). E la storia d’amore continua. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Si va a Parigi baby! "L’Italia chiamó"».