C’è una sorta di “fil rouge” che lega due presenze cinquantennali – e più - al Giro d’Italia. Abbiamo ricordato il mezzo secolo del professor Enrico Fagnani, il leader storico del servizio di Radioinformazioni ma al Giro opera ancora, con inestinguibile passione, un veterano che nel suo palmarès conta 55 – cinquantacinque, in lettere – presenze e che è legato a Enrico Fagnani dal “fil rouge” di Radioinformazioni essendo stato, a lungo, un informatore di punta e sicuro riferimento con la sua moto.
Il soggetto, giovanile che non sente i suoi 76 anni – è del 1948 -, si chiama Vittorino, per tutti è Vito Mulazzani, la cui figura nel ciclismo è indissolubilmente legata, alle corse Gazzetta e pure in altre tantissime gare, all’immagine di Vito in sella ad una moto in qualità di “régulateur” soprattutto, ma non solo quello, per il quale è stato un po’ un antesignano dopo l’istituzione da parte dell’UCI di questa figura.
I suoi 50 anni ciclistici sono coincisi con la Milano-Sanremo del 2019 (qui il nostro articolo) quando è stato festeggiato da tutto lo staff di RCS Sport, a chiusura formale della sua collaborazione ma, c’è un ma, che vedremo di spiegare.
Il richiamo del Giro è stato un sentimento troppo forte e sentito per il centauro bergamasco di nascita, ben presto diventato brianzolo, il cui percorso nell’ambiente del ciclismo è stato proposto su questo sito in occasione della sua Sanremo n. 50 del marzo 2019.
Ha resistito poco o punto il godimento della sua pensione ciclistica e subito ha ricercato un nuovo ruolo per respirare ancora l’aria del Giro, in una posizione maggiormente defilata e distensiva, collaborando e gestendo “on the road” un’attività di promozione per un’azienda amica lungo le strade del Giro.
Non rimpiange le delicate responsabilità del passato in sella alla moto prima di passare, negli ultimi anni in vettura dopo il lavoro di coordinamento degli addetti alla partenza di buon mattino e, conscio dell’inesorabilità del tempo che passa, una legge uguale per tutti, ha trovato una dimensione, soddisfacente, consona e in linea che gli consente di sentirsi ancora, con orgoglio, parte della carovana rosa, in modo disteso, a contatto con il pubblico, i bambini in particolare.
Peccato che il Giro 2024 volga al termine è questo il pensiero, il piccolo cruccio per Vito che pensa e si augura d’incrementare il palmarès anche nelle edizioni a venire. Vai Vito!
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