Il Museo del Ghisallo di Magreglio, in provincia di Como, ha predisposto una grande rassegna per il Tour de France. Sabato 20 aprile, la mattina sarà dedicata all’anteprima assoluta di una Expo Grande Boucle, per dirla come i francesi, alle ore 11:30 si toglie il velo nelle sale dedicate alle mostre temporanee ad una grande retrospettiva dalla prima edizione del 1903, che mette in fila in un racconto quasi cinematografico, una serie impressionante di cimeli che hanno fatto la storia del Tour de France, che quest’anno per la prima volta partirà dall’Italia.
La Grande Partenza del Tour ha scatenato la passione per i memorabilia che è nel dna del Museo del Ghisallo e lo ha tinto di giallo: “Ghisallo in Giallo” è il titolo della rassegna ideata da Carola Gentilini, direttrice del Museo, che ha potuto contare sulla collaborazione di Beppe Conti, firma storica del ciclismo e voce di Raisport. Per l’evento ciclistico dell’estate, con partenza da Firenze il 29 giugno, poi Rimini, Cesenatico, Bologna, Piacenza, Torino e Pinerolo, le prime tre tappe in territorio italiano, il Museo del Ghisallo inaugura una grande retrospettiva dedicata al Tour che racconta la storia e il mito della Grande Boucle con un’esposizione temporanea ricchissima.
Ad arricchire l’esposizione una serie di biciclette storiche, in prestito dalla collezione Bolgè, rappresentative di marchi iconici di produttori di biciclette, che sono state anche le prime squadre a partecipare al Tour. Fra queste l’Automoto, marchio caro a Bottecchia, l’Alcyon marchio usato da Nicolas Frantz nel ‘27 e ‘28 per vincere due edizioni, ed una Peugeot già marca in auge per le vittorie di Thys nel ’13 e ’14 e successivamente di Lambot nel ‘22.
Luce gialla puntata poi sul più classico dei tris mitici: la bicicletta di Bartali del 1948, collezione Museo del Ghisallo, la bicicletta di Coppi in prestito da Bruno Carraro e quella di Magni, Wilier triestina (che vinse il Fiandre del '49, ma è probabile sia stata usata anche per il Tour de France). Il cannibale Eddy Merckx è protagonista con bici e maglie dei periodi Faema e Molteni, tutte della Collezione Museo del Ghisallo. Da Pinarello un tris di eccezione ci proietta nel ciclismo moderno con la Dogma F8 di Chris Froome, bicicletta che ha segnato in maniera importante lo sviluppo dei prodotti Performance con la collaborazione sempre più attiva del Team SKY al fianco degli ingegneri della Casa produttrice. La seconda bicicletta è la Dogma F12 di Egan Bernal vittorioso in maglia Ineos. La terza è la Pinarello di Jan Ullrich (vincitore del Tour 1997, secondo alle spalle di Pantani nel 1998), già donata dal campione al Museo. Un’amicizia che si conferma preziosa, tanto che il campione ha subito accettato l’invito ad essere presente per la giornata di inaugurazione.
In esposizione anche una bici squadra di Marco Pantani. Poi tre Colnago: Colnago Prototipo Tour de France 2022 utilizzata da Tadej Pogacar, la Colnago TT1 utilizzata dal corridore spagnolo del team UAE Marc Soler durante l’edizione 2022 e la Colnago V3Rs Tour de France limited edition, bici ufficiale della Grande Boucle. Un focus emozionante anche con Fabio Casartelli: con la sua bicicletta di scorta al tour della disgrazia che ci ha portato via il grande campione olimpico.
Le maglie sono sempre state il forte del Museo. Soprattutto quelle rosa, con la Collezione più grande al mondo in collaborazione con RCS Sport La Gazzetta dello Sport. Quest’anno ci sarà la sana concorrenza delle Maglie del Tour: sono 40 maglie, fra di esse quelle gialle, a pois, quelle bianche e quelle verdi. In esposizione anche alcune maglie replica di squadre storiche , corrispondenti alle biciclette “eroiche”: Alcyon, Peugeot, Automoto e Francoise. Fra le top maglie gialle quelle di Coppi, Bartali, Magni, Merckx, Hinault, Indurain, Nibali, Chiappucci, Pantani, Froome, Contador, Vinveegard, Pogacar.
Ci sarà anche in mostra il Trofeo Skoda del centenario del Tour. Insomma, una mostra infinita di oggetti, biciclette, maglie, fotografie, cimeli e memorabilia appartenuti ai più grandi campioni del ciclismo. Un’esposizione che intende valorizzare gli oggetti legati alla corsa francese in collezione permanente al Museo, ma che al contempo si impreziosisce grazie ad importanti prestiti e collaborazioni con collezionisti privati, a partire dal vicino Santuario Madonna del Ghisallo ed altri importanti musei italiani e stranieri del mondo del ciclismo, fra cui il Museo del Ciclismo Gino Bartali di Firenze, Spazio Pantani, Fondazione Pirelli, la neonata Casa Museo di Ottavio Bottecchia, il Koers Museum di Roselaire (Belgio), il Musée du Vélo della Svizzera.
La mostra celebrerà innanzitutto i nostri eroi che hanno vinto nel tempo la corsa francese, Ottavio Bottecchia cent’anni fa esatti (nel 1924 e ’25), Bartali e Coppi, Nencini e Gimondi, Pantani e Nibali, ma anche quelli che pur non vincendo sono stati protagonisti, oltre ai leggendari campioni stranieri capeggiati da Eddy Merckx e che comprendono tanti altri personaggi, dai “giganti della strada” d’inizio novecento sino a Hinault, Indurain, Anquetil, arrivando a Pogačar e Vingegaard, gli attuali grandi interpreti della sfida più importante del ciclismo.
Sabato 20 aprile, nel pomeriggio, la presentazione del libro “Il giallo del tour”, edito Minerva, con l’autore Beppe Conti, ci farà emozionare con i racconti e le “Storie e campioni del Tour de France”. La mostra Ghisallo in Giallo si animerà di parole e ricordi grazie alla miniera di aneddoti di Beppe Conti, storico e scrittore affermato, oltre ad essere una voce narrante di Raisport, che ci porterà ancora di più dentro ai trionfi e alle tragedie, ai segreti e ai misteri della corsa più importante del mondo dal 1903 ai giorni nostri.
La mostra è realizzata grazie al supporto di BCC Brianza Laghi, Fondazione Ambrogio Molteni, SAL Milano, Gruppo Cimbali - Mumac (Museo della macchina del Caffè, Trafilspec ITS e le società ciclistiche Bindella, Ciclistica Erbese, Pedale Lecchese. Con il patrocinio di Comune di Magreglio, Comune di Bellagio, Lago di Como GAL - OltreLario, Comunità Montana Triangolo Lariano, Lago di Como - Un mondo unico al mondo.
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