Il Giro che risale l'Italia approda nelle Marche e scatta un'altra volta il sillogismo «Marche - Muri». La dodicesima frazione della corsa rosa porterà i corridori da Martinsicuro a Fano per 193 chilometri.
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La tappa si presenta pianeggiante per i primi 50 km, mentre la seconda parte è costellata di muri e strappi fino all’arrivo. Dopo una prima parte lungo l’Adriatico, superata Civitanova Marche ci si allontana dal mare per affrontare un percorso fatto di continui saliscendi con strappi e strappetti più o meno difficili, se ne possono catalogare 10 (di cui 4 classificati GPM). L’ultimo strappo, inedito, di Monte Giove si trova a 9 km dall’arrivo e presenta pendenze oltre il 10%.
L'ITALIA DEL GIRO
Luogo di partenza in terra d’Abruzzo della Ciclovia Adriatica, Martinsicuro è una attrezzata località balneare che deve la sua fortuna a una profonda spiaggia di sabbia fine affacciata sull’Adriatico. Il suo importante passato è testimoniato dalla Torre Carlo V - un’imponente costruzione in laterizio, a base quadrangolare, su tre livelli scanditi da due cornici marcapiano bombate in pietra – e dal Castellaccio, l’antico palazzo dei Franchi che svetta dalle colline dominando tutto il paese di cui, è diventato il simbolo. Martinsicuro vanta anche un Biotopo dove natura e fauna vengono preservate in modo ideale per passeggiare a piedi o in bicicletta osservando rare specie botaniche e, con un po’ di fortuna qualche esemplare di fratino, un piccolo uccello limicolo che nidifica abitualmente sulle spiagge. In attesa della partenza dei corridori vale la pena visitare la mostra “Un diavolo di campione, un angelo di uomo. L’avventura umana di Gino Bartali”, allestita per rendere omaggio all’indimenticabile campione toscano.
Dopo un lungo tratto a fil di mare, la corsa abbandona la costa per dirigersi nell’entroterra con i suoi magnifici borghi e sede di numerose aziende di calzature, anima di un distretto produttivo vivace e molto conosciuto anche all’estero per la qualità delle lavorazioni.
Recanati, il “natio borgo selvaggio” di Giacomo Leopardi riporta agli anni delle scuola. La visita può prendere inizio proprio dalla residenza del “giovane favoloso”, oggi casa-museo, dove arredi, suppellettili e la biblioteca con oltre 20 mila volumi sono rimasti inalterati. Appena fuori dalla dimora del poeta ci sono la piazzetta del “Sabato del villaggio” e la casa di “Silvia”. Poco distante ecco il cosiddetto Colle dell’Infinito, con una vasta terrazza panoramica. Merita una visita il Museo Beniamino Gigli dedicato a uno dei più grandi tenori di tutti i tempi.
A Castelfidardo è ancora la musica ad essere protagonista nel Museo internazionale della fisarmonica con circa 150 strumenti costruiti dai maestri locali tra il 1840 e il 1968. Curiose anche le sezioni dedicate alla musica nelle monete, alla fisarmonica nella iconografia e alla fisarmonica nel francobollo.
Quindi è la volta di Osimo, circondata da una solida cinta muraria che protegge notevoli palazzi sei-settecenteschi e il Duomo consacrato a San Leopardo, che stupisce con il suo portico a tre grandiose arcate.
Superata anche le medievale Mondolfo - uno dei “Borghi più belli d’Italia” – si torna in riva all’Adriatico per lo sprint finale. Fano è città di mare, abitata per secoli da pescatori e marinai ma anche città d’arte fiera della sua lunga storia, ma anche attenta alla conservazione ecologica dell’ambiente e per questo più volte premiata. E’ bello scoprire le diverse epoche storiche attraverso i monumenti che testimoniano di volta il volta la Fano Romana (con l’Arco di Augusto e le Mura augustee in primo piano), quella medievale (splendida la Rocca Malatestiana) e, ancora, la Fano rinascimentale con il Bastione Sangallo, la Chiesa e il chiostro di San Paterniano, le chiese di San Francesco e San Michele. La passeggiata sul lungomare è la degna conclusione di una giornata intensa ma indimenticabile.
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