Inizia l’ultima settimana del Giro d’Italia 2024 dopo la giornata di riposo della carovana a Livigno, con il suo abitato che si sviluppa in lunghezza parallelo all’andamento delle cime che lo contornano. il “piccolo Tibet”, così detto per l’elevata quota dove sorge il suo altopiano, è – zona franca amministrativamente - ben conosciuta da tutti – o quasi - i corridori delle diverse specialità delle due ruote praticanti l’agonismo quale sede di “ritiri in altura” e dagli amanti della montagna nelle varie accezioni, sia invernale, sia estiva. Qui il turista trova una ricca offerta per pratica sportiva sia indoor, sia outdoor.
§ Il tracciato originario, dopo Livigno, prevedeva la scalata allo Stelvio ma le condizioni della neve alle quote più elevate accumulata sui pendii ai lati della strada, soprattutto nel versante alto atesino, hanno determinato la rinuncia al passaggio, per il pericolo di slavine, alla quota m. 2758 di “Re Stelvio”, in cima. Comunque, anche la nuova variante di percorso, scalerà dal versante valtellinese lo Stelvio, almeno in buona parte, prima di indirizzarsi, svoltando a sinistra, all’altezza della IV^ cantoniera, per salire verso il Giogo di Santa Maria, valico delle Alpi Retiche 0ccidentali fra Italia e Svizzera, quota m. 2503. È noto anche come Passo dell’Umbrail ed è il valico carrozzabile più alto della Svizzera, aperto nel 1901. È stato già affrontato dalla corsa rosa nel 2017 con la Rovetta-Bormio. E quindi è anche la Cima Coppi del Giro 2024 con la conseguenza che “re Stelvio” non aggiunge un’altra perla alla sua preziosissima corona ciclistica.
§ La tappa risulta di km. 206, 4 in più del percorso originariamente previsto.
§ Da Livigno la gara percorre, in senso inverso, con prevalenza di discesa, il tratto finale della tappa di domenica, scendendo sempre fino al bivio Bormio/Stelvio. Qui inizia l’ascesa, nello splendido parco dell’omonimo parco dove sono dislocate le note case cantoniere che ricoveravano in inverno gli spalatori che pulivano la strada percorsa dalle carrozze. Si abbandona la strada diretta per lo Stelvio svoltando per raggiungere il quasi parallelo tracciato verso il Giogo di Santa Maria o Umbrail Pass, a quota m. 2498, nuova Cima Coppi, passando in territorio svizzero per Santa Maria, e Mustair, nel cantone dei Grigioni, nella Val Monastero, con discesa assai pendente fino al rientro in Italia, in Alto Adige, provincia di Bolzano, in Val Venosta, per Tubre ritornando sul percorso originario a Glorenza e proseguendo per Spondigna, Silandro, Naturno, Foresta e Lana, in piacevoli e tipici paesaggi del fondovalle. Tutti sperano nella clemenza del tempo ma, in proposito di tempo, anzi maltempo, sono state predisposte precauzioni, dopo una riunione fra i rappresentanti delle differenti categorie nel quadro del protocollo Meteo UCI durante la fredda giornata di riposo a Livigno.
§ E, sempre sperando nella clemenza meteorologica, seguono Terlano, e Bolzano, capoluogo della provincia autonoma, più volte tappa “clou” del Giro d’Italia, con arrivi storici, data la sua collocazione. L’elegante città, con buon vivaio ciclistico, ha dato i natali a due esponenti di rilievo del ciclismo femminile come la “multisport” Antonella Belluti, oro olimpico nell’inseguimento individuale ad Atlanta 1996 e replica a Sidney 2000 nell’individuale a punti ed Eva Lechner, specialista del fuoristrada con lunga carriera. Di una frazione di Terlano è originario Renato Marchetti, solido professionista degli anni 1980 e recente ex, forte passista, Manuel Quinziato. Vari altri meriterebbero la citazione in una zona dove gli sport della neve esercitano una larga attrazione. Dopo Bolzano la strada inizia a salire, dolcemente dapprima, fino a Prato all’Isarco e poi si prospetta la salita GPM di 1^ cat. al Passo Pinei, quota m. 1437, dopo Siusi allo Sciliar e Castelrotto...
§ Segue breve discesa su Ortisei, già sede di tappa della corsa rosa – rosa come il colore delle Dolomiti – poi la strada torma a salire per Santa Cristina Val Gardena e andare oltre, ai m. 1738 dell’arrivo – GPM di 2^ cat. – di Monte Pana, traguardo inedito, con un piacevole altopiano coronato da cime notissime e spettacolari.
§ Lo scenario è di grande presa e chissà come sarà la gara fin qui dominata dal “fattore Pogacar” che ha proposto un dominio elegante, gioioso della gara, grazie a una forza amalgamata e armonicamente espressa in uno stile peculiare, disinvolto, leggero, qualità definibili con il termine riassuntivo di classe, grande classe, sia in sella, sia giù di sella.
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